Inizio Terzo Tempo
Per i fiorentini DOC il film “Amici Miei” rappresenta un tassellino di cuore, non solo perché è girato a Firenze, ma anche perché vi si ritrova quello spirito, e quella malinconia, che il fiorentinaccio sente propria.
Devo mettere subito in evidenza che il lavoro di trovare queste location non è mio, ma di un blog che per quanto riguarda il cinema è davvero portentoso. Si tratta del davinotti, un sito web che vi consiglio di andare a guardare e sfogliare. In questo articolo sfrutto molto del loro lavoro e unisco a questo immagini e tecnologia. Attraverso Maps si possono raggiungere le varie location e vederle per come si presentano oggi e confrontarle per come erano allora. Ovviamente cliccate sul link in colore rosso.
Terminiamo…
Location 31 e 32: Nella scena successiva i quattro storici amici si ritrovano senza stimoli ed idee e decidono di andare al cinema. Il Necchi legge svogliatamente i titoli dei film in programmazione mentre sono davanti all’attuale (si fa per dire perché è chiuso anche questo) Astra 2, ex Metropolitan Il Cinema è in Piazza Beccaria. Nella scena successiva compare il mitico pensionato delle poste il Sig. Righi che pieno di paste mangiate AUFO e fischiettando diventa il bersaglio della banda di gangster del bar Necchi. Costretto ad uscire con lo zucchero in tasca aspetta gli spacciatori ai giardinetti di piazza Nicola Demidoff sul Lungarno Serristori.
Location 33 e 34: Ciò che sembrava un semplice scherzo al Righi diventa una vera e propria sequenza di gag imperdibili. Ma prima ci deve essere l’autorizzazione del Boss a far entrare il Righi nella banda, e quindi di nuovo a Pescia alla clinica del Sassaroli, ma sempre in fondo a viale Agusto Righi. Dopo un perentorio “proviamolo” del Boss ecco che comincia la prima “missione”. Con una frenata da spappolarsi il naso i quattro narcotrafficanti e il pensionato Righi si ritrovano in piazza Santissima Annunziata per una prima missione.
Location 35 e 36: La prima missione consiste nel recarsi presso un negozio di fiori, all’epoca era “fiori Nardi” in via dei Servi al 124 e 126 rosso, oggi quelle vetrine corrispondono alle sale per la colazione dell’Hotel delle Due Fontane. Dopo una giornata intera di affari illeciti, a cui avrei voluto tanto partecipare anche io, si ritrovano presso un negozio che vende scherzi di Carnevale dove ritireranno, finalmente, il “grisbi” da spartire tra tutti, meno il Righi. Il negozio in oggetto è in via il Prato, all’epoca Cartoleria Pettinelli, oggi… oggi… bho! Dopo una partenza a razzo a causa della presenza di una pantera della polizia girano repentinamente in via Berbardo Rucellai e sullo sfondo si vede l’insegna Ferrari quando era presente la concessionaria in quella che per tutti a Firenze era conosciuta come “Rotonda Ferrari”.
Location 37 e 38: Dopo la spartizione del grisbi e l’accettazione del Righi nella banda, dato che è riapparsa la “banda di marsigliesi”, gli amici si dedicano, giorno e notte a “curare” il Righi e non c’è più famiglia, lavoro e amanti. Infatti il Mascetti, in Piazza Sant’Ambrogio, telefona (quando c’erano ancora le cabine a gettone) alla Titti e conclude la telefonata con “oooohhh Titti” che a Firenze è divenuta sinonimo di “non rompere…”. Nella scena subito dopo la macchina inchioda su un ponte da cui viene gettato un pacco. Si tratta del Ponte presso Montebuoni, sulla via Scopeti, il ponte è comunemente chiamato ponte di Scopeti. La macchina arriva proprio dagli Scopeti per poi girare sulla via Cassia in direzione San Casciano Val di Pesa.
Location 39 e 40: Nella scena successiva la macchina si ferma su un secondo ponte dove viene ritirato un altro pacco, nascosto nel tabernacolo, con 85 milioncini da spartire. Questo secondo ponte è lungo la via Chiantigiana per il Ferrone svoltando a destra sulla via di Luiano. Ma mentre il Righi, finalmente, scende per poter pisciare arrivano i marsigliesi, ovvero il Sassaroli su un’altra auto, e comincia un inseguimento con pistolettate. Nella scena successiva le due auto girano repentinamente a destra infilando su un terzo ponte ancora. Si tratta sempre della via Chiantigiana per il Ferrone ma all’altezza di via della Mandria.
Location 41 e 42: Terminato l’inseguimento i quattro amici e il Righi si rifugiano presso un edificio in costruzione dove finalmente possono dividere il bottino, questa volta includendo il Righi nella spartizione. Come sappiamo il pacco si dimostra un “pacco” pieno di giornali e il Righi resterà a bocca asciutta. Il gruppetto si è rifugiato presso il Mandela Forum, ancora in costruzione, a Campo di Marte. Oggi, che l’edificio è terminato e circondato da siepi, è difficile con Maps trovare una giusta angolazione e forse è meglio vederlo da dentro. Purtroppo tutte le zingarate arrivano al termine e questa la termina la moglie del Necchi, che quando la giura sul bambino purtroppo la mantiene. Questa è la frase che mette fine alla zingarata. Finita si ma in bellezza, con uno scontro con i Marsigliesi che si svolge in via dell’Argingrosso al civico 113. Dove ora sorge un palazzo all’epoca lo stesso era in costruzione e la cruenta sparatoria avviene proprio all’interno del cantiere.
Location 43 e 44: Lo scontro cruento non passa inosservato e difatti, con una pagina ben realizzata dal Perozzi, il giornale riporta della disfatta della banda dopo uno tremendo scontro a fuoco. Ovvio che l’unica faccia presente sul giornale sia quella del Righi che quindi deve sparire. Viene spedito dalla sorella a Reggio Calabria (che non è mica lontano!). La scena successiva vede quindi i quattro amici, perché il boss Sassaroli è morto nello scontro con i marsigliesi, accompagnare il Righi, travestito da frate, alla Stazione di Santa Maria Novella a prendere il treno. Partito il Righi e dopo aver preso a schiaffi i passeggeri, i quattro si ritrovano in piazza Acciaioli al Galluzzo, dove si salutano finita la zingarata.
Location 45: Nella realtà chi ci rimette la vita, nel film, è il Perozzi che rientrato a casa è colto da un infarto. Morto l’amico viene fatto il funerale che si svolge presso la Chiesa di Santo Spirito in piazza Santo Spirito. Il Righi, rientrato a Firenze, si presenta al funerale scoprendo che il Boss Sassaroli è ancora vivo, ma il morto è il Perozzi, un traditore!
Qui si conclude il film con risate mascherate da pianti segnando definitivamente il punto, che la vita e la morte son sempre un modo per scherzare.
… e l’atto II?