Firenze, città d’arte famosa nel mondo per la sua storia, le sue opere d’arte, i suoi musei ed i suoi palazzi, lo è anche per la grande quantità di splendide ville più o meno antiche che ospita, sia in città che negli immediati dintorni. In questo articolo parleremo di una villa sconosciuta ai più, residenti compresi: la Villa della Gherardesca, detta anche “Villa dell’aeronautica”. Il motivo per cui questa villa è così “misteriosa”, oltre al fatto di trovarsi in un angolo appartato della città e nascosta da una fitta vegetazione, è che essendo di proprietà del Ministero della Difesa ed ospitando personale militare è di fatto equiparata ad una installazione militare ed è quindi praticamente impossibile fotografarla o reperirne immagini. A corredo di questo articolo forniamo, oltre alle immagini prese dai noti servizi Google Maps e Google Earth (ovviamente di non grande qualità), una rara immagine in bianco e nero tratta dal volume “Ville della provincia di Firenze. La città” (Rusconi Libri, 1989) curato dallo storico dell’architettura Luigi Zangheri.

Villa della Gherardesca (da Google Maps)

La villa della Gherardesca sorge in una lotto compreso fra Via del Bobolino, Viale Machiavelli (il viale dei colli) ed il giardino del Bobolino. Questa zona al tempo di Firenze capitale fu oggetto di pesanti trasformazioni per la costruzione del panoramico “Viale dei Colli”: molti terreni furono espropriati per costruire la nuova viabilità ed una serie di lotti furono ceduti nel 1869 dal comune alla Società Lazzeri e Ciampi, con l’obbligo di costruirvi ville e villini. Nella prima delle tavole allegate al “contratto di accollo”, che traiamo dal bel volume di Silvano Fei “Nascita e sviluppo di Firenze città borghese” (Giorgi & Gambi, 1971), vediamo appunto i lotti 16 e 17, rispettivamente di 3067,37 e 4153,40 mq, che verranno poi riuniti in un’unica proprietà e su cui sorgerà la Villa.

La proprietaria era la signora Emma Vonwiller, cittadina svizzera coniugata con Ugo Cosimo, membro della illustre famiglia Della Gherardesca, da cui il nome della villa. Ugo Carocci nel suo “Il viale de’ colli – Descrizione storico artistica” (1872) così accenna brevemente alla villa: “Su di una collinetta che domina il piazzale dove siam seduti sorge ora una bella villa svizzera…”.

Esstratto della mappa al “contratto di accollo”, 1869 (da S.Fei. op. cit)

Nel 1943 la villa e l’annesso parco divennero proprietà del ministero della difesa, tranne una porzione del parco con un edificio che affaccia sulla parte alta di via del Bobolino, che  è di proprietà del ministero delle finanze. La somma di L. 3.850.000 pagata per l’acquisto era per l’epoca assai considerevole, visto anche il pessimo stato di conservazione in cui si trovava l’immobile, tuttavia l’operazione di esproprio fu approvata dal ministero e non risulta ne siano scaturite interrogazioni né indagini da parte della corte dei conti.

La villa, ristrutturata e divisa in appartamenti, fu destinata dapprima ad alloggio dei dipendenti del ministero, in particolare agli orfani dei caduti di guerra, e successivamente nel 1955 fu adattata ad alloggi di servizio del personale militare della scuola di guerra aerea delle Cascine, destinazione che tuttora mantiene. E’ pertanto impossibile visitarla, a meno di conoscere qualche militare lì residente.

Una rara immagine della Villa (da L. Zangheri, op. cit)

Ma veniamo alla descrizione di questa misteriosa villa: si tratta di un imponente edificio rettangolare, con un avancorpo centrale che forma una loggia di ingresso a piano terra sovrastata da un ampio terrazzo al primo piano. La parte centrale del secondo livello è sormontata da una altana di aspetto cinquecentesco, la cui copertura è sorretta da eleganti colonne binate. Gli angoli del corpo centrale hanno una inconsueta smussatura tondeggiante, ove la tradizione delle ville fiorentine vorrebbe la presenza di un robusto bugnato. La parte centrale, che sul fronte avanza, sul retro invece rientra creando una ulteriore terrazza in mezzo alla facciata posteriore. L’insieme, ancorché improntato allo stile eclettico in voga in quegli anni che amava mescolare diverse suggestioni stilistiche anche incongruenti tra loro, risulta nel complesso gradevole ed elegante, non senza richiami all’architettura rinascimentale fiorentina, come ad esempio nei festoni di alloro che decorano il portale.

La smania “eclettista” del tempo trovò invece maggiore sfogo nei vari annessi della proprietà, che oltre alla villa accoglie nell’ampio parco anche delle scuderie, una voliera, una rimessa ed una portineria, situata a lato del cancello principale d’ingresso, all’angolo tra via del Bobolino ed il viale dei Colli. Quest’ultimo edificio in particolare, che si adatta alla naturale pendenza del terreno, è un vero e proprio “chalet”, un po’ fuori luogo sui colli fiorentini ma del tutto coerente alla moda eclettica del tempo. Ha un tetto a capanna con falde molto spioventi, decorate da pendenti in legno traforato. Di fatto risulta stilisticamente molto simile al vicino  “Chalet del Bobolino” che si trova a pochi passi di distanza immerso nel parco del Bobolino ed è coevo alla villa della Gherardesca. La portineria è l’unica parte della villa ben visibile dall’esterno e ci da un’idea di quale fosse lo stile (o meglio uno degli stili) imperante all’epoca. Il cancello di ingresso originale, pregevole opera in ferro battuto, trovandosi in pessimo stato di conservazione è stato purtroppo sostituito da un moderno cancello automatico in anni recenti.

Il resto della proprietà è immerso nell’ampio parco e nascosto dalla fitta vegetazione, infatti si tratta di una vasta area boschiva con piante di acacia, cedri, lecci e canne, dall’aspetto piuttosto selvatico: un parco piuttosto originale se confrontato con i classici giardini “all’italiana” delle ville adiacenti e che contribuisce all’alone di  “mistero” che avvolge la villa.

A proposito di misteri, si dice che della villa usufruisse la Contessa di Mirafiori, meglio nota come “la bella Rosina”, la famosa amante del Re Vittorio Emanuele II di Savoia. Il Re al tempo di Firenze Capitale abitava in palazzo Pitti e tuttora si narra di un passaggio sotterraneo – tanto per cambiare! – in parte crollato che unisce la villa con la reggia attraverso il vicino giardino di Boboli.

La copertina del libro “Delitti e misteri all’air force” , scritto dalla Prof. Evangelista ed ispirato ai fatti accaduti nella villa

Un altro mistero legato alla villa riguarda un fatto avvenuto in tempi più recenti: il 26 aprile 1992, intorno alle 7.30 del mattino, la figlia del 49enne Ten. Col. Marco Burroni, che risiede con la famiglia in uno degli appartamenti della villa, viene svegliata dai lamenti del padre e alzatasi lo trova su una poltrona del soggiorno, agonizzante a causa di una ferita da arma da fuoco all’addome. L’uomo, che morirà di lì a poco, è seduto in accappatoio e accanto a lui giace una vecchia pistola appartenuta al padre, col caricatore parzialmente fuoriuscito. Dopo le veloci indagini di rito l’accaduto viene archiviato come suicidio o incidente, tuttavia questa tesi non convince affatto la moglie del militare dato che nella ricostruzione ci sono delle incongruenze, in  primis il fatto che le due donne che dormivano in stanze adiacenti non siano state svegliate dal rumore dello sparo, che in un ambiente domestico si suppone sia stato assordante. Inoltre secondo la vedova Prof. Maria Grazia Evangelista, la conclusione tratta dal magistrato contrasta parzialmente con le perizie medico legali ed i rilievi della polizia scientifica. Sull’accaduto la signora, con lo pseudonimo di Grazia Dalberto, ha dato alle stampe nel 2014 il volume Delitti e misteri all’Air Force”, un “thriller” in cui ripercorre in forma romanzata il suo cammino alla ricerca della verità sulla morte, in circostanze non del tutto chiarite, del marito.

In conclusione, la Villa della Gherardesca (o dell’aeronautica se preferite  è una bella villa sconosciuta ai più, la cui vista anche solo dall’esterno è purtroppo negata, il che alimenta l’alone di mistero che aleggia attorno ad essa.

La villa vista dall’alto (da Google Earth)
Ritratto di Ugo Cosimo della Gherardesca, marito di Emma Vonwiller proprietaria della villa
Enrico Bartocci
Enrico Bartocci
Villa della Gherardesca, la villa misteriosa.

Un pensiero su “Villa della Gherardesca, la villa misteriosa.

  • 17 Agosto 2024 alle 15:11
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    1937-1954…17 anni appena usciti dall’adolescenza, andava tramuntandosi in adulto, che entra in questa villa misteriosa, dove vivevano le famiglie che appartenevano agli Uffciali della Scuola di Guerra Aerea,dell’Aereonautica delle Cascine-Fi- grazie all’amico maurizio Bassi, figlio di un ufficiale, che frequentava studi Classici, a differenza di me che di scuola d’arte -di porta Romana- volii nutrirmi, e fu subiti canto del cigno: graziose fanciulle, famiglie incantevoli- educazione e rispetto erano i simboli di quella parvenza da cui si deducevano ombre-valori-dinastie- propositi di vita, studi, soprattutto per chi , figlio di Militari, si pretendeva l’assoluto,….e Maurizio, suo fratello Piero, e l’incantevole sorellina Daniela -allora di soli 4 anni- completavano un quadro incantevole di arttrazione, che ben presto si popolo di presenze, eda li feste tutti i sabati, con Balli e giochi Maliziosi, ma di tutto rispetto,da società, ancora in erba…..che annaspava con sguardo famelico le prime scelte d’amore, da visitare,come, senza daread intendere?Qui sta il bello, il gioco, la bramosia del sabato sera………………che aspettavamo, non dormendo più la notte. Bei tempi, belle menti, sgombri di sortilegi no, ma nobimente codotti senza che nessuno se ne ravvedesse………………e fu grande scuola di vita.Grazie Maurizio e famiglia del Generale Bassi, A CUI DEBBO LA LUCE DEL MIO RISORGIMENTO UMANO. E OGGI I GIOVANI COME CRESCONO E SI EDUCANO?????LA CRONOCA ATTUALE E’ IMPESTATA DI ARTICOLI DOLOROSI………..OGNI GIORNO SI UCCIDE UNA DONNA——-ESSERE NATI NEL 37-40 E’ STATA UNA GRANDE FORTUNA.

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