Nerbone il campagnolo, oggi solo “da Nerbone”. I fiorentini hanno già capito di chi parliamo, ma per coloro che son giovani o di fuoriporta può essere interessante ricordare un banco, un uomo, che ha fatto storia a Firenze per il cibo genuino e a basso costo. Il bello è che la storia esiste ancora perchè Nerbone da uomo è diventato mito sotto le mani di chi si è avvicendato a lui.
Nerbone è un banco in San Lorenzo, dentro il Mercato Centrale, un banco dove spartanamente si compra cibo pronto, da mangiare in loco o per portarselo a casa.
Armido Massini, di Signa, è il primo Nerbone, il vero campagnolo, colui che ha aperto il banco al mercato prima della guerra nel 1872 rendendolo popolare. Nerbone preparava piatti semplici e gustosi, zuppe oppure panini con il lesso. La zuppa costava 10 centesimi e 25 centesimi il panino con il lesso; centesimi si, ma di lira, non d’euro. Talvolta si cambiava il menù e veniva preparata una pasta asciutta che in realtà di asciutto aveva poco dato che affogava nel sugo di carne. Era diventato cosi popolare, anche grazie al suo spirito da macchietta, che all’ora di pranzo il grido “Tutti da Nerbone” scatenava il caos dentro e fuori il mercato e non solo fra chi era li per far acquisti, ma anche fra gli altri banconieri che si precipitavano a comprare il meritato pranzo.
Nel periodo della guerra la carne divenne merce rara e Armido detto Nerbone fu costretto a ritirarsi, ma Nerbone, il banco non chiuse, lo prese in carico un suo dipendente Gino Buonamici che riusci con l’uso dei fagioli a sostituire momentaneamente la carne per poi tornare al suo uso in tempi migliori. Riportò Nerbone a nuova gloria.
Oggi Nerbone è ancora li e sulla scia della sua antica notorietà ha ancora una lunga fila di astanti affamati. Gestito come un tempo, alla “bona” sembrerebbe, ma in realtà organizzato un poco come una catena di montaggio. Io l’ho misurato recentemente con il panino al lampredotto e le famose paste al sugo e sinceramente preferisco chiudere l’articolo.