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Bassorilievo asina a Palazzo Pitti

Quando da ragazzi il nonno Gino ci portava a giro per Firenze era abitudine ascoltare qualche aneddoto, bello anche se breve fu quello dell’asina di Palazzo Pitti. Quella mattina, dato il bel sole, ci portò a Boboli, il giardino del palazzo.

Dovete sapere che i ragazzi di qualche anno fa a Firenze quando forcheggiavano (fare forca significa non andare a scuola) uno dei posti preferiti dove passare la mattinata era proprio il giardino di Boboli. «Raazzi, guarda ‘he sole, si fa forca e si va a Booli?»

Se si entra dalla porta principale di palazzo Pitti ci si ritrova nel cortile caratterizzato da un loggiato. Camminando sotto il loggiato di sinistra e arrivati in fondo siamo davanti ad un bassorilievo raffigurante un’asina.

Sinceramente un omaggio singolare dentro un palazzo cosi prestigioso, palazzo che ha ospitato i Pitti, i Medici, i Lorena e i Savoia, famiglie che di solito erano contornati da animali nobili e fieri e non certo da animali da soma.

Il marmo del fondo è bianco e la mula è in marmo nero e sopra un’effige recita in latino:

” LECTICAM  LAPIDES ET MARMORA LIGNA COLUMNAS VEXIT CONDUXIT TRAXIT ET ISTA TULIT “

che tradotto significa: ” Con il suo barroccio, con sacrificio, tirò, trasportò pietrame, marmi, legname, colonne.”

Questo bassorilievo fu un omaggio ad un’asina che contribui fino alla sua morte nel trasportare il materiale di costruzione del palazzo; un aiuto alle maestranze tale che al termine dei lavori lo stesso Luca Pitti chiese agli architetti di omaggiarla dedicandogli un bassorilievo. Oltre la realtà la leggenda narra che l’asina morì proprio nel trasportare il marmo del suo bassorilievo, ormai stroncata dalla fatica.

Tre sono gli omaggi della città di Firenze agli animali, uno appunto l’asina, il secondo il bue sul Duomo e infine una targa ad un cavallo di cui avremo occasione di parlare.

Jacopo Cioni
Palazzo Pitti, omaggio all’asina
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