Prima parte
La religiosissima Willa di Spoleto o di Tuscia sposa di Uberto Marchese di Toscana, fondò nei suoi possedimenti toscani quattro Badie. Il nome Badia è l’abbreviazione di Abbazia, che significa Comunità religiosa retta da un Abate, cioè Padre derivato dall’aramaico. Gesù crocifisso, nel momento della morte si rivolge al Padre chiamandolo Abba.
Questi edifici religiosi vennero eretti seguendo la disposizione della Rosa dei Venti ai quattro punti cardinali. Furono edificate nei dintorni della nuova capitale del Marchesato: Firenze.
Al centro la Badia fiorentina o Santa Maria, a settentrione la Badia Fiesolana, a mezzo giorno la Badia di San Miniato al Monte, a occidente la Badia a Settimo, ad oriente la Badia di Ripoli.
Una leggenda narra che, suo figlio Ugo II “il Grande”, Gran Barone o Margravio di Toscana, seguendo la traccia della madre abbia continuato nella fondazione dei sacri edifici erigendo addirittura sette Badie.
LA BADIA FIORENTINA O SANTA MARIA
Nella Rosa del Venti si trova al centro la Badia fiorentina. E’ stata citata dal sommo poeta Dante Alighieri, nella Divina Commedia quando parlando del suo Antenato Cacciaguida degli Elisee ricordava “che la città di Firenze piccola e pudica stava entro le mura carolinge”.
A quell’epoca al posto della Badia vi era la chiesa di Santo Stefano detta “del popolo” incorporata nella cerchia muraria. Nell’anno 960, venne venduta da un privato alla madre di Ugo II. Divenuta vetusta fu abbattuta, al suo posto il 31 maggio 978 la Contessa Willa, ne fa costruire una più grande con il nome di Santa Maria, dandola ai monaci Benedettini.
Ugo II divenuto nel frattempo Marchese di Toscana, la accrebbe con munifiche donazioni. Nell’anno 1034 venne dotata di un ospedale, tanto da attirare l’attenzione dell’Imperatore Ottone III e del Papa Benedetto IX, che ne rilasciarono riconoscimenti per l’opera della chiesa.
Alla morte di Ugo II. Avvenuta il 21 dicembre dell’anno 1001, i frati riconoscenti per le munifiche donazioni, iniziarono a celebrare una messa in suo onore. Ancora oggi, il 21 dicembre di ogni anno, viene celebrata per il Gran Barone a una messa a suffragio. Il rito inizia con l’esposizione della presunta armatura sul sarcofago fatto fare dallo scultore Mino da Fiesole.
BADIA FIESOLANA O DI SAN SALVATORE
Nella posizione della Rosa dei Venti a settentrione si trova la Badia Fiesolana o Badia di San Bartolomeo (apostolo ucciso e scuoiato dal re dei Medi di Siria), fondata fuori del centro abitato della città di Fiesole in Località San Domenico finita negli anni 1025/1028, al posto di un oratorio dedicato ai Santi Pietro e Romolo.
La Badia è stata sede vescovile di Fiesole fino all’XI secolo. Al tempo della conquista di Fiesole da parte dei fiorentini, trovandosi fuori delle mura cittadine, venne facilmente conquistata. Il Vescovo fiesolano Jacopo il Bavaro, eresse una nuova chiesa dentro le mura, ancora oggi in attività.
La Badia visse momenti di abbandono. Prima venne affidata ai Camaldolesi e dal secolo XIII ai Benedettini. Durante il XV secolo al tempo del Concilio per la tentata riunificazione delle chiese di occidentale e orientale, Cosimo il Vecchio e il Vescovo fiesolano lavorarono per farne un centro di accoglienza. La Badia ospitò anche i frati dell’ordine Agostiniano. Cosimo per remissione dei suoi peccati di usura, iniziò ad usare il patrimonio di famiglia per le migliorie alla chiesa. Alla sua morte i lavori furono portati avanti dal figlio Piero ma mai portati a termine. La facciata rimase incompiuta senza rivestimento. Il monastero, edificato accanto alla Badia venne utilizzato come ospedale per i malati di sifilide e durante l’assedio del 1530 divenne un quartiere militare.
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