Francesco Sassetti, colui che voleva rappresentare la storia di San Francesco, suo santo patrono, nella chiesa più importante dell’ordine domenicano.
Francesco Sassetti (1421-1490), banchiere di fiducia di Lorenzo il Magnifico subentrò nel patronato della Cappella del coro di Santa Maria Novella ai Ricci, che per problemi economici non potevano sostenere i costi per il restauro degli affreschi gravemente danneggiati, affreschi a suo tempo realizzati da Andrea Orcagna.
Il programma iconografico scelto dal banchiere fiorentino suscitò le ire dei frati domenicani. Il nuovo patrono voleva infatti decorare la propria cappella con scene della vita del santo di Assisi, San Francesco. I domenicani, titolari della chiesa ed in forte rivalità con i francescani non vollero che ciò accadesse nella loro chiesa e dopo un lungo contenzioso, Francesco fu costretto a lasciare il patronato della cappella ai Tornabuoni, non prima di aver comprato un’altra cappella nella chiesa di Santa Trinita.
Chi trasse beneficio da questa disputa fu Domenico Ghirlandaio, pittore incaricato ad affrescare la nuova cappella, finalmente, con le storie di San Francesco. Gli affreschi del Ghirlandaio riscossero un così grande successo che i Tornabuoni lo chiamarono a dipingere le storie della Madonna e di San Giovanni Battista in Santa Maria Novella, proprio nella ex cappella appartenuta ai Sassetti.
Fu così che il nome dei Sassetti è passato alla posterità e che Firenze può vantare due cicli di affreschi del Ghirlandaio, affreschi non solo bellissimi, ma con miriadi di immagini, non solo della vita dei santi rappresentati, ma dei ritratti dei personaggi dell’epoca, agghindati all’ultima moda.
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