Per chi avesse perso la prima puntata.
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Tornammo a Roma per gli Europei di Calcio del 1980, per disputare una partita dimostrativa. Furono organizzati diversi pulman per la trasferta per i figuranti e i calcianti. Giunti a destinazione, fummo alloggiati in un convitto gestito dal Vaticano per ospitare i pellegrini. Nel pomeriggio ci recammo allo stadio Olimpico per le prove, e per rispettare i tempi della ripresa televisiva e della UEFA.
A quella trasferta, non erano potuti intervenire il Gruppo dei Nobili, cosicchè furono sostituiti da carabinieri a cavallo di stanza a Roma. Ad un segnale del regista il corteo in borghese iniziò ad entrare in campo per lo schieramento. Quando fu il momento dell’entrata dei nobili i carabinieri si avvicinarono al prato dello stadio. Erano guidati da un capitano tutto impettito, monocolo all’occhio e mini cagnolino in braccio. Nel vederlo dal gruppo dei figuranti si levò una voce anonima: “Cos’è un carabiniere a tre stelle?” Gelo calato sui presenti mentre il carabiniere ci squadrava per capire chi avesse parlato. In quel momento si udì la solita voce: “Un frigo congelatore!” Risata omerica alla quale dopo un attimo di silenzio partecipò anche quel capitano.
La sera del nostro arrivo ci furono vari scherzi fra i figuranti. Il più gettonato era di scovare un amico e gettargli addosso un secchio d’acqua. Uno di questi agguati fu messo a segno nei confronti di un personaggio del Gruppo delle Arti.
Successe che il Capo Gruppo dovette andare a comprare un pacchetto di sigarette, avendole finite, si mise d’accordo con il compagno di stanza di farsi riaprire al suo ritorno. Il capo uscì, comprò le sigarette, e tornando indietro incontrò due che con secchi d’acqua in mano che cercavano le vittime. Si mise trovarono d’accordo colpire il compagno di camera. Giunto alla porta della camera si nascose per godersi lo spettacolo.
In un attimo ebbe il desiderio di fare uno scherzo al suo compagno, disse loro la frase convenuta per farsi aprire la porta e si nascose per godersi lo spettacolo. I due compari si avviarono verso la stanza che gli era stata indicata. Giunti alla porta si divisero. Uno rimase dove era, l’altro usci e si appostò sotto la finestra della camera. Il primo bussò alla porta, di dentro rispose una voce; Chi sei? e l’altro; Apri sono io! venne aperta la porta e si prese una secchiata d’acqua rimanendo bagnato da capo ai piedi. La reazione fu una bestemmia e la porta sbattuta. Quello sotto la finestra, bussò ai vetri, da dentro fu aperto e si prese una ulteriore secchiata.
Dopo un poco di tempo e tante risate, il capo volle rientrare, bussò alla porta disse: “Apri sono io!”, ma si prese una serie di improperi e la porta rimase chiusa. Non gli rimase altro che accomodarsi su di un divano in portineria per passarvi la notte. Verso le una della notte il mio compagno di camera, rientrando, lo vide e gli domandò come mai fosse su un divano invece che in camera. Gli raccontò dello scherzo fatto e dell’impossibilità di rientrare. Si misero alla ricerca di una camera per poter dormire. Finalmente venne trovata, ma furono fatti entrare solo dopo vari tentativi e il passaggio della tessera di riconoscimento sotto la porta.
Il giorno dopo ci siamo ritrovati per la vestizione allo stadio dei Marmi, poi attraverso un corridoio sotterraneo siamo sbucati sul prato dell’Olimpico. Abbiamo sfilato e salutato il pubblico presente, poi i calcianti hanno disputato una partita amichevole a ranghi misti. Infine il ritorno in campo del corteo per l’inno della vittoria per la squadra vincitrice.
Dopo aver rivestito gli abiti civili ci siamo seduti in tribuna per guardare l’incontro inaugurale degli Europei, fra la Germania Ovest e la Cecoslovacchia. Grande tifo per i Cechi con squilli di chiarine e rullo di tamburi. Dopo la partita ripartimmo per Firenze, stanchi ma felici per averci fatto conoscere in tutta L’Europa.
Due anni dopo il Calcio in Costume venne invitato in Spagna dalla Fifa per l’apertura dei Mondiali di Calcio, fu disputata una partita dimostrativa a squadre miste, dopodiché i figuranti assistettero alla vittoria dell’Italia sul favorito Brasile.
Molti anni addietro il Comune di Scarperia e i responsabili del Calcio in Costume decisero di rievocare l’ingresso del Vicario della Repubblica di Firenze a Castel San Barnaba antico nome nome di Scarperia, nome dato per ricordare la vittoria dei Guelfi fiorentini sui Ghibellini di Arezzo, l’undici giugno 1289 giorno di questo Santo.
Quella volta indossai il costume degli Alabardieri, perché il Gruppo delle Arti non partecipava. Partimmo in pullman e arrivammo a destinazione al tramonto. Il programma della sfilata consisteva (ancora oggi il cerimoniale dopo tanti anni è lo stesso, inoltre i rioni di Scarperia si sfidano in giochi contadineschi per aggiudicarsi un Palio) nell’arrivo al Palazzo dei Vicari dal Vicario, entrante con l’uscita del Vicario che lasciava l’incarico. Il Gruppo degli Alabardieri si accampò intorno a dei fuochi accesi sotto le mura del Palazzo Vicarile, mentre altri gruppi si attestavano sulle mura. Infine ci fu una cena conviviale fra i figuranti fiorentini e quelli di Scarperia.