Lorenzo duca di Urbino, Caterina, Leone X e Clemente VII.
di Salvina Pizzuoli
Chi era Lorenzo dei Medici, duca di Urbino? Era figlio di Piero, il figlio maschio primogenito di Lorenzo dei Medici, e di Alfonsina Orsini. Vantava quindi una discendenza diretta da Cosimo il Vecchio.
Il suo nome è passato alla storia più per l’ illustre parentela che per il suo operato: ricevette il nome del nonno che era da poco scomparso essendo nato nel 1492, quel Magnifico Lorenzo che aveva fatto la storia non solo di Firenze ma del suo tempo, e fu quindi nipote di papa Leone X, uno dei Medici asceso al soglio pontificio, e fu anche padre di quella Caterina che sarebbe diventata regina di Francia. Conobbe Francesco I re di Francia e sposò una discendente della casata. Con una tale parentela non si trema: il titolo stesso di Duca d’Urbino fu il risultato di un’usurpazione perpetrata dal potente zio Leone X ai danni dell’effettivo tenutario Francesco Maria Della Rovere, pare per diretta, continua ed estenuante richiesta da parte dell’ambiziosa madre Alfonsina Orsini al papa perché desse uno stato al figlio. Quando il Della Rovere intervenne militarmente per recuperare il ducato nel 1517, Lorenzo non si distinse per le sue virtù militari e la sconfitta del Della Rovere fu solo dovuta alle scarse finanze. In realtà Lorenzo, detto Lorenzino, preferiva i cavalli, le battute di caccia il bel vestire e le feste e aveva una particolare propensione verso le donne:
Alessandro detto il Moro, futuro duca di Firenze, era suo figlio naturale anche se da altri la paternità viene attribuita al cugino cardinale Giulio, l’altro papa Medici con il nome di Clemente VII. Sempre lo zio Leone X lo designò suo portavoce presso il re di Francia Francesco I con il quale simpatizzò subito essendo anche lui un giovane e gaudente coetaneo.
Come è beffardo il destino: chi avrebbe potuto immaginare che quel Francesco I sarebbe diventato il suocero della figlia che ancora non era nata? Le sue nozze con la francese Madeleine de la Tour d’Auvergne, altro regalo dello zio papa Leone X e della sua volontà di legare i destini dello stato pontificio e di Firenze alla Francia, avvennero nel 1518 ma solo un anno dopo Lorenzo, da anni afflitto dalla sifilide, moriva preceduto di pochi giorni dalla moglie, deceduta presumibilmente di febbri puerperali nel dare alla luce il 13 aprile del 1519 la figlia Caterina.
Oggi le spoglie di Lorenzo riposano nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo a Firenze, ma il suo non è un monumento funebre qualsiasi, un altro grande lega il suo nome a quello di colui la cui morte non dispiacque né ai fiorentini né allo zio papa: Michelangelo Buonarroti. Spesso per l’omonimia, il sepolcro viene scambiato per quello del nonno, anche se la statua sulla nicchia sovrastante, opera del grande maestro, ne raffigura l’effige in atteggiamento pensoso o malinconico e per nulla somigliante ma ne idealizza, insieme alle sculture del Crepuscolo e dell’Aurora che lo corredano, il concetto del Tempo che trascorre e che “tutto consuma”.
Com’è difficile seguire la genealogia di casa Medici: i loro nomi infatti si ripetono sempre uguali, a danno di qualcuno ma in questo caso a favore di un Lorenzo che i fiorentini battezzarono Lorenzino, per distinguerlo, come per Lorenzaccio altro rampollo della casata, da quell’ unico Magnifico.
La piccola Caterina, appena nata fu subito orfana di padre e madre contemporaneamente nell’arco di soli 22 giorni. Caterina Maria Romola dei Medici non aveva ereditato solo i vari nomi a corredo ma molti averi da parte e del padre e della madre: era una rampolla preziosa, non solo perchè era ultima discendente legittima di Cosimo il Vecchio, ma anche perchè nei tempi politicamente tristi in cui trascorse la sua infanzia rappresentava un’ottima merce di scambio. I suoi primi anni di vita non possono dirsi felici: prima con la nonna paterna che muore illacrimata nel 1520, poi tra conventi fiorentini, di Santa Lucia e della SS. Annunziata delle Murate, quindi alla corte papale a Roma.
Mai fanciulla fu più contesa. Vantava vari pretendenti, anche se non poteva dirsi bella, ma in tempi turbolenti come quelli, quando contavano i matrimoni politici, a soli 10 anni era stata proposta sposa a principi e nobili italiani e stranieri. Fu Clemente VII, l’altro papa Medici, succeduto al breve papato di Adriano VI alla morte di Leone X, che concluse gli accordi internazionali promettendo Caterina ad Enrico di Valois duca d’Orleans, figlio di Francesco I re di Francia. Nel 1533, a 14 anni, Caterina è sposa, a 28 regina e a 40 vedova.
La regina nera, per il lutto stretto che la contraddistinse alla morte del suo amato Enrico, la negromante per aver affidato come molti altri re e principi le decisioni appoggiandosi a grandi figure di visionari come Nostradamus, la sanguinaria per la strage di San Bartolomeo, la magnifica innovatrice: questi i vari epiteti che l’hanno consegnata alla storia. L’ultimo, legato ad una pubblicazione che la riguarda, la immortala come il bisnonno ed è quello che più condivido.
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