Nel 1330, in Palazzo Davanzati, venne realizzato il primo cesso, detto “agiamento” o “necessario”, nello spessore di un muro, durante un lavoro di ristrutturazione. Venne ritenuto, per lungo tempo, un gran lusso, che soltanto pochissime famiglie proprietarie dei più prestigiosi palazzi potè permettersi di avere.
Nel Trecento le strade erano un luogo alquanto malsano. Vi finiva di tutto, vi venivano abbandonati rifiuti a tutte le ore, senza riguardo alcuno per i luoghi, ovunque indistintamente. Le case non erano provviste di servizi igienici e ovviamente non esisteva un sistema fognario capace di raccogliere le deiezioni.
Il sistema più “nobile” per la raccolta degli escrementi erano gli orinali; nobile perché questi erano appannaggio quasi esclusivo delle famiglie più abbienti; esistevano mobili approntati proprio per questo uso: dei sedili provvisti di coperchio al cui interno era situato il classico vaso da notte, detti “comoda”.
Il contenuto, quando andava bene, veniva scaricato nella concimaia o nella stalla, ma era piuttosto frequente che tutto finisse per strada, nei chiassi. E questo avveniva nel modo più disgustoso: all’alba, dalle finestre, veniva lanciato il contenuto direttamente in strada. Questa pratica era stata messa al bando al tempo dei romani, ma nel Medioevo tornò prepotentemente “di moda”, e continuò ad essere praticata fino all’Ottocento, se non ovunque, almeno nel contado.
Di fronte alla Basilica di San Lorenzo, nel Trecento, vi era un rudere che era stato adibito a pubblica latrina e chi si recava a messa nella Basilica, le cui porte al tempo erano spalancate, doveva mettere in conto il fetore che era costretto a sopportare.
Naturalmente vi furono molte proteste dei cittadini, che portarono nel 1317 alla realizzazione della prima latrina comunale.