1 parte: prologo
2 parte: Le abitazioni, i mobili e le differenze tra case povere e ricche
3 parte: Abbigliamento
4 parte: L’alimentazione
5 parte: Il tempo
6 parte: Nascita e matrimonio
7 parte: La morte
8 parte: La famiglia e le donne
9 parte: Serve, illegittimi, donne e concubine
10 parte: Firenze la città
11 parte: Le strade e la vita in esse
12 parte: L’Arno i suoi ponti e la statua di Marte
13 parte: Istituzioni e finanze
14 parte: La giustizia
15 parte: Esercito e polizia
16 parte: Aumento della popolazione
17 parte: Borghesia, popolo, poveri, mendicanti, ladri e viziosi
18 parte: Le feste e i giochi d’azzardo
19 parte: La giornata lavorativa
20 parte: Le arti
21 parte: Commercio, industrie e banche
22 parte: I salari
23: Il clero
24: Le chiese, i conventi, gli ordini
25: Ordini e confraternite
26:Il culto, la predicazione, le processioni e il pellegrinaggio
27: La religione e la superstizione
Le chiese, i conventi, gli ordini.
Gli ordini religiosi a Firenze erano numerosi il più antico era quello dei benedettini. Avevano la loro chiesa, la Badia, che era stata fondata nel 978, ed era la parrocchia da cui dipendeva Dante. La chiesa come la vediamo oggi è un rimaneggiamento del 1600. Era la sua la campana che per secoli aveva scandito le ore di fiorentini.
Vi era poi l’ordine dei vallombrosani, altro ramo dell’ ordine dei benedettini. La loro chiesa era quella di Santa Trinita, costruita a metà del XI secolo, anche questa rimaneggiata prima nel XIV secolo poi nel XVI.
Altra comunità era quella dei camaldolesi, la loro chiesa era quella di Santa Maria degli Angeli, oggi San Frediano in Cestello, poi c’erano i cistercensi di Settimo, dislocati nel quartiere di San Frediano degli umiliati, stanziati nella chiesa di Ognissanti.
Gli umiliati e i cistercensi si occupavano delle finanze di Firenze perciò erano esentati dalle imposte.
Insieme ai benedettini vi erano gli agostiniani premostratensi, i serviti o servi di Maria che avevano come chiesa la Santissima Annunziata risalente al 1250, rimaneggiata poi nel XV secolo. Gli agostiniani erano i monaci di Santo Spirito, giunti in città nel 1250, la loro chiesa è scomparsa a metà del XIV secolo per lasciare posto alla chiesa che ospita i capolavori del Brunelleschi.
Agostiniani erano anche i monaci del Monte Carmelo, stabilitisi fuori le mura, a Santa Maria del Carmelo nel 1268, mentre gli agostiniani monaci di Sant’Egidio erano arrivati a metà del XIII secolo, conosciuti come fratelli della penitenza di Gesù Cristo e conosciuti con il nomignolo di frati della sacca o saccati, in riferimento a loro mantello di stoffa piuttosto grezza. Si stabilirono poi nell’ospedale di Santa Maria Nuova di cui erano i cappellani.
Gli agostiniani giamboniti, prendono invece nome dal loro fondatore San Giovanni Bono, stanziati nell’ospedale di San Gallo.
I templari invece giungono a Firenze nel 1242, arrivando nella chiesa di Santo Jacopo in Campo Corbellini, che passò poi all’ordine di Malta. Il porticato e le arcate oggi visibili sono proprio di quell’epoca. I templari furono poi perseguitati in tutto l’occidente e subirono la confisca dei loro beni nel 1311.
Dante condanna severamente il re di Francia Filippo il Bello per questo atto contro i templari menzionandolo nel suo Purgatorio, collocandolo poi nell’inferno insieme a papa Clemente V, colpevole di aver sciolto questo ordine nel 1312 nel concilio di Vienna sotto l’influenza nefasta del re francese.
All’epoca di Dante i due ordini più prestigiosi erano i francescani e i domenicani. A Firenze i francescani ebbero subito una sistemazione fissa presso l’ospedale San Gallo già dal 1211. Nello stesso anno venne aperto il convento delle clarisse di Monticelli, poi trasferitesi a Santa Maria di Monte Domini.
Furono i francescani a costruire la chiesa di Santa Croce nel 1228 sui resti di un’altra, sotto l’attuale pavimentazione infatti sono stati trovati i resti della vecchia chiesa. Il centro era assai attivo grazie ai miracoli che accadevano sulla tomba della beata Umiliana di Cerchi. Il convento attiguo ospitava i figli delle migliori famiglie di Firenze. All’interno del convento vi era anche un centro studi con un importante biblioteca.
Ma la comunità di Santa Croce si allontanò dalle regole iniziali e dalla povertà volute dal suo fondatore, ma soprattutto dalla sua indulgenza e dall’amore verso i suoi simili, cominciando nel 1254 a rappresentare l’inquisizione a Firenze. Dante aveva dei forti legami con Santa Croce (tra il 1287 1289) e aderiva all’idea della povertà di San Francesco che infatti esaltata nel suo Paradiso. Dante visse abbastanza per assistere alle dispute spirituali e conventuali in cui l’ordine sprofondò, facendone riferimento nel suo Paradiso, ma non si schierò mai. Lo stesso farà nei confronti dei domenicani di cui ammirava il fondatore, guarderà con disappunto l’operato dei suoi discepoli.
I Domenicani arrivati a Firenze nel 1219 si stabilirono nel 1221 nella chiesa di Santa Maria Novella, modernizzata nel 1246 e terminata nel 1360, intanto i dominicani si erano anche stabiliti a Santo Jacopo, oggi conosciuta come San Jacopo sopra l’Arno (da non confondere con San Jacopo in Campo Corbolini che era la chiesa dei Cavalieri di Malta).
Dante rimprovera ai domenicani di essersi allontanati dagli ideali il suo fondatore nel suo Paradiso, anche loro abbracciarono infatti gli ideali dell’Inquisizione. Fu grazie a loro che Dante conobbe e amò la filosofia tomista, che rappresenta la struttura intellettuale della Divina Commedia e dei suoi trattati quali il Convivio e la Monarchia.
Tra le comunità femminili le più importanti erano quella di Santa Felicita con la chiesa del XI secolo costruita sulle rovine di una chiesa paleocristiana, poi completamente rimaneggiata nel XVIII secolo. Poi vi è quella di San Pier Maggiore, la famosa chiesa che ospitava il vescovo durante la sua prima notte a Firenze. C’era poi quella delle clarisse di Monticelli, che ospitavano vedove e giovinette di nobili famiglie fiorentine. Le clarisse di Santa Maria di Montedomini e le domenicane di San Jacopo di Ripoli, le benedettine di Sant’Ambrogio in Pitti, le agostiniane di Santa Maria Maddalena a borgo Pinti.
ci siamo dimenticari di San Salvi?
Ci sono un sacco di errori ne “gli ordini religiosi.” a San Frediano in Cestello c’erano i cistercensi, che venivano dall’attuale Santa Maria Maddalena de’ Pazzi. I camaldolesi erano nell’attuale via dei Camaldoli e poi trasferitisi a Santa Maria degli Angeli. I domenicani arrivarono a Santa Maria delle Vigne poi ricostruita nel 1279 col nome di Santa Maria Novella. La chiesa di via Faenza di chiamava San Jacopo in Campo Corbolini, non Corbellini. Ecc.
Questo commento dovrebbe essere girato al autore da cui ho attinto le informazioni di nome Pierre Antonetti. Autore che come ho scritto sulla prima puntata di questo viaggio e che ritengo fonte attendibile. Sono, anzi siamo pronti a correggere quanto detto ci mancherebbe!