A pochi chilometri da Firenze si trova il Museo della Manifattura Chini di Borgo San Lorenzo, all’interno della Villa Pecori Giraldi, dimora nobiliare con una facciata dal tipico gusto rinascimentale. Le sale della villa sono state affrescate da tutta la famiglia Chini, con motivi geometrici e floreali, oltre che con affreschi di gusto medioevale.
Galileo Chini era nato a Firenze nel 1873, dopo la precoce morte del padre divenne apprendista nell’impresa di decorazione e restauri dello zio Dario. Nel 1895 frequentò la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti e in questo periodo entrò come socio nel Circolo degli Artisti dove divenne amico dei più importanti artisti dell’epoca. Sul finire del 1896 fondò, insieme a tre collaboratori, l’Arte della Ceramica, con opere ispirante alla nascente Art Nouveau. In questa veste partecipò a tutte le principali esposizioni Internazionali (Londra, Bruxelles, Gand, San Pietroburgo tra le altre). Contemporaneamente mantenne anche l’attività di pittore e decoratore.
Per divergenze con gli altri soci nel 1904 abbandonò l’impresa e, dopo due anni, a Borgo San Lorenzo, da dove la famiglia era originaria, fondò le Fornaci San Lorenzo. La sua opera spazia dal Simbolismo al Divisionismo, fino a una fase finale più cupa ed espressionista.
Il Museo di Borgo san Lorenzo documenta tutta la storia della produzione della Manifattura Chini, i cui oggetti di arredo in ceramica e vetro ebbero grandissima diffusione nelle case borghesi del periodo Liberty. Galileo Chini è considerato infatti uno dei massimi esponenti del Liberty italiano, fra le sue opere l’intero apparato decorativo delle Terme Berzieri a Salsomaggiore.
Nel 1907 partecipò all’allestimento della Biennale di Venezia, ma fu nell’edizione successiva che la cupola dell’ingresso della mostra, da lui realizzata, gli valse la commissione, da parte del sovrano del Siam, per affrescare il palazzo reale di Bangkok. Si trasferì in Siam dal 1911 al 1913 dove realizzò diciotto pannelli ispirati all’opera di Gustav Klimt che purtroppo sono andati distrutti. Negli anni successivi, dopo aver ottenuto la cattedra all’Accademia di Belle Arti di Firenze, realizzò importanti allestimenti scenici fra i quali quelli per il Gianni Schicchi di Puccini.
Dopo il 1925 Chini abbandonò definitivamente la ceramica dedicandosi soprattutto alla pittura ma negli anni quaranta venne colpito da una cecità progressiva. Scompare a Firenze nel 1956 e le sue ultime opere, dai toni cupi, spesso dedicate alle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, hanno delle evidenti allusione alla morte.
Il museo di Borgo San Lorenzo a lui dedicato è anche un’importante sede espositiva per artisti contemporanei oltre ad accogliere corsi di ceramica tenuti da importanti ceramisti della zona. Qui si trova anche il Piccolo Museo dei Bambini con laboratori artigianali e sensoriali pensati per i più piccoli.
Buonasera, Vi consiglio caldamente di fare questa gita a così pochi chilometri da Firenze. E’ un’esposizione curata e i manufatti lasciano a bocca aperta. La storia dei Chini , inoltre, è affascinante. Non tutti conoscono il loro percorso che li ha portati in Oriente e non solo.
Oltre al Museo suddetto i manufatti si possono ammirare anche al Museo della Ceramica di Faenza.