Urbano VIII nacque a Firenze in un edificio signorile a piazza Santa Croce il 5 aprile del 1568 e morì a Roma nel 1644.
Parlo di lui perché è un altro legame che ho trovato tra la mia città Roma e Firenze, città che adoro. Urbano venne eletto nel 1604 e rimase in carica fino al 1623, il suo vero nome era Matteo Vincenzo Barberini.
Mi è venuto in mente di scrivere di lui dopo aver visitato il suo palazzo, quello che ha lasciato qui a Roma. Uno stupendo complesso che porta il suo illustre cognome e che oggi è diventato Museo Nazionale dedicato allo stile barocco. Un palazzo in cui lavorarono Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini, Pietro da Cortona, Pietro Maderno…
Maffeo è un discendente di una famiglia di agiati mercanti fiorentini di stoffe e sete. Prendevano il loro cognome dal nome (o forse il contrario) da Tafania, un casolare così denominato che si trovava a Barberino Val d’Elsa, in cui questa famiglia viveva, o vi aveva vissuto qualche suo membro.
Da qui provengono i “tafani” raffigurati nella loro araldica (insetti che succhiano il sangue degli animali), che poi lasceranno il posto alle più gradevoli e prestigiose “api”, noto simbolo della famiglia Barberini che troviamo raffigurate sul loro nuovo stemma araldico, da quando appunto il cognome Tafani mutò in quello più rinomato di Barberini.
In altre fonti compare come luogo di nascita di Maffeo, proprio Barberino di Val d’Elsa. La similitudine tra il luogo e il cognome è forte e lascerebbe pensare che da qui proverrebbe l’origine del loro nuovo cognome. A questo punto è probabile però che si tratti del luogo di provenienza di un altro ramo della sua famiglia.
Si direbbe certo che Maffeo nacque invece a Firenze, nell’edificio noto come palazzo Barberini sito al civico 5 di piazza Santa Croce, all’angolo con via Giovanni da Verrazzano. Altre fonti indicano però il numero 8. Probabilmente nessuna delle due informazioni è sbagliata, perché sembrerebbe trattarsi comunque dello stesso edificio.
Appartenente inizialmente alla famiglia Doffi, nel 1531, lo stabile fu comprato dai Barberini, poi nel 1551, la proprietà passò ai Corsini. È da tenere presente che a palazzo Barberini si incontra di nuovo questo cognome, che dà il nome alla famosa “Galleria Corsini” in cui sono conservate le stupende opere barocche.
Morto il padre, fu lo zio che si occupò di lui facendolo studiare nelle migliori scuole di Firenze e Roma
Nella capitale, nel collegio dei gesuiti (Collegio Romano) si laureò in legge; già a vent’anni era entrato nell’Accademia Fiorentina. Nel 1604 fu ordinato sacerdote.
Morto lo zio ereditò da lui una cospicua somma, con parte della quale comprò un fastoso palazzo che poi arredò in un lussuoso stile rinascimentale. Il caseggiato era talmente sfarzoso che Maffeo divenne famoso in tutta la città per esserne il proprietario. Nel 1606 divenne cardinale. Fu un grande cultore della letteratura latina e greca, tanto da essere spinto a scrivere dei versi di sua creazione in italiano, in latino e in greco, che furono poi stampati e venduti.
Di lui pontefice è difficile raccontare tutto, nei suoi lunghi vent’anni di pontificato fu coinvolto in molte complesse situazioni in cui anche tutta l’Europa si trovò. Molte di queste situazioni lo videro protagonista, spesso erano assai difficili ed intricate, o drammatiche, come il duro periodo della “Guerra dei trent’anni”.
Dunque mi soffermerò solo su alcuni aneddoti.
Durante l’Anno Giubilare, quando circa 500.000 pellegrini giunsero a Roma, il pontefice per agevolare il flusso dei fedeli (ricavandone grosse somme spesso riutilizzate per mantenere i propri vizi e il proprio lusso), invece del solito giro delle sette chiese poste fuori le mura (si tratta di un percorso di circa 25 km a piedi per visitarle tutte), diede modo ai pellegrini di visitare solo le chiese all’interno delle mura, concedendo però gli stessi benefici espiatori che si ottenevano dal consueto pellegrinaggio. Urbano durante il suo pontificato ordinò la fortificazione del porto di Civitavecchia, del Colle Quirinale, di Castel Sant’Angelo, costruì poi il palazzo pontificio di Castel Gandolfo, utilizzato come residenza estiva da lui ed dai papi che lo seguirono. Fece poi realizzare il famoso baldacchino posto ancora oggi al centro della basilica di San Pietro, la fontana del Tritone, sita proprio in piazza Barberini a Roma e il palazzo del Pontificio Collegio Urbano. Il pontefice fu patrono di vari pittori tra cui Giovanni Baglione, il famoso antagonista artistico di Michelangelo Merisi detto Caravaggio.
Durante il pontificato, Urbano VIII fu testimone del processo di Galileo Galilei, che era già cominciato sotto papa Paolo V. Maffeo, quando era cardinale a Firenze, aveva preso le difese dello scienziato, il quale per ringraziarlo gli aveva dedicato un saggio, positivamente valutato da Urbano VIII. Ma in un nuovo scritto dello scienziato, Urbano trovò che delle sue affermazioni, erano state distorte a vantaggio del pensiero di Galileo, non concorde con queste dichiarazioni, il papa si trovò quindi in forte contrasto con lui. Inoltre, il saggio incriminato dal titolo “il Dialogo”, era stato scritto in italiano e questo significava che Galileo “tramava” di diffonderlo al di fuori del mondo accademico, cosa che la chiesa non poteva tollerare. Fu nel 1632 che l’Inquisizione di Firenze ritirò tutte le copie in commercio del Dialogo. Urbano VIII fu allora spinto dai gesuiti, nemici dello scienziato, a mandarne una copia al Sant’Uffizio e all’Inquisizione di Roma. Galileo fu quindi arrestato nel 1633 a Roma, dapprima gli fu offerta l’occasione di apportare delle correzioni ai suoi scritti, per cancellare le dichiarazioni in contrasto con la chiesa, poi però, gli fu imposto di abiurare quanto dichiarato se non voleva essere condannato come eretico.
Dopo vent’ anni di regno, nel 1644 Urbano VIII si spense e fu sepolto all’interno della Basilica Vaticana, nel monumento funebre realizzato dal Bernini. Nonostante fosse stato politicamente attivo fronteggiando i sovrani europei e presente nella politica Italiana, andrà via con qualche peso sulla coscienza. La condanna di Galileo, la vita lussuriosa non proprio confacente ad un papa ed accompagnato dalle maledizioni del popolo romano, costretto ad essere vessato da ben 63 sue nuove tasse.
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Interessante buona giornata, credo che il tempo manca spesso a poterlo riassumere o leggerlo di nuovo anche per diversi volte che non è possibile avere tutto nella vita .
complimenti a piacere infinito che mi ha permesso di leggerlo una volta …
Un pensiero sincero : Delicato a CAMILLA