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Badia a Passignano di San Michele Arcangelo “Angelo Guerriero” – Barberino Tavarnelle –

La fondazione di questo complesso monastico, sembra sia stato opera dei Longobardi. La data della sua erezione si crede sia avvenuta nel 395 ad opera di un certo Sichelmo con suo fratello Zenobio. Nel Rituale Passinianense dell’anno 1316 il 18 ottobre risulta un suffragio per i due fratelli. La notizia si trova scritta in una frase latina: “de officio Sichelmi, qui edificavit hoc monasterium”.  Nell’archivio del monastero si trovava un atto rogato nel marzo 884 presente tale Willerando “scabino” (Durante il Medio Evo era il nome di esperti in legge di buona condotta, che dal tempo di Carlo Magno costituivano il corpo dei Giudici permanenti della Contea).

Un altro atto del marzo 903, ci segnala i monaci presenti nel monastero. C’era un Abate, un proposto o preposto o prevosto (nome di una dignità esistente primieramente in antico nei monasteri. Veniva dopo l’Abate, era incaricato dell’amministrazione dei beni temporali). La comunità nell’XI secolo accolse la riforma vallombrosana promossa da Giovanni Gualberto, nella dilagante lotta contro la Simonia (commercio dei beni spirituali e delle reliquie).

In questo monastero, venne organizzato nel 1050 dall’Abate vallombrosano passignanense Leto, per l’estate di quell’anno un incontro fra il Papa Leone IX (Brunone dei Conti Egisheim Dasburg) e Giovanni Gualberto per la conferma della regola. Nella lotta fra Giovanni Gualberto e il Vescovo di Firenze Pietro Mezzabarba accusato di essere simoniaco, si tenne presso la Badia a Settimo “l’Ordalia” ovverossia la prova del fuoco.

Si trattava di una prova per stabilire, affidandosi al giudizio divino, chi fra i due contendenti avesse ragione. I due contendenti dovevano passare per un corridoio fra cataste di legno infuocate. Quello che fosse passato illeso avrebbe avuto ragione. L’Abate di Passignano Pietro, campione dei Vallombrosani (Giovanni Gualberto era molto anziano), percorse il corridoio infuocato senza scottarsi, meritandosi da allora l’appellativo di “Igneo”. Con questa sconfitta il Vescovo di Firenze Pietro Mezzabarba, abbandonò la cattedra di San Zanobi ritirandosi presso l’Abbazia di Pomposa dove morì.

Giovanni Gualberto morì presso la Badia di Passignano il 12 luglio 1073. Il conforto più grande lo ebbe quando venne eletto al soglio di Pietro il Vallombrosano Ildebrando di Soana con il nome di Gregorio VII.

Alberto Chiarugi
Storia delle badie fondate intorno a Firenze: 6° parte
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Un pensiero su “Storia delle badie fondate intorno a Firenze: 6° parte

  • 24 Marzo 2025 alle 20:02
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    Scusate, ma sarei molto contenta che si scrivesse anche dell’attuale chiesa di Montesenario, che nonostante la posizione invidiabile, non credo che si chiami anche quella “abbazia del Buon Sollazzo”.
    Ciò che so di quella chiesa è che oggi è legata alla chiesa della SS. An-nunziata e che è stata fondata da dei laici, giovani fiorentini, che decisero insieme di ritirarsi dagli agi e fondare e costruire una chiesa lontano da tutto. Non ricordo quanti erano questi giovani, credo 7, non ne sono sicura e mentre costruivano il santuario, la notte si ritiravano in degli antri e delle grotte lì intorno finchè questo non fu costruito del tutto. Ci sono molte parti della cosruzione e dei giardini inaccessibili al pubblico. Sarebbe possibile saperne di più?

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