LA PROVA REGINA
Dopo qualche giorno, viene annunciato dal Maggiordomo, che sono stati trovati i due dottori per la visita medica al Duca, e il Notaio per assistere alla prova di virilità del Duca. I due medici sono dei luminari del loro campo, insegnano all’Università di Bologna. Maestro Neri e Maestro Lapo. Il palazzo dove avverrà la prova, si trova vicino al palazzo del Duca Vincenzo. Viene tutto tenuto segreto per non far trapelare alcuna notizia.
Tutto ormai è pronto per la “Prova d’amore”. Francesco si congeda dal Duca di Mantova. Come d’accordo appena giunto a Firenze, incaricherà un suo uomo di fiducia per cercare la vergine disposta dietro compenso, a trasferirsi a Mantova per passare una notte d’amore con il Gonzaga. Il Granduca mi ordina di rimanere a Mantova con Belisario Vinta per assisterlo ed aiutarlo in caso di bisogno.
Dopo circa un mese arriva al palazzo di Vincenzo Gonzaga un messo inviato dal Granduca Francesco con una missiva riservata. Il Duca lo fa accompagnare alla sua stanza, ricevuta la lettera congeda il messo, e inizia a leggere.
“Eccellenza. Ho trovato la ragazza vergine disposta a raggiungere Mantova per passare una notte d’amore con voi. Assicuro che non è stata deflorata. Ha sostenuto una visita medica di controllo, con il dottor Maestro Lapo Innocenti di Lucca. Ha confermato e messo per scritto il risultato della visita ginecologica, firmata e contro firmata dal Notaro Zebedeo Alamanni. La ragazza appartiene ad una antica famiglia nobile fiorentina. Si chiama Giulia Albizi, ha 21 anni di età ed è molto bella. E’ stata pagata con 1000 fiorini d’oro, fornita di abiti, e camicia da notte da indossare nel giorno da voi scelto”.
Vi porgo i miei auguri più sinceri.
GRANDUCA DI FIRENZE
FRANCESCO DE’ MEDICI
Sembra che tutto vada per il meglio. Dopo un mese dall’arrivo della missiva, arriva da Firenze la ragazza. La carrozza è scortata dai fanti fiorentini. Al suo arrivo a Mantova, è ricevuta al palazzo Gonzaga dal Duca in persona. La fanciulla è bella. Ha i capelli biondi tenuti fermi da un pettine d’argento, gli occhi azzurri. Indossa un bellissimo vestito azzurro damascato. Scende dalla carrozza e sottobraccio al Duca, viene condotta nella sua stanza. Il giorno dopo arriva da Roma il Cardinale delegato dal Papa. Adesso si può iniziare. Passano i giorni, e finalmente la stanza dove avverrà l’incontro d’amore è pronta. Il letto è fatto con bellissimi lenzuoli di lino di Fiandra, il camino è acceso, nell’aria si sente il promo dei petali di rose spanti in terra e sul talamo.
I due sfidanti sono pronti ma, il Duca annuncia ai dottori di non poter dare il meglio di se, ha un forte dolore all’intestino. I dottori visitano Vincenzo, e accertano che l’uomo ha veramente dolori. Sono causati da una grossa ingestione di cibi drogati con molte spezie afrodisiache. E tutti d’accordo decidono di rimandare l’incontro, a quando il Duca starà meglio.
Il Notaio redige il verbale con il parere dei dottori: “Vincenzo Gonzaga ha forti dolori all’intestino, dopo averlo visitato confermando i sintomi, in accordo con i Segretari Lacchi e Vinta e il delegato del Papa, rimandano il tutto a quando sarà guarito”. La lettera firmata dai presenti, è consegnata ad un Messo per farla arrivare nel minor tempo possibile al Granduca Francesco De’ Medici. Un altro viene inviato a Roma dal Pontefice.
La cosa è comica! I presenti si impegnano a non far trapelare niente dell’incontro andato a vuoto. Francesco sarà su tutte le furie quando apprenderà del fallimento, e i Farnese avranno confermati i sospetti sulla mancanza di virilità del Duca. Dopo diversi giorni con le cure somministrate dai medici, Vincenzo non ha più dolori.
Oggi è il gran giorno, i contendenti sono pronti. La ragazza è stata preparata dalla guardarobiera. Ha fatto un bagno profumato con erbe aromatiche, e ha indossato una bellissima camicia da notte di lino di Fiandra ricamata. Ho assistito il Gonzaga a fare il bagno in una tinozza di legno con erbe aromatiche, si è profumato con acqua di rose, ed ha indossato una camicia da notte con ricamato il suo stemma.
La giovane è entrata nella camera da letto in penombra, e si è coricata. E’ giunto Vincenzo che l’ha raggiunta nel talamo. Mentre iniziano i preliminari d’amore, entrano i testimoni all’atto. Il rapporto è consumato nel migliore dei modi, i due medici visitano la ragazza, e con malcelata soddisfazione annunciano la deflorazione. E certificano la virilità di Vincenzo. Viene stilato il verbale firmato dai presenti, e inviato un Messo a Firenze e uno a Roma.
Il Granduca quando riceve il messaggio esulta. Il matrimonio di sua figlia Eleonora si può fare. Bianca si è vendicata dei Farnesi. La Principessa Margherita è sterile! Adesso non accusano il Gonzaga di non essere capace di procreare in quanto sterile, la soddisfazione è immensa. Quando la Cappello era in difficoltà, aveva chiesto il loro aiuto, ma i Farnesi non erano accorsi in sua difesa. Questo risultato le da molta gioia.
Bia: Ho avuto soddisfazione, il Gonzaga non è sterile come temevamo. I Farnese volevano imbrogliare lui e noi. Ma la verità ha trionfato!
Fra: Bianca a giorni partirò per Mantova, per stilare il contratto di matrimonio, descrivendo la dote di Eleonora, e porterò in dono dei gioielli, come regalo al Duca per aver superato la prova onorevolmente. Gli elenchi degli invitati al matrimonio di nostra figlia con il Gonzaga, da fare al più presto. Un vero uomo capace di soddisfare qualsiasi donna!
Qualche giorno dopo Belisario Vinta propone al Duca di fare un altro incontro d’amore per essere più sicuri. I presenti sono d’accordo e fissano il giorno in cui sarà affrontata un’altra “prova”. Di questo ulteriore incontro viene avvisato Francesco de’ Medici e anche Papa Gregorio. Rispondono di essere soddisfatti di questo ulteriore incontro. Tutto va come deve andare. Il Duca si comporta da vero uomo, soddisfacendo la ragazza, la quale dopo poco tempo risulta in cinta. Come preventivato, le viene consegnata la somma stabilita nel contratto stilato per la “prova” (Tremila fiorini oro) ed un marito estratto dalla cerchia di conoscenze di Francesco.
Poco tempo dopo, si tengono le nozze fra il Duca di Mantova Vincenzo Gonzaga e Eleonora de’ Medici, con grande soddisfazione per ambedue le famiglie, che hanno unito le loro forze. Sono tornato a Firenze con Francesco, sono mancato quasi un anno. Non vedo l’ora di riabbracciare Florinda, chissà come sarà contenta del mio ritorno.
Siamo arrivati a Palazzo Pitti, mentre scendo dalla carrozza, vedo Florinda che a una finestra mi saluta. Ho aiutato il Granduca a scendere, sto scaricando i bauli da viaggio, quando una voce mi fa sobbalzare il cuore.
Flo: Bastiano amore, finalmente sei tornato! Ho tanta voglia di abbracciarti e stringerti a me! Ti ho sognato tutte le notte, ho pianto nell’attesa di rivederti.
Bas: Sono tornato, e sono felice di rivederti! Spero di rimanere vicino a te per molto tempo. Adesso porto i bauli nella camera di Francesco, dopo sarò tutto per te!
Flo: Ti aspetto con ansia.
Francesco abbraccia i figli rimasti a casa. Poi con la moglie si traferisce nella sua camera per prepararsi per la cena. Il giorno dopo, con Florinda, Mozzetta, Checco, Faina, e Anna la cuoca, andiamo a far spese. Quando stiamo caricando il carro, un fanciullo male in arnese, si avvicina a me, e con mossa felina, infila nella scarsella un foglio e fugge a gambe levate.
Siamo nel nostro letto, Florinda mi accarezza mi bacia e dice parole d’amore. Si è addormentata, mi alzo dal letto vado ai miei vestiti e prendo il foglio portato dal ragazzo. Alla luce del fuoco nel camino, lo leggo! “Fra due giorni da me alla Spezieria, devi recuperare il cavallo per andare a Rovezzano per il ritorno”.
Per tutta la notte ho rimuginato per trovare il modo di andarmene. Ho deciso! Lascerò un biglietto sul mio cuscino, con due righe di saluto e la promessa di tornare da lei un giorno. Prima che faccia giorno, preparo la mia sacca, apro la finestra e salto giù. Cammino velocemente debbo arrivare in Càlimala entro breve tempo, e scansare la ronda di notte, sarebbe un bel guaio.
Sono arrivato alla Spezieria di Drusilla, dopo averla salutata sello il cavallo e parto al galoppo. Dopo un ora sono a Rovezzano alla mascalcia. Contratto la rivendita del cavallo e dei suoi finimenti, saluto il maniscalco e torno nel campo dove la prima volta arrivai dal passato. Mentre aspetto il segnale per tornare nella mia epoca si scatena un temporale, trovo rifugio sotto una grande quercia. Ad un tratto il cielo viene percorso da un lampo seguito dal boato di un tuono. Il fulmine mi ha abbagliato gli occhi, e quando riacquisto la vista sono nella Spezieria di Messer Lorenzo nel XIV secolo.
Di fronte a me c’è Nostradamus, mi scruta da capo a piedi e mi saluta con un cenno della mano. Messer Filippo si avvicina e mi pone delle domande.
Fil: Ben tornato Bastiano, hai notizie per me?
Bas: Messer Filippo, ho raccolto molte notizie, spero le trovi interessanti.
Un bagliore si propaga nella stanza, il Mago francese è scomparso in una nuvola di fumo, le candele si sono spente e nella stanza è scesa la penombra. Messer Lorenzo a acceso un candelabro sul tavolo dove prima si trovava il francese.
Fil: Vai a casa a riposarti. domani mattina vieni alla mia bottega, ti pagherò il compenso pattuito, e potrai andare a riposare dove vuoi e tornare quando vuoi.