Un “certo” Eratostene, intellettuale e terzo bibliotecario della Biblioteca di Alessandria, nel 255 a.C. mise a punto un oggetto detto sfera armillare, più conosciuta oggi come astrolabio. Questa sfera è formata da anelli detti armille e ciascuna di queste rappresenta uno dei circoli della sfera celeste. Alcune di queste sono fisse ed indicano orizzonte e meridiano, altre mobili che indicano equatore, eclittica, ecc.
Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un piccolo accenno alle bellezze presenti nella Chiesa di Ognissanti e nell’articolo viene nominato Sant’Agostino nello Studio di Sandro Botticelli, orbene in questo splendido affresco in cui Agostino è ritratto in uno studio si vede una sfera armillare, in alto sulla sinistra dell’affresco; non è quella di Santucci, ovviamente.
Dal 255 a.C. in poi molti perfezionarono la sfera artimillare compreso Antonio Santucci. Parlo di questo argomento, di questo studioso, perchè la sfera realizzata dal Santucci l’abbiamo qua a Firenze, conservata presso il museo Galileo e fra l’altro, è la più grande mai costruita al mondo.
Antonio Santucci era un astronomo e cosmografo e prestò i suoi servigi prima a Ferdinando I (1549-1609) e poi a Cosimo II (1590-1621). Nel suo testo pubblicato nel 1611, “Trattato delle comete”, fu il primo a sostenere che le comete non erano, come si diceva all’epoca, fenomeni atmosferici. Altri suoi lavori sono conservati presso la Biblioteca Nazionale di Firenze e presso la Guardaroba Medicea all’Archivio di Stato di Firenze.
I suoi studi gli dettero la possibilità di realizzare svariate sfere armillari. Ne conosciamo una conservata all’Escorial di Madrid realizzata per il re di Spagna Filippo II nel 1582, ma soprattutto la sfera sopracitata costruita per essere alloggiata presso la Sala delle Matematiche degli Uffizi.
Questo astrolabio è conosciuto come sfera armillare del Santucci ed è stata realizzata fra il 1588 e il 1593 per volontà di Ferdinando I de’ Medici.
La sfera realizzata dal Santucci è uno strumento astronomico che permette di rappresentare le orbite dei pianeti e del sole mediante degli anelli detti appunto armille. Questa sfera da una visione del sistema solare tolemaico e permette di individuare, in qualsiasi giorno dell’anno il sorgere del Sole, le fasi lunari, le feste mobili e la lettera dominicale, il numero aureo e l’epatta.
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