L’epoca d’oro dello scacchismo fiorentino, 1° parte
Clarice Benini
Il fertile terreno scacchistico fiorentino, preparato con grande impegno da Rosselli marchese del Turco, cominciò a dare i suoi preziosi frutti a partire da meta degli anni trenta, quando apparvero quasi contemporaneamente nell’agone scacchistico Italiano e internazionale due personaggi che avrebbero fatto, e fanno parte della storia degli scacchi, Clarice Benini e Vincenzo Castaldi.
In questo articolo ci occuperemo sia per rispetto cronologico anagrafico, della Benini che nacque 11 anni prima di Castaldi, che per cavalleria, verso il personaggio femminile. Clarice Benini nacque a Firenze l’8 gennaio 1905. Possiamo definirla figlia d’arte visto che il padre era tra i migliori scacchisti fiorentini dilettanti dell’epoca. Purtroppo il padre morì di infarto nel 1920 mentre disputava un torneo a Viareggio lasciando così orfana a solo 15 anni la nostra eroina.
Ma per nostra fortuna ormai il seme della passione per gli scacchi era stato trasmesso alla figlia che grazie anche al personale impegno di Rosselli del Turco che la prese sotto la sua ala protettrice potrà continuare a coltivare.
Nel favorevole ambiente scacchistico della Firenze di quegli anni, dove non mancava l’occasione di incontrare avversari di valore, la Benini continuò a sviluppare il suo immenso talento e finalmente dal 1934 cominciò la sua fulgida carriera agonistica.
Già due anni dopo nel 1936 la Benini stupendo il mondo scacchistico internazionale fa il botto arrivando seconda su 12 al torneo internazionale femminile di Semmering. Ora dovete pensare che a quell’epoca di imperante maschilismo, non erano molto frequenti i tornei femminili, questo perchè anche a livello scacchistico vigeva un conclamato ostracismo verso il gentil sesso come in ambiti più importanti tipo la medicina o le varie carriere di tipo accademico.
Nel 1937 in concomitanza con le olimpiadi maschili di Stoccolma la Fide (Federation internationale de Echess) decise di far disputare il campionato del mondo femminile, e grazie al successo del 1936, e all’impegno di Rosselli del Turco, la Benini fu invitata a parteciparvi. Anche in questo prestigioso contesto la nostra eroina riuscì a sorprendere tutti arrivando seconda dietro l’imbattibile Vera Mechink. Dopo questo successo, il regime fascista, sempre pronto a sfruttare le italiche glorie non poté più ignorare questa fortissima giocatrice e in suo onore si decise di far disputare ne 1938, per la prima volta in Italia il Campionato Italiano femminile che ovviamente fu appannaggio della nostra, che bissò il successo anche nell’edizione successiva.
Poi, sopraggiunse Il tragico evento della seconda guerra mondiale e tutto si interruppe per anni. Nel primo dopoguerra l’attività scacchistica ripartì, e nell’aprile del 1947 si disputò l’undicesimo campionato italiano assoluto, ma stranamente solo quello al maschile. Nonostante che il clima politico fosse drasticamente cambiato, non erano cambiate certe brutte abitudini come l’ostracismo, o forse il disinteresse verso l’universo femminile, tant’è si dovette aspettare il 1973 prima di poter assistere alla terza edizione del campionato femminile.
Quindi alla nostra eroina non rimase che l’attività internazionale. Fra il dicembre del 1949 e il gennaio del 1950 la Benini partecipò al primo campionato del mondo del dopoguerra piazzandosi al nono posto, vincendo però le due partite contro le giocatrici sovietiche. L’attività internazionale della Benini si protrasse fino ai primi anni sessanta, poi il sopraggiungere di una grave malattia agli occhi la costrinse prima ad abbandonare l’attività agonistica, poi la frequentazione dei circoli scacchistici.
Infine si ritirò a vivere in campagna a Poggio a Vico una piccola frazione nel comune di Rufina dove nel 1976 morì tragicamente, assassinata da un colono impazzito che prima sterminò la propria famiglia e poi rivolse la sua furia omicida verso la nostra sventurata eroina che sfortunatamente era sua vicina di casa. Tra le foto che ho accluso c’è anche la copertina dell’opera più completa su Clarice Benini, e un opera che gli autori hanno scelto di rendere pubblica gratuitamente, quindi chi volesse approfondire la conoscenza della nostra eroina può consultarla online. Uno dei coautori del testo è Lorenzo Barsi un caro amico, e senza la consultazione della sua opera e soprattutto senza i suoi preziosi consigli telefonici questo articolo non avrebbe visto la luce.
Molti testi scacchistici degli anni settanta da me consultati definivano la Benini la più forte scacchista italiana di tutti i tempi, ma sappiamo che queste enfatiche dichiarazione spesso non corrispondo al vero, anche se a me piacerebbe il contrario. Ma una verità inconfutabile risulta al momento attuale, la nostra eroina è stata la scacchista italiana che più di ogni altra è arrivata più vicino al titolo di campionessa del mondo.
Saper diventare una scacchista famosa non deve essere stato facile per l’epoca. Io la definirei anche una grande scacchista di vita! Intelligente e rivoluzionaria,. Sono sicura che la passione per gli scacchi era anche un modo per contrapporsi alle idee chiuse di allora. Bellissimo racconto!
Anche a me piace pensare che una delle motivazioni sia quella da lei proposta.