L’autodromo del Mugello è una delle eccellenze finalmente riconosciute anche dal grande circo della Formula 1. Lo testimonia, proprio nel 2020, la disputa di una delle gare valide per il Mondiale. Un articolo sui generis che ho pensato di dedicare ai tanti “tifosi” delle moto ma, soprattutto delle mitiche rosse, nonostante il momento di crisi di questa prestigiosa ed amatissima scuderia. La dedica è anche rivolta a chi, nel passato, ha lottato per costruire questo circuito la cui storia parte da lontano, dal secolo scorso.
Questo articolo come altri, rappresenta la continuazione del percorso che ho ipotizzato di fare utilizzando il titolo Metti una sera a cena, preso in prestito da un film degli anni 60, come premessa agli articoli che di volta in volta mi porteranno a raccontare sia il passato che il presente, perché credo che la convivialità possa rappresentare aspetti di amichevoli disquisizioni tranquillamente seduti ad una tavola con amici reali o virtuali, disquisizioni che oltre al cibo, potranno spaziare in altri settori di “varia umanità” come teatro, pittura, fotografia, sport, ecc.
Metti una sera a cena parlando dell’Autodromo del Mugello
Antipasto caldo di mare e polpo con patate, il mio preferito! A casa di Andrea e Beatrice, la cuoca, insieme anche a Massimo, il quarto, dei 6 previsti dall’ultimo decreto. Andrea, ferrarista da una vita, collaboratore nel passato della scuderia, salotto con cimeli ed autografi di Enzo Anselmo Giuseppe Maria Ferrari noto come Enzo Ferrari, il Drake, senza dimenticare l’album del matrimonio di Andrea e Beatrice, a Maranello, seconda patria dopo Firenze, probabile residenza post pensione. Per non rattristarci più di tanto a parlare dell’annus horribilis delle rosse, abbiamo dirottato le nostre chiacchiere sull’autodromo del Mugello, tra ricordi anche personali e storia, una storia che vede l’inizio oltre un secolo fa nel 1914 ed ha come protagonista iniziale una gara su strada.
E’ una gara di regolarità su strada, interrotta quasi subito dalla guerra. Riprende negli anni 20 quando iniziano a sfidarsi sulle strade di allora, piene di polvere i migliori piloti del momento, da Brilli Peri, all’idolo locale Emilio Materassi, da Alberto Ascari ad Enzo Ferrari che vince nel 1921 su Alfa Romeo nella classe 4500.Il percorso di 66 chilometri si snoda da Scarperia fino a Firenzuola per poi tornare indietro, attraverso il passo della Futa, a San Piero a Sieve e di nuovo a Scarperia. L’organizzazione delle Mille Miglia, oscura questa gara a partire dalla edizione del 1929. Viene riproposta nel 1955 con un percorso di 19 chilometri, un’ anello da ripetere 20 volte intorno a Barberino del Mugello. La scomparsa delle Mille Miglia e la rinnovata popolarità delle gare su strada convinse alcuni dirigenti dell’ACI di Firenze (Borracci e Pampaloni), negli anni 60, ad organizzare di nuovo la gara sul vecchio tracciato di 66 chilometri. La prima di queste, il 21 giugno del 1964, cinquanta anni dalla disputa del ‘Circuito automobilistico toscano’. Le gare sul circuito stradale terminarono nel 1970 dopo la morte di un bambino che fu investito mentre assisteva alle prove. L’incidente rappresentò la fine del tracciato, divenuto pericoloso e fuori dalle norme dei nuovi standard di sicurezza, ma dette l’impulso a “costruire” un autodromo permanente che fu edificato tra il 1972 e il 1974, prendendo la denominazione di “Autodromo Internazionale del Mugello”.
L’autodromo, esteso su di un’area di circa 170 ettari, fu edificato per iniziativa dell’ACI di Firenze, con l’intenzione di offrire una sede alle tradizionali gare motoristiche della zona. Il progetto del tracciato e delle opere relative fu assegnato all’ing. Gianfranco Agnoletto e l’’impianto su pista fu inaugurato nel 1974. Negli anni a seguire, per ragioni di carattere economico venne presa la decisione di venderlo e, nel 1988 fu acquistato dalla Ferrari che ha successivamente provveduto a migliorarlo, ristrutturandolo e dotandolo delle migliori infrastrutture, aggiornandole continuamente. Nel 2011 venne effettuata una riasfaltatura completa del tracciato, con particolare riguardo per il drenaggio delle acque prodotte dalle possibili piogge, mentre nel 2015 vennero inserite vie di fuga in asfalto dalla forma del tutto particolare, progettate sulle reali possibilità dei mezzi per rientrare in pista. Il circuito di cui è proprietaria la Ferrari circuito oltre alla casa di Maranello è disponibile operativamente per i test e prove di F.1, delle case della MotoGP, del Mondiale Superbike, di case automobilistiche e motociclistiche nazionali ed internazionali, con 20 box della misura di metri 12 x 12 e 27 telecamere a circuito chiuso oltre ai vari servizi. E’ considerato uno dei più completi, ad esempio, della moto mondiale. Tratti velocissimi, continui cambi di direzione, grandi staccate necessarie per adeguarsi alle variazioni dell’asfalto, variazioni che assecondano le forme naturali di quelle colline. Un mix di curve veloci, punti ciechi e continui cambi di pendenza.
In attesa di vinsanto, cantuccini di Prato, caffè ed ammazzacaffè, per il più classico fine cena, abbiamo consapevolmente e razionalmente lasciato perdere tutti gli eventi che si sono succeduti nel tempo, gare, campioni, record, un lungo, lunghissimo elenco! Ne citeremo solo uno a chiusura di questo articolo. Ci siamo, invece, dedicati, anche per esperienze dirette e personali (Andrea), a ricordare qualche notizia delle curve di questo prestigioso autodromo “fiorentino”, utilizzando i dettagli proposti dal disegno del tracciato sicuri che in ogni curva i piloti hanno personalmente scritto un pezzo della loro storia sportiva.
Il tracciato della pista che si snoda sulle colline di Scarperia e San Piero a Sieve, è lungo 5.245 metri e si snoda attraverso 15 curve (9 a destra e 6 a sinistra).
Ricordando che parte delle curve prende nomi di luoghi fattorie e casolari che erano situati lungo il vecchio tracciato San Donato, Poggio Secco, Casanova, Savelli, Palagio, Correntaio e Bucine, partiamo per questa nostra veloce e virtuale passeggiata ricordando anche le altre.
Luco, è uno degli accessi all’autodromo. La seconda curva del tracciato prende il nome da una piccola frazione del Comune di Borgo San Lorenzo, distante circa 3 chilometri dal circuito. Materassi è dedicata ad Emilio Materassi, nato a Borgo San Lorenzo, pilota che a livello ha guidato per Maserati, Bugatti e Talbot. Iniziò come autista per le strade della toscana poi, grazie ad alcuni amici danarosi aprì a Firenze l’ Autogarage Nazionale, dove ebbe modo di assemblare la sua prima auto da corsa con cui iniziò la sua carriera da pilota che lo portò a vincere. Morì a Monza in un tragico incidente (1894-1928). In cui persero la vita anche 22 spettatori. Borgo San Lorenzo, è da sempre il più importante centro del Mugello, per la sua felice posizione dal punto di vista economico, vista anche la vicinanza alle due strade che collegano la valle a Firenze: la via Faentina e la via Bolognese. La distanza dal circuito è di circa 10 chilometri. Arrabbiata 1 e Arrabbiata 2. Le due curve prendono il nome dalla strada che porta alla pista che dal lontano passato, per la sua elevata pendenza e la conseguente difficoltà a farla a piedi, a cavallo o in bicicletta” avrebbe fatto “arrabbiare” chiunque ! , prendono il nome dalla strada che porta alla pista”.
Scarperia, è l’entrata a questo circuito adagiato sulle colline del Comune di Scarperia e San Piero a Sieve. L’autodromo si trova in una zona di campagna distante circa 1 chilometro e 500 metri da Scarperia, famosa nel passato per i conosciutissimi “ferri taglienti” coltelli prodotti da artigiani di altissima qualità. Biondetti 1 e Biondetti 2. La doppia curva è dedicata a Clemente Biondetti, un pilota nato a Buddusò, in Sardegna (1898) ma considerato toscano di adozione. A 25 anni inizia a correre prima sulle due ruote e poi alle automobili, Talbot, Bugatti, Maserati e Alfa Romeo con cui vinse nel 1938 la prima delle sue quattro Mille Miglia. Morì nel 1955 e due anni dopo la Mille Miglia fu definitivamente sospesa per un incidente stradale conosciuto come la Tragedia di Guidizzolo (12 maggio 1957), quando il pilota spagnolo Alfonso de Portago, uscì di strada per la foratura di un pneumatico con la sua Ferrari lanciata a 250 km/h rimanendo ucciso insieme al suo navigatore ed a 9 persone di cui 5 bambini che assistevano al passaggio di questa competizione automobilistica.
A conclusione della cena come non ricordare l’evento a cui avevamo partecipato?
Cinque rosse Ferrari in piazza della Signoria, il 12 e 13 settembre 2020, per celebrare i 1000 Gran Premi a cui la Scuderia ha partecipato e salutare anche l’organizzazione all’Autodromo Internazionale del Mugello della corsa denominata Pirelli Gran Premio della Toscana Ferrari 1000. Uno spettacolo di colori ed un video che ha avuto come schermo la facciata di Palazzo Vecchio, dove la sera era organizzata cena di gala.
In piazza erano presenti oltre a vetture del passato, anche quelle della gamma Ferrari del 2020, nonché una macchina, un solo ed unico esemplare, con la livrea celebrativa deli 1000 Gran Premi a cui le rosse hanno partecipato, realizzata in esemplare unico, macchina che è stata successivamente messa all’asta mentre i proventi verranno devoluti al Comune di Firenze per fini benefici
Un particolare ricordo credo che possa essere riservato ad un personaggio particolare che ha seguito l’Autodromo come primo Direttore (1974) e dopo il passaggio alla Ferrari come consulente, vera ed appassionata anima del Circuito: Remo Cattini.
Interessante anche se per gli appassionati di corse, soprattutto se non giovani, non dice niente di nuovo ma capisco che sia indirizzato proprio a neofiti che possano capire la storia dell’automobilismo Italiano. Il Circuito del Mugello: bellissimo ed emozionante; peccato che non potrà diventare davvero adatto alle grandi corse in quanto privo di valide vie di accesso.
Ho molto gradito la storia completa riguardante l’ autodromo ( di cui mi onoro di averne fatto parte in qualita’ di commissario di percorso alla curva Scarperia Palagio fino dalla sua apertura 1974) e dell’antefatto storico stradale e di tutto il percorso fino alla prova della f.1 alla quale ovviamente non ho mancato. Mi complimento con voi e saluto caramente. Piero Manzini
Ringrazio per i complimenti . Non avevo nessuna intenzione di scoprire niente di nuovo ma avevo piacere ricordare una struttura che è stata considerata da molti sportivi tra le più “belle” del mondo dei motori.
Una eccellenza fiorentina.