Pancrazio Malespini apparteneva alla antica e nobile famiglia dei Marchesi Malespini. Famiglia che ha dato i natali anche al diarista Ricordano Malespini, molto potente nel milleduecento, di parte Guelfa contro i suoi nemici dichiarati i Ghibellini Uberti.
Nel secolo XV, periodo in cui si svolge questa vicenda, i Malespini stavano uscendo dalla politica attiva cittadina. Abitavano in via Vacchereccia dove avevano case e torri, non lontano dal Palazzo della Signoria. Successe che Pancrazio Malespini si innamorasse, ricambiato, di una bellissima donna che lo accolse nel suo letto donandogli le sue grazie.
Ora una notte, mentre tornava al suo palazzo, Pancrazio venne fermato per strada dalle guardie di notte, dopo averlo riconosciuto lo lasciarono andare. Dopo poca strada arrivò in una piazza dove nel pomeriggio era avvenuta l’impiccagione di tre disgraziati. Nel buio circostante intravide i cadaveri ciondolare nella brezza notturna. Mentre guardava spaventato udì una voce stridula urlare: Stavolta tocca a te! Il poveretto con i capelli dritti in testa e spaventato a morte cadde in terra svenuto.
Ma non si trattava di fantasmi o di morti resuscitati tornati per spaventare la gente, ma di una povera matta, una Certa Biliorsa, che senza pensarci, al posto dei cadaveri rimossi aveva legato tre zucche, le quali viste in lontananza sembravano teste umane. Il povero Pancrazio, non riprese conoscenza tanto che al mattino i passanti credendolo morto, fecero arrivare i servizi funebri e la Compagnia dei Neri, i quali per pietà lo raccolsero portandolo nella loro chiesa dove lo misero in esposizione dentro una bara.
I famigliari di Pancrazio avvisati del lutto, si recarono a quella chiesa per il riconoscimento del cadavere e con un medico per accertarne la morte. Quando arrivarono, il medico constatò che era una morte apparente, dopo averlo fatto rinvenire i parenti gli chiesero di raccontarli cosa fosse avvenuto. Pancrazio raccontò tutto dello spavento patito nel vedere i tre cadaveri ciondolare e della voce che annunciava la sua prossima morte. Ma da gentiluomo quale era tacque sull’incontro amoroso dal quale era reduce.
Si concluse felicemente un accaduto che poteva essere letale per il pover’uomo.
La storia di Pancrazio Malespini, mi è piaciuta molto. Alcuni casi di morte apparente li ho letti in età giovanile, e il pensiero di essere sepolta viva, mi terrorizzava molto . Adesso la medicina moderna non permette alcun dubbio.
Complimenti !