Tempo fa, mentre vagavo senza meta per strade a me pressochè sconosciute, mi sono imbattuta in questa piccola struttura. Mi sono fermata ed ho visto un cartello di segnalazione turistica che lo indicava come “Loggia dei Bianchi”. La Loggia dei Bianchi si trova in via delle Gore, vicino a Careggi, ed è un piccolo oratorio risalente alla fine del Cinquecento.
Davanti all’oratorio si trova un piccolo portico con colonne in pietra; l’oratorio ha una cupoletta decisamente graziosa ricoperta di pietre lavorate a squame.
Bernardo Corona era un mercante di origine bergamasca che, mentre si recava a Roma quale penitente, fece sosta davanti ad un affresco del trecento che raffigurava la Madonna col Bambino.
Il dipinto fu poi ritoccato ed arricchito con una cornice di legno intagliato.
All’interno dell’oratorio, dove si trova il frammento pittorico con l’immagine sacra, le pareti sono decorate da affreschi, di cui alcuni attribuiti a Bernardino Poccetti.
In questa via, che all’epoca si trovava in aperta campagna, si fermò un gruppo di pellegrini chiamati “Flagellanti Bianchi”, perchè vestivano delle lunghe tonache bianche completate da un cappuccio che andava a coprire interamente il volto. Erano dei penitenti che provenivano da Chieri, in provincia di Torino, che dirigendosi a Roma, affrontavano il pellegrinaggio flagellandosi e gridando a gran voce “Pace e misericordia”. Questa confraternita era composta da pochi fratelli ma, con il passare del tempo, la schiera dei credenti aumentò a tal punto che perfino il Papa ne prese atto e li riconobbe come realtà all’interno della Chiesa, concedendo indulgenze e grazie a tutti coloro che ne entravano a far parte.
A Firenze, nel 1399, ne giunsero più di 40.000 e si accamparono fuori delle mura, lungo il Terzolle, poichè, per paura della peste, era stato loro interdetto l’accesso in città.
Sfiniti dal cammino e dalle malattie, affamati e sanguinanti per le ferite che si erano autoinflitte alla schiena, vennero curati e sfamati dalla Signoria fiorentina.
A Roma, nell’anno giubilare 1400, ne giunsero meno della metà e i pochi sopravvissuti portarono con sé il flagello della peste che cancellò definitivamente il loro ordine.
A ricordo del loro passaggio, il mercante bergamasco Bernardo Corona, fece erigere una Loggia sul preesistente tabernacolo che fu affrescata da Ulisse Giocchi, su disegno del Poccianti, con la leggendaria processione della Compagnia penitenziale, alla presenza dei committenti e dei loro rispettivi patroni.
Dal 1960 questa Loggia, peraltro molto bella, è stata abbandonata a sé stessa e adesso è da molto tempo imprigionata dentro una impalcatura metallica; uno dei tanti edifici abbandonati che meriterebbe un po’ di attenzione e che con un debito restauro, arricchirebbe il già vasto e nutrito stuolo di opere d’arte della nostra città.