Ennesimo piatto povero cioè nato in cucine dove gli ingredienti erano pochi e il più delle volte derivati da un orticello.
Esattamente come la ribollita o i crostini toscani ed altri piatti poveri storici fiorentini.
La pappa al pomodoro è conosciutissima anche fuori dalla Toscana, qualcuno sostiene che è di origine senese, ma da fiorentino mi oppongo. Fra l’altro è impossibile non parlare della pappa al pomodoro senza citare il fiorentinissimo Luigi Bertelli detto il Vamba, scrittore e giornalista, inventore del famosissimo Gian Burrasca le cui avventure erano pubblicate sul Giornalino della Domenica.
Gian Burrasca divenne talmente famoso che fu tradotto in tutto il mondo e poi trasposto in televisione. Una delle versioni più famose fu quella interpretata da Rita Pavone che realizzò anche la colonna sonora ” Viva la pappa col pomodoro”. Proprio Gian Burrasca e poi Rita Pavone hanno reso celebre questo piatto davvero unico e gustoso famoso in tutta Italia.
Qua sotto un video di Rita Pavone che canta la famosa canzone e a questo LINK è possibile leggere le avventure di Gian Burrasca.
Quindi veniamo alla ricetta. Sinceramente è talmente semplice da preparare che la ricetta è rimasta invariata rispetto a quella del grande Pellegrino Artusi, tranne per modifiche personali che ognuno di noi può apportare, vi riporto quindi la ricetta originale.
Occorrente:
- 300 gr di pane toscano (quindi sciocco), raffermo, meglio se cotto a legna, ma comprendo sia difficile da trovare oramai.
- 400 gr di pomodori maturi, non pomodori qualsiasi, ma i pisanelli belli maturi e questo implica che la migliore stagione per prepararla è luglio e agosto.
- 2 spicchi di aglio
- Basilico, gambi per la cottura e foglie per servirla
- Sale e pepe q.b.
- Olio toscano; toscano, no greco!!
Preparazione:
Prima di tutto vanno trattati i pomodori, lavati e sbucciati, se sono belli maturi magari si spellano facile, in caso contrario sbollentatoli brevemente e raffreddateli in acqua e ghiaccio, si spelleranno bene. Togliete i semi e tagliateli a dadolini. Nel frattempo… una digressione, avete mai notato che quando nelle ricette si scrive nel frattempo 9 volte su 10 vi girate a fare ciò che la ricetta chiede e nel frattempo vi si brucia il soffritto!! :). Digressione terminata.
Nel frattempo mettere al fuoco una pentola di coccio (anche una casseruola larga) con un filo abbondante di olio e l’aglio schiacciato o meglio ancora tagliato a fettine sottilissime. Quando l’aglio sarà dorato (pochissimo tempo) aggiungere i pomodori tagliati a cubetti. Aggiungete i gambi interi del basilico che saranno rimossi a fine cottura. Lasciate cuocere per circa 10 minuti tempo necessario che i pomodori iniziano a disfarsi.
Unite il pane tagliato a fette che vengono spezzate grossolanamente con le mani. A questo punto un diverso approccio secondo i gusti. Se volete la pappa al pomodoro originale spezzettate il pane e buttatelo dentro, la pappa sarà più grossolana per la presenza della crosta, se la preferite più vellutata tagliate via la crosta al pane e ricordatevi di ripesarlo a crosta rimossa.
Aggiunto il pane mescolate bene e ricoprite il tutto con acqua o meglio ancora con del brodo vegetale preparato precedentemente con le classiche verdure e non con il dato (che in una cucina non dovrebbe esserci neanche). l’acqua o il brodo deve essere a temperatura ambiente o al limite tiepido. Aggiungete il sale.
Lasciate cuocere fino a che il composto non avrà una consistenza classica da pappa, il momento perfetto è quando inizia ad attaccare al fondo, prima non dopo, mi raccomando! Spegnete il fuoco e fate riposare la pappa una mezzora. Ricordate di togliere i gambi di basilico.
Per servirla va bene tiepida, in estate anche a temperatura ambiente. Spezzettate a mano le foglie di basilico e ponetele sulla pappa già nei piatti. Il basilico sprigionerà il suo profumo straordinario. Aggiungete pepe nero, il peperoncino non esisteva, è arrivato dopo e il suo uso, anche se si adatta, non eguaglia il pepe nero. Parmigiano e un rivolo di olio toscano a crudo. Imbracciate il cucchiaio ed entrate in paradiso.