Difficile raccontare qualcosa di originale su San Frediano. Soprattutto di non stereotipato. Ormai è uno stereotipo anche l’attuale decadenza del rione, il suo cedimento alla monocultura del turismo del trolley, la forte espulsione del vero popolo sanfreanino, composto da artigiani
Un cinquantennale per una piccola gloria fiorentina: La pubblicità della Vespa.
Ad intervalli casuali di tempo si torna a parlare della campagna “Chi Vespa mangia le mele”. E questo accade dal 1969, anno di uscita. Perché parlarne in questa sede, dentro “Florencecity”, magazine diffuso via Web particolarmente attento alla vita fiorentina?
Un’immagine fiabesca di Giuseppe Zocchi.
Qui vediamo l’Arno e la sponda sinistra, coprendo lo spazio che va dall’attuale Lungarno Serristori alle prime arcate del Ponte alle Grazie. Torri, torrette, merlature, archi e beccatelli. Potrebbe essere la scena, al limite del lezioso, di un quadro preraffaellita.
Da un dipinto di Fabio Borbottoni, due fantasmi urbanistici.
La Porta di Camaldoli è una presenza enigmatica già per come viene rappresentata nel dipinto di Fabio Borbottoni a lei dedicato. Era una porta e quindi era un punto di collegamento tra il dentro ed il fuori della grande cinta
San Niccolò e lo strano gioco di porticine e scalette.
La Porta di San Niccolò, creata come basilare caposaldo difensivo sul fronte orientale dell’ultima cerchia di mura, perse importanza dopo la diffusione dell’artiglieria pesante. Il suo declassamento strategico le risparmiò la scapitozzamento e quindi oggi, caso unico a Firenze, la