Per tutta l’età antica non vennero mai usati segni particolari per raffigurare la forma interrogativa. L’odierno punto interrogativo nacque solo nel medioevo, quando i monaci amanuensi, per indicare le domande, erano soliti scrivere alla fine della frase la sigla “qo”,
Prendere due piccioni con una fava.
Nell’antichità c’era un modo particolare per cacciare il piccione selvatico: veniva usata come esca una fava secca legata a un filo fissato a terra. Una volta inghiottita la fava, il volatile non era più in grado di espellerla e rimaneva
Quando il leone piscia in Arno.
Sulla sommità della Torre d’Arnolfo si può notare una banderuola in bronzo dorato con la forma di un leone rampante che poggia su di una palla e che regge con le branche un’asta metallica che sostiene un giglio fiorentino. La
Intervista a Luciano Artusi, anima di Firenze.
Esiste una persona a Firenze che incarna la città stessa. Sindaci, Assessori, Giunte sono politicamente i timoni, ma non certo l’anima della città. Per essere parte dell’anima della città si deve viverla. Luciano Artusi non solo la vive, ma l’ha
Le cipolle del Caparra.
Prima della costruzione di Palazzo Strozzi la piazza antistante era comunemente chiamata “Piazza delle Cipolle” perché vi si svolgeva il mercato ortofrutticolo e quindi si vendevano cipolle, cocomeri, poponi, ortaggi, verdure e frutta di stagione. Messer Filippo Strozzi fece costruire
La spada nella roccia.
(NdR) Per Cittadini di ex città fortificate fuoriporta significa abbandonare la città per una escursione nei dintorni della città stessa. Un significato adatto a questa categoria di articoli che parlano di qualcosa che esula da Firenze. Un’altra città o un’altro argomento,
BURLE TOSCANE: le Ciarle del Ciarleglio.
Nel panorama toscano ci sono degli autori che rappresentano Firenze e la Toscana come equivalente d’arte e bellezza, difficilmente escono da quest’ottica, un rapporto mecenate, artista, opera d’arte. Spesso non si rendono conto che la Toscana è quello che è
Non stare più nella pelle.
Nelle sue “Satire” il poeta romano Orazio cita una delle favole di Fedro, nella quale una rana si era messa in testa di diventare grossa come un bue. Cominciò così a gonfiarsi d’acqua e, incoraggiata dai primi consistenti risultati, si
Moglie e buoi dei paesi tuoi.
Si tratta di un antico detto, frutto della saggezza popolare contadina, ormai antiquato e in contrasto con l’ampliamento e l’integrazione della società moderna. Nell’antichità la moglie era infatti il fulcro intorno al quale ruotava il nucleo familiare, mentre i buoi
Indorare la pillola.
Nel medioevo le pasticche venivano preparate dagli speziali dopo un lungo procedimento nel quale si pestavano, si riducevano in polvere e si mescolavano diverse erbe medicamentose. Il grosso problema era che questi confetti avevano sempre un gusto estremamente amaro e
Acqua in bocca! Ssssshhh!
Il prete fiorentino Pirro Giacchi, poeta e letterato vissuto nell’800 nonché autore del “Dizionario del Vernacolo Fiorentino”, ci ha tramandato un aneddoto secondo il quale una popolana era tristemente famosa per essere un’inguaribile pettegola. Per questo motivo veniva trattata male
Mangiare la foglia.
La spiegazione di questo comune modo di dire sembra derivare direttamente dal mondo dell’agricoltura, che per sua natura è già ricolmo di foglie e fogliami. Osservando il comportamento del mondo animale infatti, si può notare che il baco da seta