Via della Scala è una lunga via nel centro di Firenze. Parte da piazza di Santa Maria Novella e finisce in via Fratelli Rosselli, quando questa attraversa il piazzale al Prato.
Il nome via della Scala è molto antico tanto da farci risalire fino al 1300 per identificare la sua genesi. Dove oggi c’è l’Istituto Penale per Minori Gian Paolo Meucci un tempo c’era l’Ospedale di Santa Maria della Scala voluto da Cione di Lapo Pollini, lo stesso Pollini che fondò anche l’Ospedale degli Innocenti.
L’Ospedale di Santa Maria della Scala era sotto tutela dell’omonimo ospedale senese, questo fino al 1531, quando il figlio di Cione, Sandro Pollini, non riuscì a portarlo sotto tutela dell’Arte della Seta. L’originale stemma dell’ospedale era quindi lo stesso di quello senese; caratterizzato da una scala a tre pioli sormontata da una croce. Lo stemma è ancora visibile sul muro dell’attuale Istituto Penale. Questa struttura ospedaliera fu in seguito trasformata nel monastero di San Martino alla Scala, ci sono ancora resti tangibili della chiesa di San Martino. In questa chiesa risiedeva un tempo l’affresco dell’Annunciazione di Sandro Botticelli, oggi è conservato nei depositi degli Uffizi.
Questo però non era l’unico ‘spedale presente nella via, all’angolo con via del Porcellana vi era l’ospedale “dei Barelloni” detto anche “dei Micchi” in quanto voluto dalla famiglia Micchi nel 1290. L’ospedale era detto anche “della Porcellana” perché in origine nasceva in questa via e solo in seguito si è espanso sino a raggiunse via della Scala.
Partendo da pizza di Santa Maria Novella incrociamo subito, è al canto, un maestoso tabernacolo con all’interno la copia dell’affresco di Francesco d’Antonio dal titolo “Madonna tra santi“, l’originale è conservato presso la soprintendenza.
Proseguendo lungo la via incontriamo Palazzo del Borgo, voluto dalla famiglia del Borgo, che si caratterizza sia per il busto di Ferdinando I de’ Medici, sia per degli affreschi a graffio che in origine erano su tutta la facciata ma che adesso residuano solo subito sotto la sporgenza del tetto. Questi affreschi celebrano Cosimo I. Da ricordare che la famiglia del Borgo forniva i buoi bianchi (ed anche i grulli) per trainare i’ brindellone nella giornata Pasquale.
Poco più giù, sempre sulla destra al civico 16, troviamo l’Officina farmaceutica di Santa Maria Novella, di cui potete leggere all’articolo linkato.
Al civico 30 troviamo un busto con sottostante lapide che ricordano Ippolito Galantini che in quella casa era vissuto; il fondatore dell’Oratorio dei Vanchetoni in via Palazzuolo.
Una menzione va al civico 62 dove vi è la ex chiesa di San Jacopo di Ripoli. Oggi fa parte della caserma Morandi, ma in passato fu di varie congreghe religiose e tra il 1476 e 1484 ospitò anche una stamperia ad opera di due frati domenicani, fra Domenico da Pistoia e fra Pietro da Pisa. Oggi è chiusa, ma conserva sulla facciata una lunetta in terracotta di Giovanni della Robbia risalente al 1522 e affigurante la “Madonna con il Bambino e i santi Jacopo e Domenico“.
Proseguendo verso al Prato troviamo al civico 85 il Palazzo Venturi-Ginori che in passato fu eretto e posseduto dai Rucellai che realizzarono anche gli Orti Oricellari dietro il palazzo stesso.
In fine, prima di terminare sulle nuove verghe della tranvia, il lunghissimo muro sulla sinistra impedisce la vista dei giardini Corsini tanto che il cancello di ingresso all’epoca fu progettato per essere ammirato dall’interno dei giardini, prova ne sono le statue dei cani che guardano il giardino.
Per la prima volta ho trovato molta difficoltà a leggere gli articoli suddetti sempre molto interessanti.
Google mi ha suggerito di dire all’Autore di questa difficoltà
Che genere di difficoltà?
via del porcellana
Corretto, grazie.