1 parte: prologo
2 parte: Le abitazioni, i mobili e le differenze tra case povere e ricche
3 parte: Abbigliamento
4 parte: L’alimentazione
5 parte: Il tempo
6 parte: Nascita e matrimonio
7 parte: La morte
8 parte: La famiglia e le donne
9 parte: Serve, illegittimi, donne e concubine
10 parte: Firenze la città
11 parte: Le strade e la vita in esse
12 parte: l’Arno i suoi ponti e la statua di Marte
L’alimentazione
Dante e i fiorentini mangiavano due volte al giorno, la mattina tra le 9 e le 10 c’è il ‘desinare’, poi alla sera al calare del sole la cena. Di solito il pasto cucinato è quello della mattina, la sera si consumano i resti, solitamente zuppa di legumi con o senza pasta alla quale si aggiunge il giovedì e la domenica della carne bollita o arrostita come: vitello, agnello, pecora e manzo.
Il venerdì durante la Quaresima si mangia ovviamente pesce, con un piatto di ceci o di cavolfiori, o la schiena di tonno affumicato. Tutto accompagnato da una grande quantità di pane, se ne arriva a mangiare anche un chilo al giorno, da qui nasce il termine “companatico”, cioè tutto ciò che si mangia con il pane.
Solitamente, quotidianamente, chi può si nutre di almeno 100 g di fave, 100 g di carne, non facendosi mancare la frutta. Come bevande: acqua o vinaccia annacquata, il vino genuino si beve nelle osterie o nelle taverne e birra (cervisia).
La domenica si può trovare selvaggina e pollame, solitamente farcito con carote dolci. I cibi sono generalmente molto pepati, cosa che porta disturbi al fisico e accorcia la vita. In linea di massima questo è il modo di mangiare, ovviamente i poveri si arrangiano di più, i fiorentini solitamente nel medioevo furono i più fortunati, perché nonostante guerre, pestilenze e carestie, ebbero sempre una discreta disponibilità di cibo.
Mangiano invece tre volte al giorno i ricchi, aggiungendo una merenda a metà giornata. Su ricche tovaglie ben intessute, salviette uguali per tutti, vasellame, argenteria, forchette, coltelli, bicchieri, tutti ovviamente preziosi.
I ricchi possono mangiare carne tutti i giorni e vino, spesso importato, sia dall’Italia che dall’estero.
Possono nutrirsi della cacciagione delle proprie terre o regalata dai propri fattori e mezzadri. Hanno una grossa disponibilità di spezie e di sale (molto caro).
Ci si lava le mani prima e dopo i pasti, si mangia spesso in presenza di buffoni, musici e di servitori, mentre le candele profumate ardono diffondendo profumi nell’ambiente.
Immaginiamo cosa poteva accadere durante una festa di matrimonio di persone ricche. Molte furono infatti furono le leggi suntuarie promulgate per limitarne gli eccessi, sia di portate che di convenuti. Una legge del 1330 limita a 20 le portate durante i banchetti! Considerate che i festeggiamenti per un matrimonio duravano fino a 3 giorni. Prendiamo per esempio il pranzo di nozze della sorella di Lorenzo il Magnifico nel 1466: 200 invitati poterono mangiare ben 260 capponi, 500 oche, 236 anatre 150 polli, 470 piccioni, bere 50 barili di vino bianco e 70 di vino rosso.
Liberamente tratto da “A Firenze ai tempi di Dante di A. Antonetti”
Accidenti! Non avrei mai immaginato tanta fame, o meglio non avrei mai immaginato che al posto dello stomaco avessero un pozzo senza fine…..