Di solito il rituale che precede l’accoppiamento dei ricci è molto lungo. Il maschio gira intorno alla femmina, la sposta, la provoca, la morde. La femmina a sua volta, quando decide il momento del congiungimento, abbassa gli aculei per non ferire il compagno e permette l’inizio del rituale.
A questo punto il rapporto ha una durata di pochi secondi, piuttosto breve ma alquanto “focoso”: accade spesso che durante la copula la “palla di aculei” formata dai due corpi perda l’equilibrio e si metta a rotolare. I ricci infatti non si possono staccare finché il pene del maschio non ritorna alle dimensioni normali e solo allora avviene la separazione.
Lo spettacolo è comunque garantito e proprio per questo motivo in Toscana è stato creato l’irriverente e scherzoso modo di dire “scopare come un riccio”!
(da “Adagi allegri andanti” di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)
Scopare come un riccio.