L’epoca d’oro dello scacchismo fiorentino, 1° parte
L’epoca d’oro dello scacchismo fiorentino, 2° parte
L’epoca d’oro dello scacchismo fiorentino 3° parte
L’epoca d’oro dello scacchismo fiorentino 4° parte
L’epoca d’oro dello scacchismo fiorentino 5° parte
L’epoca d’oro dello scacchismo fiorentino 6° Parte
L’epoca d’oro dello scacchismo fiorentino 7° Parte
L’epoca d’oro dello scacchismo fiorentino – 8° Parte
Sergio Mariotti e Firenze città di Grandi Maestri.
Agli inizi degli anni settanta la disputa che riguardava su chi fosse il più forte giocatore di scacchi in Italia, comprendeva una ristretta cerchia di quattro giocatori: Cosulich, Mariotti, Tòth, tutti nella foto sottostante.
Mariotti a sinistra contro Tòth, mentre Cosulich è quello con la barba. E il quarto Tatai. Il 1973 per Mariotti fu un anno transitorio svolgendo il servizio miliare, ma nel 1974 torna alla grande e compie una impresa mai riuscita a uno scacchista italiano fino ad allora. Siamo a giugno e nella ridente città marina di Nizza si svolgono le XXI° olimpiadi, Mariotti per l’Italia gioca in prima scacchiera e con 14 punti su 19 conquista la medaglia di bronzo, esattamente 20 dopo quella conquistata da Scafarelli, portando a 2 le medaglie olimpiche vinte dall’Italia ed entrambe portano la firma di un giocatore fiorentino. La medaglia d’oro la vince un giovane scacchista sovietico, Anatoly Karpov che un anno dopo diventò Campione del Mondo, dominando la scena mondiale per i successivi dieci anni. Oltre alla medaglia di bronzo Mariotti conquista la seconda norma e diventa ufficialmente il primo Grande Maestro di Scacchi in Italia. Una impresa leggendaria, basti pensare che l’Italia scacchistica dovrà aspettare ben 22 anni prima che un altro italiano possa fregiarsi di questo titolo, il trevigiano Michele Godena, che, tengo a sottolineare, non certo per sminuirne l’impresa, è rispetto a Mariotti, un professionista, situazione che negli anni 90 era più sostenibile che ai tempi giovanili del nostro protagonista.
Questa impresa pone la parola fine alla disputa, sancendo di fatto l’accettazione da parte di tutti che dal quel momento Mariotti è indiscutibilmente il più forte in Italia. Questa Impresa ha un altra caratteristica singolare, il questo momento Firenze diventa la capitale scacchistica d’Italia, essendo nella invidiabile condizione di avere tra i suoi cittadini gli unici due Grandi Maestri di scacchi, Mario Napolitano G.M per Corrispondenza e Sergio Mariotti, G.M a tavolino, e qui la nostra storia raggiunge il suo apogeo. A giugno del 1975 Mariotti vince lo Zonale di Caorle qualificandosi per l’interzonale di Manila, anche questo sarò un record di lunga durata, infatti prima di vedere un altro scacchista italiano far meglio si dovrà aspettare il 2018 quando l’italo americano Fabio Caruana sfiderà il campione mondiale in carica Magnus Carlsen per il titolo. Bisogna per dovere di cronaca, dire che Caruana giocò la sfida sotto la bandiera americana, essendo in quel periodo tesserato scacchisticamente per gli Stati Uniti, ma la diatriba sul considerare più o meno Italiano Caruana la lascio agli esperti del settore. Tra il 20 agosto e il 14 settembre il nostro eroe fu invitato al Torneo di Milano l’evento scacchistico più importante disputato in Italia. Erano presenti tra l’altro Il campione del mondo in carica, e due ex campioni del mondo. Mariotti l’unico giocatore non professionista, e anche l’unico con un punteggio inferiore ai 2500 punti arrivò ultimo, ma si tolse la soddisfazione di pareggiare con l’ex campione del mondo Tigran Petrosjan.
Nel 1976 Mariotti partecipa all’interzonale di Manila, ricordando ancora una volta che non essendo un giocatore professionista, dovette chiedere le ferie per partecipare a questo importante evento, quindi lunedì inizia regolarmente la settimana lavorativa, martedì parte per Manila e mercoledì gioca il primo turno, mentre i giocatori del blocco sovietico, giocatori di fatto professionisti sostenuti dallo stato erano a Manila già da 10 giorni. Mariotti all’inizio del torneo paga lo scotto dello scarso ambientamento, ma nella seconda parte del torneo recuperando uno stato di salute accettabile rimonta e conclude in classifica a pari merito con l’ex campione del mondo Boris Spassky con cui pareggia lo scontro diretto. In questo torneo contro i 4 giocatori sovietici presenti, ottiene l’eccellente risultato di una vittoria e tre pareggi meritandosi i complimenti di tutti i presenti, e questa la dice lunga sugli enormi potenziali di questo giocatore. Si dice che l’ex campione del mondo Tal, abbia affermato che se Mariotti fosse nato in Unione Sovietica sarebbe diventato tra i dieci giocatori più forti al Mondo. Sergio Mariotti ha continuato per anni ad essere il punto di riferimento dello scacchismo italiano, ha ricoperto anche il ruolo di presidente della federazione scacchistica, ed ha contribuito con la sua personale disponibilità, allo sviluppo e alla divulgazione del gioco in Italia, non si contano le simultanee che ha disputato in ogni angolo del paese, nonostante gli impegni di lavoro e famigliari. Nella foto sottostante una delle sue ultime simultanee, disputata contro una selezione di giocatori per corrispondenza riuniti nel loro annuale congresso. Siamo a Bologna nel marzo 2019.
Negli ultimi anni causa anche qualche problema di salute non ha più partecipato a tornei, ha fatto una eccezione quando nel 2012, per amore della sua città accettò di partecipare alla prima edizione del Florence Move, torneo svolto nella splendida cornice della Sala d’Armi a Palazzo Vecchio in Piazza della Signoria. Ma il 1975 è , purtroppo l’anno in cui Mariotti, per motivi di lavoro si trasferì a Roma, e da quella data cominciò l’inarrestabile declino scacchistico fiorentino. Napolitano è ormai un ex giocatore, nel 1978 scompare prematuramente Sergio Bianchi, e nonostante che l’evento Fischer abbia portato centinaia di fiorentini a iscriversi ai numerosi circoli presenti in città, questo fenomeno non produrrà nessun nuovo giocatore di forza paragonabile ai nostri precedenti protagonisti. Quindi si può datare la fine di questa meravigliosa epoca intorno al 1980. Se ottanta anni di storia, paragonati alla bimillenaria storia degli scacchi possiamo paragonarla alla durata di un giorno, allora citando una bella canzone di Fabrizio De Andrè:
E come tutte le
più belle cose
vivesti solo un giorno
come le rose.