In relazione al famoso duello avvenuto durante l’assedio fiorentino del 1530 fra Lodovico Martelli e Giovanni Bandini, affiancati a loro volta rispettivamente da Dante da Castiglione e Bertino Aldobrandi vi è un aneddoto interessante e poco conosciuto.
Ciò che innescò la sfida, come si svolse e come si concluse l’ha già ben descritto sulle nostra rivista fiorentina Riccardo Massaro in questo suo articolo: “Duello a Firenze, guerra nella guerra“, e quindi vi rimando a leggerlo. Ciò che invece è meno conosciuto è che una delle armi impiegate durante quella sfida è stata conservata per moltissimo tempo dalla famiglia del duellante.
Si tratta dello stocco usato in duello da Dante di Bernardo da Castiglione. Dante, durante la sfida contro Bertino Aldobranti, stava avendo la peggio, l’Aldobrandi l’aveva colpito ben cinque volte, cinque ferite che lo avevano fiaccato. Una addirittura al braccio che impugnava lo stocco. Si trovava quindi in una condizione di inferiorità netta e era prossimo a subire la sconfitta e perdere la vita. In quel momento, baldanzoso del suo stato di superiorità l’Aldobrandi cercò l’affondo definitivo, ma Dante ebbe un guizzo inaspettato, data la sua condizione, riuscendo con un abile affondo a colpire l’Aldobrandi alla gola con la punta del suo stocco. Una stoccata in piena regola. Un unica ferita, ma mortale, che gli consegnò la vittoria.
Evidentemente Dante da Castiglione, nei giorni di convalescenza che seguirono, si rese conto di ciò che quello stocco aveva fatto per lui, salvargli la vita e permettergli di vincere la sfida, e decise di conservarlo come una reliquia. Cosi infatti fu fatto e lo stocco è stato conservato, assieme alla lettera di sfida, presso il castello di famiglia a Cercina, davanti ad un affresco sulla parete di una grande sala interna.
Conservato per secoli, poi la storia e i cambiamenti ne hanno sancito la vendita. Infatti nel 1889 l’ormai leggendario stocco venne venduto all’asta e con lui anche il cartello di sfida. Non sorte migliore ha avuto il Castello di Castiglione che è ormai fatiscente e abbandonato e che conserva ancora l’affresco che però è talmente rovinato che non permette quasi più di distinguere la scena rappresentata; i duellanti che si fronteggiano sullo sfondo di Porta San Pier Gattolino.
Dante di Bernardo da Castiglione, e il suo stocco che gli salvò la vita….la fatiscenza del Castello di Castiglione a Cercina, il tempo disperde oggetti e cose , cancella inesorabilmente interessanti pagine di storia.