Il boia era uno e il mestiere era tramandato di padre in figlio quindi nei tempi si son succeduti molti boia e se il figlio non era generato si nominava un altro boia. Gli assassini della giustizia erano necessari, ma come tutti gli uomini morivano anche loro. Il problema della loro sepoltura non era una sciocchezza perchè, anche se per professione, erano comunque degli assassini e la chiesa si rifiutava di tumularli in terra consacrata e non potevano certo essere gettati in fosse comuni marcando un disprezzo che ne la famiglia nella società poteva tollerare. Si ovviò al problema sotterrandoli in terra non consacrata ma comunque un luogo di rispetto, non all’interno di una chiesa, ma immediatamente nei pressi. Fu scelto di tumularli sotto i campanili. Leggendo la storia della Compagnia di Santa Maria della Croce al Tempio potrete farvi un’idea di come si svolgeva una condanna a morte e quali aree di Firenze erano interessate da questo evento luttuoso. Capirete quindi perchè la maggior parte dei boia siano stati sepolti sotto il campanile di Sant’Ambrogio.

L’espressione fiorentina: “Solo come un boia“, secondo Giovanni Paolo Lomazzo, (pittore del ‘500), deriva da un’antica rivalità tra Raffaello e Michelangelo. L’aneddoto racconta che Raffaello e Michelangelo si incontrarono per strada, Raffaello in compagnia dei suoi discepoli e Michelangelo da solo. Michelangelo volle puntualizzare il narcisismo di Raffaello e lo salutò dicendo: “Dove te ne vai, Raffaello, così circondato come un proposto?”, Raffaello punto sul vivo ebbe la prontezza di spirito e rispose: “E voi, solo come un boia?”. Questa espressione è rimasta famosa e si adatta bene al racconto in quanto il boia era solo in vita, disprezzato sia dai signori che dal popolo, ma anche nella morte, relegato a passare l’eternità solo, con i suoi colleghi, sotto alti campanili.

Jacopo Cioni
Le tombe dei boia.
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