Ci credete? Non ci credete? Poco importa. Il fenomeno ufologico è vecchio quanto il mondo. Gli avvistamenti, reali, finti, “costruiti” nel mondo sono innumerevoli e su Firenze e provincia non mancano.

Questa è un piccola rubrica per citare gli avvistamenti registrati su Firenze e provincia dal 1946 al 1980, se poi qualcuno ha a disposizione anche quelli successivi, e ce li fornisce, potremmo pubblicare anche quelli dal 1980 in poi.

Questo l’articolo precedente: Tutti gli UFO sopra Firenze dalla guerra ad oggi: 1960 e 1961

10 aprile 1962 a San Casciano in Val di Pesa, circa alle 21:30 visto un UFO, lo riporta La Nazione, Il Tempo del 12-04-1962; La Nazione, Stampa Sera e La Gazzetta del Popolo del 20-04-1962; Archivio CUN (Arch. Paolo Fiorino)

Il signor Mario Zuccalà di professione sarto, nato a Lecce ma residente da un paio di anni a San Casciano in località Cetinella, sposato e padre di 4 figli, all’età 27, racconta di aver avuto una esperienza ufologica mentre tornava a casa dal lavoro.

Il signor Mario tornava da Firenze con l’autobus e arrivato a San Casciano scese per raggiungere casa sua.Si incamminò a piedi lungo la strada che conduce a Cerbaia in modo da arrivare al bosco di Cetinella, che è circa 3 chilometri fuori dal paese di San Casciano, e dove vi era la sua abitazione. Durante il suo tragitto a piedi, un suo amico, un certo Maurizio, gli dette un passaggio con la proprio moto fino al limite del bosco di Cetinella. Sceso dalla moto il Sig. Mario si avviò per un viottolo che lo conduceva a casa.

L’aria era fresca e la Luna illuminava la strada. Dopo aver superato il cimitero di San Martino che distava circa 300 metri da casa sua, improvvisamente si sentì investire alle spalle da una folata di vento freddo. Senza farci caso più di tanto alzò il bavero del cappotto e continuò nel suo cammino. Subito dopo ancora un’altra folata lo investì con più intensità. Era un vento molto strano, gelido e non faceva muovere minimamente le foglie degli alberi. Questo impressionò il Sig. Mario e quindi si volse nella direzione in cui proveniva la folata. Fu a questo punto che lo Zuccalà vide qualcosa che lo lasciò di sasso e fece montare in lui il terrore.

Davanti a lui c’era un oggetto sospeso a circa 2,5 metri da terra e distante da lui circa 6/7 metri, di color alluminio, formato da due piatti sovrapposti e combacianti con i bordi, dalla superficie liscia e poco lucente e con diametro di circa 8/10 metri. Sembrava che l’oggetto girasse su se stesso ed emetteva un intenso ronzio, simile a quello di una “sega circolare quando taglia il tronco di un albero”.

Dopo qualche secondo, una sorta di cilindro metallico 1/1,50 metri di diametro, emerse dalla parte inferiore del “disco” e cominciò ad abbassarsi verso terra. Quando questo toccò il suolo, il Sig. Mario ebbe l’impressione che la superficie esterna risalisse scorrendo a mo’ di telescopio su un cilindro interno che invece rimaneva abbassato a terra. Su quest’ultimo si aprì una porta dalla quale fuoriusci una luce bianchissima e abbagliante. A quel punto la paura del testimone si trasformò in assoluta tranquillità. Dalla porta, entro la quale si intravedevano tre gradini di circa 40 centimetri ciascuno, discesero due omini alti 1/1,5 metri (erano più bassi dello Zuccalà) con struttura perfettamente umana. Il loro corpo sembrava ricoperto da una sostanza lucente, di apparenza metallica (simile al rame o al piombo). Calzavano guanti e stivaletti senza tacco. Sulla testa portavano un casco la cui parte anteriore appariva lucida e quasi trasparente, che però non permetteva di scorgere il volto. Il casco era dotato anche di due antenne. I due esseri parlavano con voce metallica, si avvicinarono allo Zuccalà, lo presero sotto le ascelle e lo accompagnarono all’interno del disco, in un locale dalle pareti nude e lisce, privo di mobili o strumenti ed intensamente illuminato. Il Sig. Mario non si scorgeva la fonte della luce. All’improvviso una voce, come scaturita da un microfono, inizia a parlare allo Zuccalà dicendogli: “E’ un’ora che ti aspettiamo. Al volger della quarta Luna, alle una antimeridiane, torneremo per darti un messaggio per l’umanità. Contemporaneamente, lo stesso messaggio sarà consegnato ad un’altra persona, in modo che l’umanità creda”.

A questo punto il sarto perse conoscenza e si risvegliò, seduto, sulla porta di casa. Sua moglie Franceschina, che si trovava già a letto, andò ad aprire la porta perchè sentì bussare quattro volte in modo violento. Lo Zuccalà però non ricordava di aver bussato, e quando la moglie si trovò davanti il marito, vedendo come era sconvolto, lanciò un grido di spavento. Erano circa le 22:00. Accorsero anche altri famigliari a cui lo Zuccalà raccontò cosa gli era accaduto. Alla fine della esposizione dei fatti, il fratello Otello ed il cognato Sergio, che si era munito di accetta, corsero verso il luogo del presunto incontro, ma non trovarono ne videro niente di insolito. Lo Zuccalà rifiutò di recarsi subito dai carabinieri. Quella notte non riuscì a prendere sonno.

Il giorno dopo raccontò la sua storia ad un collega di lavoro il quale, a sua volta, la comunicò al quotidiano Nazione Sera che riportò l’episodio sulle sue pagine l’11 aprile. Quello stesso giorno lo Zuccalà fu interrogato per due ore dai carabinieri di San Casciano e, pare, che sia caduto in diverse contraddizioni. Inoltre, la gente del paese, pur considerando lo Zuccalà un buon lavoratore e un ottimo padre di famiglia, non credeva alla sua storia perchè pensava che il sarto si fosse inventato tutto per pubblicità e soldi. Addirittura in paese correva voce che il sarto fosse stato visto “disegnare per terra i marziani, così come apparivano in certi giornali a fumetti”.

I giornalisti che affluirono a San Casciano, specularono poi sul significato del messaggio che i presunti marziani avevano rilasciato allo Zuccalà arrivando così ad ipotizzare che il secondo appuntamento dovesse avvenire nella notte fra il 19 ed il 20 Aprile. Fu così quindi, nonostante fosse brutto tempo, che in quella notte precisa accorsero a San Casciano centinaia di persone provenienti da tutta la Toscana, con l’intento di vedere i famosi extraterrestri. Era presente anche la RAI-TV con il presentatore Enzo Tortora. Tutti quanti però rimasero inutilmente in attesa, in quanto lo Zuccalà era assente perchè “scomparso già da due giorni”. Nessuno spaziale si fece notare dalla folla.

Pochi giorni dopo, alcuni studiosi fiorentini, Solas Boncompagni, Pier Luigi Sani, Francesco Cascione e l’allora giovanissimo Roberto Pinotti, intervistarono a Firenze lo Zuccalà il quale confermò quanto riportato a suo tempo dai giornali aggiungendo però qualche particolare inedito: che gli “spaziali” gli avevano assicurato la loro protezione, che i cani e i gatti della zona si agitarono la sera del 10 aprile, che i suoi familiari avevano avvertito il rumore del disco volante e che, contrariamente a quanto si credeva, il secondo incontro con gli extraterresti avvenne veramente, anzi, ce ne fu addirittura anche un terzo. Il secondo avvenne proprio il 20 aprile, mentre la folla dei curiosi e la RAI-TV erano in attesa della venuta del disco volante. Lo Zuccalà in quella occasione, guidato “da alcuni globi verdi e ondeggianti nell’aria” in un punto solitario nelle vicinanze di casa sua, si incontrò con gli alieni sul loro mezzo e dove gli fu consegnato, da parte loro, una teca contenente metà del messaggio destinato all’umanità, mentre l’altra metà sarebbe invece stata consegnata ad una persona che abitava agli “antipodi” e con il quale, lo Zuccalà, si sarebbe incontrato nel tempo per unire le due parti del messaggio e poter così procedere alla sua diffusione. Allo Zuccalà fu mostrato anche il volto della persona che avrebbe dovuto incontrare. I presunti alieni fecero anche altre rivelazioni al sarto quali ad esempio che loro provenivano da Venere, che avevano già contattato molte altre persone, alcune delle quali scartate perchè non “idonee” e che il lancio della sonda americana Ranger IV, che doveva essere effettuato il 24 aprile con lo scopo di raccogliere foto sul suolo lunare, sarebbe fallito. Il terzo incontro sarebbe avvenuto il 26 aprile alle 01:30. In quella occasione fu prelevato dai “venusiani” mentre dormiva, passando dalla finestra e senza che la moglie si accorgesse di niente perchè immersa in un sonno profondo provocato dagli stessi spaziali. Quasi volando, lo Zuccalà fu portato sul loro disco parcheggiato a 40 metri da casa sua e, da qui, fu portato nello spazio, tantè‚ che da un oblò, vide la terra come una sfera lontana. In questa occasione, i “vesuviani” indossavano una tuta argentea per proteggersi dai raggi solari. Inoltre apprese che le antenne, sul casco “erano per la pesantezza dell’aria”. Notò anche che gli occupanti avevano una sorta di “tondo argenteo” sopra lo stomaco. Gli alieni lo congedarono poi raccomandandogli di non fumare.

L’esito dell’intervista fu considerato, in sostanza, negativo dagli ufologi fiorentini. Lo Zuccalà dette proprio l’impressione di raccontare una storia prefabbricata, dando a capire, inoltre, che avrebbe voluto un compenso. Naturalmente si rifiutò di mostrare la famosa “teca” consegnatali dai presunti vesuviani, dicendo che l’avrebbe esibita solamente dopo l’incontro con il possessore dell’altra metà. Tutto questo fece capire agli studiosi che doveva trattarsi di una mistificazione, soprattutto per quanto riguardava il secondo ed il terzo incontro che lo Zuccalà sosteneva di aver avuto con gli alieni. Del resto al console Perego, allora noto ufologo, lo Zuccalà raccontò diversamente la storia, dicendo che lui aveva ricevuto una teca circolare con l’intero messaggio e che avrebbe dovuto rivelarlo in agosto. Disse inoltre che la data del secondo incontro non fu il 20 aprile ma il 24.

Queste ed alte incongruenze resero quindi la storia poco credibile. Superfluo dire poi che effettivamente il lancio della sonda Ranger IV fallì il 24 aprile, ma il preannuncio fu riferito dallo Zuccalà non prima, ma dopo il fatto. E’ quindi probabile che il sarto abbia ricamato a dovere una storia fantomatica con il fine di spillare un po’ di soldi, cosa questa che invece non gli riuscì affatto.

30 maggio 1962 sul cielo di Firenze circa alle 20:40 fu vista una scia di vapore rosso, lo riporta Il Giornale del Mattino del 31-05-1962

Gli astrofili Sergio Nardini, Mauro Palazzini e Silvano Ceccarelli, mentre erano intenti a fare delle osservazioni di Venere e di Mercurio, notarono in direzione sudovest/ovest, una scia di vapore rossastro che si spostava ricadendo in direzione della terra. La scia si nebulizzava nel cielo e cominciava, in modo lento, a sfaldarsi, fino ad assumere l’aspetto di una grossa nube rossastra che persisteva diminuendo di intensità fino alle 21:20. La notizia venne comunicata ad altri, i quali poi ebbero modo di constatare il fenomeno.

Tutti gli UFO sopra Firenze dalla guerra ad oggi: 1962
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Un pensiero su “Tutti gli UFO sopra Firenze dalla guerra ad oggi: 1962

  • 15 Febbraio 2023 alle 0:06
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    Questa volta, all’inizio, mi avete fatto venire i brividi!

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