Via Guido Biagi si trova nel quartiere di Campo di Marte nell’area del Gignoro. Si tratta di una strada di circa 130 metri che parte dalla rotonda che incrocia via della Rondinella e termina in via del Mezzetta. Sulla sua destra incrocia con via Adolfo Bartoli e alla sua sinistra si incrocia con via Mario Pratesi.
La via, di per se stessa, non ha niente di storico, si tratta di un’area abitativa fuori dal centro storico ed è quindi caratterizzata da palazzi costruiti negli anni ’60 e ’70. Ciò per cui vale la pena parlarne è a chi è intitolata.
Guido Biagi nasce a Firenze il 29 gennaio 1855 ed è, forse, un personaggio poco conosciuto, ma che in realtà ha lasciato un segno indelebile come scrittore, storico, giornalista, bibliotecario ed anche per il merito di aver costretto Collodi a far nascere Pinocchio.
Biagi, nato da una famiglia borghese, frequentò l’Istituto Fiorentino di Studi Superiori dividendo la classe con futuri personaggi di rilievo, infatti nella sua classe c’erano il letterato Alfredo Straccali, il filologo Luigi Gentile ed i poeti Giovanni Marradi e Severino Ferrari. Si laureò poi in filologia nel 1878 e la sua tesi fu pubblicata nel 1888 dall’editore Sansoni, in una edizione critica del “Novellino”, con il titolo di “Le Novelle Antiche”.
Nel 1880 ci fu il suo vero primo impiego di spessore infatti diventa bibliotecario alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Questi due anni passati nella capitale gli fecero conoscere Ferdinando Martini che gli affidò la direzione del nascente periodico per l’infanzia il “Giornale per i bambini” che gestì sino al suo rientro a Firenze.
Fu proprio durante la gestione di questo periodico che, data la sua conoscenza di Carlo Lorenzini (Collodi), il Biagi stimolò l’amico a scrivere qualcosa per il periodico. Collodi era reticente e non voleva impegnarsi, ma l’insistenza di Biagi lo portò all’esasperazione e pur di non subire più pressioni gli inviò una serie di cartelle intitolate “La storia di un burattino“. La lettera di Collodi che accompagnava queste cartelle riportava una frase che meglio di ogni altra cosa indicava la poca voglia di Collodi di impegnarsi in questo progetto, diceva infatti: “Ti mando questa bambinata, fanne quel che ti pare; ma, se la stampi, pagamela bene per farmi venire voglia di seguitarla“. Biagi intuì il potenziale dell’opera e pagò talmente bene Collodi che lo stesso trovò conveniente proseguire la scrittura sul famoso burattino, tanto che nel 1883 fu dato alle stampe uno dei libri per bambini tra i più famosi in tutto il mondo: Le avventure di Pinocchio.
Il 12 febbraio del 1881 Biagi prese in moglie la cognata dell’editore Sansoni, Amelia Piroli, e nel 1891 nacque Luigi che poi divenne storico dell’arte ed occupò il posto di Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Tornato a Firenze nel 1882 assunse il ruolo di bibliotecario presso la Biblioteca nazionale. Ruolo che cessò nel 1884 passando a dirigere la Biblioteca Marucelliana dal 1886 al 1889 e poi dal 1889 al 1923 diresse contemporaneamente la Biblioteca Riccardiana e la Biblioteca Mediceo Laurenziana. In quel periodo divenne anche libero docente in Discipline Bibliografiche per l’istituto dove aveva studiato in gioventù, l’Istituto di studi superiori di Firenze.

Realizzò un periodico dal titolo “I nuovi goliardi“, periodico su cui furono pubblicati anche alcuni testi inediti di Giovanni Pascoli. Allo stesso tempo l’Editore Sansoni lo nominò Direttore Editoriale. In questa veste Biagi ebbe il merito di creare svariate collane tematiche. Una su tutte, nel 1889 creò la “Biblioteca scolastica di classici italiani secondo i programmi ufficiali” diretta nientemeno che da Carducci.
Svariati altri incarichi si susseguirono, fino a diventare Capo Gabinetto di Ferdinando Martini allora Ministro della pubblica istruzione del Regno d’Italia, dal 1884 al 1885.
Nel 1888 fondò e diresse fino alla fine della sua vita la “Rivista delle biblioteche e degli archivi“. La sua visione bibliotecaria era ampia e fu il primo ad ipotizzare una conoscenza sul piano internazionale, scrisse infatti nel 1904: “Una delle caratteristiche particolari della biblioteca del futuro sarà la cooperazione e l’internalizzazione applicata alla divisione del lavoro.“.
Su questa base fu scelto dal Governo come rappresentante italiano sia al Congresso Internazionale dei Bibliotecari a Londra nel 1897, che a quello di Parigi nel 1900 e a quello in St Louis nel 1904. Questo non gli impedì di continuare a lavorare per “Firenze” dove fu eletto presidente della “Società Leonardo da Vinci di Firenze” e dove divenne accademico e bibliotecario dell’Accademia della Crusca. Biagi è stato anche uno dei soci fondatori della Società Dantesca Italiana.
Guido Biagi morì a Firenze il 6 gennaio 1925, ma anche dopo il suo passaggio ad energie diverse contribuì ancora a rendere grande Firenze con la pubblicazione postuma, nel 1925, di un racconto di vita fiorentina, intitolato “Fiorenza, fior che sempre rinnovella” la cui copertina fu disegnata dal pittore Guido Colucci.

Una parte della vita di Biagi le conoscevo seppure superficialmente ma è stato un piacere leggere il risultato di questa ricerca. Ottimo direi