Un articolo che trova alcune assonanze nelle misure cautelative prese con quanto sta accadendo proprio oggi, in Italia, a causa del virus Covid-19.

Tra il 1621 ed il 1622 a Firenze scoppiò un’epidemia di tifo, causata dai pidocchi. I pidocchi erano la conseguenza di indigenza, sporcizia e malnutrizione ma, curiosamente, era  convinzione generale che invece fossero utili.

Questo piccolo insetto, che ispira repulsione al solo pensarlo, è un parassita che vive su “ospiti” a sangue caldo e la  credenza che fossero utilissimi era data dalla loro presunta capacità di succhiare le impurità del sangue e di espellere dall’organismo, attraverso il cuoio capelluto, gli  umori nocivi.

Non esistendo all’epoca il termometro, si utilizzava il pidocchio come strumento di misurazione della febbre. I pidocchi sono infatti molto sensibili alla temperatura corporea, e sopravvivono  solo a temperature comprese tra i 30 ed i 37 gradi: quando la febbre saliva, i pidocchi saltavano via in cerca di un nuovo ospite. 

Il problema  è che, nella Toscana Granducale ed un po’  in tutta Europa, si era travisato il concetto, per cui si riteneva che la  gente si ammalasse perché i pidocchi scappavano!

I liquami e le deiezioni venivano “smaltite” attraverso canali e fossi che portavano il tutto verso L’Arno che, le cronache raccontano, “ne i tempi caldi si putrefa et manda cattivissimi odori”. I cerusici del Magistrato alla Sanità di Firenze, che era una delle prime istituzioni  di igiene pubblica al mondo, lanciavano allarmi sulle condizioni sanitarie definite poco meno che drammatiche, per il “fetore che mette alcuni luoghi dove scorre lo sterco scoperti e senza bottino… li pozzi neri rendano assai fetore… l’acque piovane e quelle che sono gittate nelle vie non hanno esito e si putrefano”, tanto che la Magistratura alla Sanità inviò al Granduca questa memoria:

Con l’occasione di haver ahuto notizia il Magistrato nostro che in molti luoghi dello Stato si restavano gli abitatori nelle immondezze a gola come si suol dire, per  ovviare a tutti li disordini in tempi così pericolosi, con lettera generale in stampa a tutti li rettori, in dì 4 del passato mese di maggio da noi fu ordinato che per parte nostra fosse comandato che tutte le immondezze et spurcitie fossero fatte portar via fuori delle città, terre et castelli del dominio et che nelle case si  stesse con quella maggior pulitezza possibile et che sendovi i pozzi neri ripieni si facciano votare sì come ancora ogni altra cosa che con il puzzo potesse apportare pregiuditio si facesse accomodare et si havesse cura intorno alle fogne et acque stagnanti che non stessero rinchiuse a ciò che con la cattiva esalatione non potessero  apportare pregiuditio alla sanità…

Oltre ai rifiuti, si dovevano aggiungere gli  escrementi di cavalli, asini e muli, maiali, buoi, mucche, galline e tutti gli altri animali tenuti nei cortili o lungo le strade.

Ed il tifo imperversava…

Gli interventi adottati riguardarono una serie di misure preventive ed anche rigidi controlli polizieschi relativamente ai  movimenti del popolo, fino ad arrivare alla misura estrema di chiudere le città dai contatti con l’esterno. Per quanto paradossale, a distanza di quattro secoli, le misure contenitive che vengono adottate sono più o meno le stesse.

Con tutte le innovazioni scientifiche e tecnologiche, al solo presentarsi di un virus derivante dal ceppo influenzale, siamo totalmente inermi ed impossibilitati ad arginarne la diffusione. Ancora oggi, come nel Trecento, l’unico deterrente attuabile è la quarantena e il contenimento della popolazione all’interno delle proprie abitazioni.

Bentornato, Medioevo.

Gabriella Bazzani
Pidocchi: un toccasana nella Firenze del Seicento
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Un pensiero su “Pidocchi: un toccasana nella Firenze del Seicento

  • 12 Aprile 2020 alle 1:20
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    Quanto viene investito nella ricerca ???? Comunque sono d’accordo con lei, in 4 secoli si poteva fare di più in Italia e nel mondo se si fosse pensato alla salute del genere umano e non solo. Ma in questi 4 secoli si è mai pensato ad una cosa del genere o piuttosto a fare le guerre, a invadere territori, a indire Crociate fino ad arrivare a ritenere che le persone con un altro colore della pelle o semplicemente perchè ebrei fossero esseri inferiori che andavano eliminati perchè contaminavano la “razza pura”? TUTTO QUELLO CHE E’ AVVENUTO E’ SEMPLICEMENTE UNA VERGOGNA. Speriamo che simili azioni non avvengano più o perlomeno che avvengano il meno possibile. Ma sappiamo benissimo che ciò è un’utopia.
    L’uomo si sta autodistuggendo: lo vediamo per esempio dal comportamento anomalo della popolazione oggi. Lo Stato è costretto a mettere migliaia di poliziotti, militari ecc. per far si che la gente non vada in giro come se niente fosse quando ancora il maledetto virus non è debellato. Questa è intelligenza?
    Vogliamo ricadere nel baratro del numero incalcolabile di morti? Vogliamo vanificare i sacrifici fatti da tutti per andare al mare o a fare una girata? Vogliamo far si di stare tutta l’estate chiusi in casa? Le colpe di pochi poi ricadono su tutti, ma a questo ovviamente non ci si pensa.
    Ci sono poi il menefreghismo abissale per i comportamente civili che tutti dovrebbero avere per il rispetto di tutti gli animali dai più piccoli come le api ai più grandi come le balene. Quando si dovranno impollinare i fiori a mano per avere frutti sarà davvero da piangere!
    E poi il rispetto per le piante da cui noi traiamo la vita e il sostentamento, lo smaltimento corretto dei rifiuti…..Se una sola delle cose che ho scritto fosse veramente condivisa da tutti avremmo fatto un passo da gigante per la continuazione del genere umano, in questo caso veramente “sapiens”.
    Lucia

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