Santa Maria in Campo, è una chiesa di Firenze si dice fondata nel secolo XI a ricordo di una immagine della Vergine rinvenuta in un campo li vicino e conservata ancora oggi. Per uno strano caso dovuto alle guerre fra fiorentini e fiesolani, questa chiesa appartiene al Vescovo di Fiesole.
Come si sa i fiorentini sono famosi per i loro scherzi e burle, fino dai tempi antichi. Il Sacchetti nelle sue novelle, racconta di uno scherzo fatto da buontemponi al parroco della chiesa.
Questo era famoso per essere un grande avaro, non volendo spendere un soldo per la manutenzione, lasciava aperto il portone d’ingresso che aveva la serratura rotta.
Una sera presso una osteria li vicino, si ritrovarono a cena degli amici che parlavano fra di loro della tirchieria del prete, e così fra un motto di spirito una risata e tante libagioni, decisero di fare uno scherzo al malcapitato.
L’occasione si presentò quando l’orsa del Podestà un animale buono e tranquillo che se ne andava a spasso per la città, entrò nell’osteria si accovacciò sotto il tavolo degli amici, per avere qualche boccone della cena.
Fu deciso di portare l’animale alla chiesa, legargli le zampe davanti alle corde delle campane e godersi lo spettacolo. Detto fatto, uscirono dall’osteria con l’animale e si recarono a Santa Maria, legarono le zampe della bestia alle campane e uscirono nascondendosi nei paraggi per gustarsi lo scherzo. La bestia sentendosi legata, cominciò ad agitarsi facendo suonare le campane. Nel 1300 quando di notte suonavano le campane, il popolo accorreva nel punto dove si propagavano i rintocchi, perché quel suono poteva indicare un disastroso incendio o l’attacco di nemici.
Il prete e il campanaro svegliandosi di soprassalto, erano usciti fuori impauriti da quello scampanio non sapendo da chi fosse fatto. Intanto la folla giunta li parlava facendo le più disparate congetture. Chi stava suonando se il prete ed il campanaro erano vicino a loro? forse il diavolo! Intanto i burloni se la ridevano a crepapelle, vedendo la riuscita del loro scherzo. Qualcuno più coraggioso decise di andare a vedere per svelare l’arcano. Questi entrarono nella chiesa, e scoprirono la povera bestia che mulinava in aria le zampe per liberarsi.
Tornati fuori raccontarono quello che avevano visto, non era il diavolo a suonare ma l’orsa del Podestà. L’ilarità fu generale i commenti contro il prete e la sua avarizia si sprecarono, tanto che il poveretto offeso a morte, decise di riparare il portone per evitare che si ripetesse quanto avvenuto o che qualche malintenzionato trovando aperto entrasse per rubare qualche arredo.