A proposito dell’articolo sul Brindellone, vorrei raccontarvi una storia che ho letto su di un libro molto tempo fa, di cui non ricordo ne il titolo ne lo scrittore.
Il nostro brindellone, come raccontato, ha avuto il suo nome per la sua andatura ondeggiante, come quella di un uomo che con un’andatura incerta.
Nei secoli passati la festa del Patrono San Giovanni aveva una rilevanza enorme, in suo onore veniva disputato un Palio con cavalli scossi di razza berbera, c’era un corteo di carri che sfilavano per la città recando ceri che venivano lasciati in Battistero per l’illuminazione dell’altare. C’era il carro della Signoria, della Parte Guelfa, della Zecca, ecc. Quest’ultimo era un carro che trasportava un uomo nudo, con una pelle di cammello intorno ai fianchi rappresentante il Battista.
Questo stava legato sulla cima ad un palo sopra a una piattaforma di legno, che durante il cammino ondeggiava paurosamente.
Un anno il carro di San Giovanni, venendo dalla piazza del Duomo ed entrando in via del Proconsolo, con una ruota finì in una buca facendolo ondeggiare. Il pover’uomo rischiò di cadere, ma per sua fortuna dalla finestra di una casa li vicino, delle persone affacciate, visto il pericolo che correva, gli passarono una scala e lo trassero in salvo.
Per farlo calmare lo rifocillarono e lo fecero riposare, da quel giorno tutti gli anni per la festa del Patrono, il carro si fermava davanti a quella finestra e riceve dagli abitanti della casa un cesto di frutta.
Pingback:FlorenceCity-Rivista Fiorentina - Il Brindellone e lo scoppio del carro: la storia dal Trecento ai giorni nostri