La base di questo proverbio gioca sul fatto che, se un evento non è unico ma si ripete almeno due volte, si presume che si ripeterà ancora nel tempo. Dicendo “non c’è due senza tre” ci si augura perciò che
Non c’è due senza tre

La base di questo proverbio gioca sul fatto che, se un evento non è unico ma si ripete almeno due volte, si presume che si ripeterà ancora nel tempo. Dicendo “non c’è due senza tre” ci si augura perciò che
Si narra che nella campagna nei dintorni di Rovezzano vivesse un contadino con la sua famiglia. Era gente povera ma che riusciva comunque a vivere con dignità grazie anche all’aiuto dei pochi animali di proprietà che vivevano nel loro cascinale.
Secondo la massima latina “in vino veritas”, quando una persona ha bevuto dice sempre la verità. Quindi chi non vuole bere in compagnia è perché ha qualcosa da nascondere. L’usanza di alzare i calici e bere alla salute dei commensali,
Questo proverbio fa diretto riferimento alla locuzione latina “Risus abundat in ore stultorum”. Dunque già nell’antica Roma ridere fuori luogo e in maniera eccessiva era sintomo di grande stupidità. L’odierno “il riso abbonda sulla bocca degli stolti” ci insegna che,
In numismatica, con il termine “becco” si intendeva la bordatura rialzata della moneta, mentre nel gergo toscano si indicava anche una semplice scheggiatura della moneta, quindi una parte minima della stessa. Il “quattrino” invece era un’antica moneta di poco pregio
I latini riassumevano il rapporto tra la parola e l’azione in un celebre proverbio: “aliud est dicere, aliud est dicere”, una cosa è dire, altra cosa è fare! Oggi questo concetto viene riportato nel moderno adagio “tra il dire e
Tito Maccio Plauto scriveva in una sua commedia: “nam qui dormiunt libenter, sine lucro et cum malo quiescunt”, (poiché coloro che dormono troppo bene riposano senza profitto e in malo modo). Il motto latino si è trasformato nel moderno “chi
“Lusco” deriva dal latino “luscus” che significa guercio, cieco a un occhio o che comunque ha difficoltà nel vedere; “brusco” invece indica quella situazione di luce fioca e incerta tipica dell’imbrunire. Nel dialetto della Garfagnana e nel pistoiese in generale
Anticamente le capre preferivano mangiare l’erba dei terreni confinanti piuttosto di quella che cresceva sui terreni dei padroni. Dall’attenta osservazione di questo curioso fenomeno, col passare del tempo i contadini hanno creato il proverbio “l’erba del vicino è sempre più
“Levius laedit, quicquid praedivimus ante”, ferisce in misura minore tutto ciò che è stato previsto, affermava un antico detto latino che in altre parole si potrebbe paragonare con l’attuale “uomo avvisato mezzo salvato”. Il senso di questo adagio infatti vuole
I fiorentini hanno sempre avuto un rapporto di amore e odio con l’acqua, in particolare con quella d’Arno, un rapporto a volte difficile e drammatico. Per secoli il fiume ha attraversato Firenze senza che fosse stata costruita la minima protezione,
Visto che fra due giorni è il 28… Nella terra di Toscana ci sono state innumerevoli battaglie e guerre, tutte con lo scopo di affermare una città rispetto ad un’altra o per acquisire e gestire un territorio di pertinenza avversa.