Recentemente è balzata all’onore delle cronache, sia locali che nazionali, l’iniziativa del sindaco di Firenze per arginare il fenomeno dei turisti che nel centro della città bivaccano un po ovunque, luoghi sacri compresi, seminando sporcizia e offrendo uno spettacolo non dei più edificanti. A rincarare la dose, nei giorni scorsi, varie foto pubblicate su facebook che mostrano alcune persone che dormono beatamente sul sagrato del Duomo, infischiandosene del cordone che segnala il divieto di accedervi.
Non sappiamo se la soluzione attuata dal Sindaco (utilizzo di idranti) sarà o meno efficace per risolvere il problema, quel che è certo è che si tratta di un problema non nuovo, anzi vecchio di secoli. Prova ne sono le innumerevoli ed antiche targhe in pietra disseminate in tutta la città con le ordinanze che proibiscono di fare “brutture”, “sozzure”, “meretricio”, schiamazzi e di giocare al pallone, alle pallottole (l’antenato delle bocce) ed altri giochi rumorosi. Questi divieti erano emanati da “Li signori Otto di Guardia e balìa” (con l’accento sulla “i”), Si trattava di una magistratura ( cioè un organo preposto alla applicazione della giurisdizione dello stato) istituita a Firenze nel 1378, anno del famoso “tumulto dei ciompi”, che inizialmente si chiamava semplicemente “Otto di guardia”. Il nome derivava dal numero dei componenti che erano appunto otto cittadini appartenenti alle arti, in principio equamente suddivisi tra arti maggiori e minori, poi nominati solo tra le arti maggiori. Il termine “balìa”, dal francese antico baille (autorità, governo), aggiunto successivamente, si riferiva alla possibilità, accordatagli nel 1434, di agire in deroga alle procedure della legislazione ordinaria. Questa possibilità era di norma transitoria e motivata da circostanze di estrema gravità ma in questo caso divenne di fatto permanente.
Col passare degli anni questo organo assunse sempre più potere e da polizia “politica” si trasformò di fatto in un tribunale inappellabile che aveva il controllo pressoché totale dell’amministrazione della giustizia criminale con lo scopo di tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza degli abitanti dello stato
L’ufficio fu abolito il 26 maggio 1777 e sostituito dal supremo tribunale di giustizia. Nonostante i “signori otto” con i loro “birri” abbiano preso parte a diversi eventi significativi della storia di Firenze, come la cattura e l’esecuzione di Girolamo Savonarola – che peraltro aveva cercato senza successo di introdurre la possibilità di appello contro le loro sentenze – sono noti soprattutto per le suddette targhe, più volte pubblicate (ad esempio nel volume “Le leggi di pietra” di Roberto Ciabani (1987). Ve ne presentiamo alcune, per la cui trascrizione ci siamo aiutati con il testo sulle “Iscrizioni e memorie della città di Firenze” di Bigazzi il quale, avendolo scritto oltre un secolo fa, ha potuto vedere le lapidi in migliori condizioni di leggibilità delle attuali:
Via de’ Gori (posizione: 43°46’29.3″N 11°15’20.7″E)
Interessante la distinzione fra “Nobili” ed “Ignobili!
Piazza della Signoria
La citata chiesa di S. Romolo, edificata prima dell’anno Mille e soppressa nel 1769 fu distrutta per costruire il palazzo Bombicci, che si trova all’angolo di Via de Calzaioli. L’”offizio di Magona” era una magistratura che, per dirla col Tommaseo, “ presiede a tutte le miniere e tutti i lavori metallici”
Via degli Alfani
Il “CONVENTO DE’ MONACI DEGLI ANGIOLI” è quello di S. Maria degli Angeli, edificio che oggi ospita la facoltà di lettere ma prima della soppressione ottocentesca era un monastero Camaldolese, importante centro religioso e culturale dove vissero importanti eruditi come Ambrogio Traversari (1386 – 1439), amico e maestro di greco di Cosimo de’ Medici. Fu frequentato nel rinascimento da importanti artisti: Beato Angelico, Lorenzo Monaco, Brunelleschi, Masaccio per dirne alcuni.
Via S. Orsola (posizione: 43°46’36.8″N 11°15’17.2″E)
Considerando lo stato in cui si trova attualmente questa strada e le zone limitrofe, direi che il divieto è rimasto per lunghi secoli inascoltato… La targa è in pessime condizioni, illeggibile per una buona metà. Fortunatamente abbiamo la trascrizione ottocentesca di Bigazzi
Via della Scala (posizione:: 43°46’23.71″N, 11°14’55.35″E)
Questa è una di quelle “sintetiche”…
SIG OTTO HANO
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Per esercitare le loro funzioni i signori Otto erano coadiuvati da una “familia” composta da un notaio, un provveditore, un “manigoldo” (boia), otto “custodi” delle pescaie e degli accessi alla città dal fiume, inservienti e collaboratori vari. Avevano inoltre a disposizione una rete di messi, esploratori e spie disseminati in tutto il territorio dello stato. L’arrivo degli uomini dei Signori otto, bardati ed armati di tutto punto, aveva un effetto deterrente probabilmente maggiore di quello degli odierni idranti del sindaco… Riportiamo l’immagine di un bel figurino di un Cavaliere degli Otto di Guardia e Balia, tratta dal sito del museo del figurino storico di Calenzano. Se poi volete fare un salto nel passato e vedere un Sergente degli Otto di Guardia in carne ed ossa, potete farlo assistendo al corteo del calcio storico fiorentino, a cui partecipano tra gli altri figuranti i Sergenti degli Otto e sul cui sito si trova una scheda dettagliata sull’uniforme e l’armamento.