Via dell’Arcolaio conduceva alla Villa dei Filicaia, detta dell’Arcolaio perché la sua pianta somigliava al perimetro di un arcolaio. In via dell’Arcolaio, come sanno quasi tutti, c’è un bellissimo tabernacolo, che risale al Cinquecento.

Fu Baccio Bandinelli a farlo costruire, a sue spese, su un terreno di sua proprietà, forse in memoria dei tanti defunti per la peste del 1348, anche se lo ritengo improbabile, dopo più di un secolo dal terribile accadimento. La tradizione narra che venne eretto in questo luogo, che all’epoca era aperta campagna, perché sembra che proprio qui vi fosse un lazzeretto in cui morirono molte persone di peste nera.

 

Bargellini invece ci racconta che nei pressi della strada doveva trovarsi un monastero femminile, al quale apparteneva questo grande tabernacolo a loggetta, anticamente in mattoni, oggi intonacato.

E’ una struttura tutto sommato di una certa imponenza, quasi una cappella, sulla cui parete di fondo c’era un affresco, di cui il tempo aveva fatto sparire ogni traccia.

E’ rimasto lì, soffocato da palazzi moderni, a narrare una storia antica. Ed è già una fortuna che sia lì a testimoniare il passato: negli anni 60 il terreno su cui sorge e tutta l’area circostante furono acquisiti da un’impresa costruttrice, che realizzò diverse palazzine; il Tabernacolo, pur se sottoposto al vincolo delle Belle Arti, rischiò di venir abbattuto e fu soltanto grazie all’intervento del Comitato per l’Estetica Cittadina che riuscì a rimanere in piedi.

Non soltanto: il nuovo piano urbanistico cittadino prevedeva di far passare la strada alle spalle del Tabernacolo, che quindi avrebbe offerto alla vista il suo lato peggiore. Per questo motivo, venne smontato pezzo per pezzo e rimontato con il fronte che guardava la strada, offrendo il meglio di sé allo sguardo dei passanti.

Al posto dell’affresco originario, di cui niente si sa, vi venne collocato un affresco ottenuto ridipingendo le tracce residue sull’intonaco dello strappo di un affresco di Matteo Roselli, staccato dal chiostro della chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi quando una parte del monastero venne demolita per far spazio a Via della Colonna.

Dopo l’operazione di rotazione, il tabernacolo venne attentamente restaurato; col passare degli anni, il succedersi dei proprietari del terreno, fallimenti e quant’altro, il tabernacolo è stato lasciato all’incuria.

Gabriella Bazzani
Via dell’Arcolaio e il suo tabernacolo
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