Questa mattina ho ricevuto su Whatsapp un sibillino messaggio: “nel mezzo di cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura”, accompagnato da una mappa di Google.
Il mittente era un numero sconosciuto e, dopo un primo istante di perplessità, ho pensato allo scherzo di qualche amico. Tutti conoscono la mia curiosità, per cui non ho messo tempo in mezzo sono salita in auto, ho impostato il navigatore e mi sono diretta verso questo luogo oscuro, con spirito scanzonato, aspettandomi chissà quale scherzo ben ordito.
Sono arrivata al limitare di un bosco, poco fuori della città e, lasciata l’auto, mi sono addentrata per un sentiero sterrato.
Dopo qualche centinaio di metri, con mio enorme stupore, ho intravisto la sagoma di una persona, di spalle, di media altezza, con una curiosa tonaca rossa che le arrivava fino ai piedi ed un cappuccio rosso in testa.
Il primo pensiero è stato “ok, chi si è vestito da cappuccetto rosso?”.
Ma non ho fatto in tempo a proferir parola, sono rimasta con la bocca aperta quando lo strano personaggio mi si è palesato, girandosi di scatto.
Lo smarrimento è stato totale, un senso di vertigine, di incredulità, un pizzicotto per capire se ero sveglia o stavo sognando quando, ridendo di gusto, l’uomo mi si rivolge, dicendomi:
“Sì, e son io, son Dante, un tu mi riconosci?”
Ed io, come una scolaretta della prima elementare, con aria intimorita gli ho saputo dire solo: “Sommo Poeta, la riconosco sì, come no! Solo che non me l’aspettavo…”
Facendomi segno di seguirlo, mi dice:
“Sommo Poeta lascialo dire a quelli che hanno scritto di tutto e di più su di me e la mia opera… e se qualcuno n’avesse fatto a meno un sarebbe stato male! Diamoci di’tu senza tanti fronzoli!”
“D’accordo, Dante, ma non riesco a capire come mai mi trovo qui e come hai fatto a contattarmi…”
DANTE: Come ho fatto tu l’hai visto… t’ho mandato un messaggio! Il bello dei tempi moderni è proprio questo. Ho comprato questo smartefonne su Amazon, mi son creato un profilo Facebook con un nome di fantasia, e ho guardato icchè succede nella mia Firenze oggi… ho visto che te tu scrivi parecchio sulla nostra città e ho pensato di contattare te per far du’ chiacchiere, gli è un po’ che un parlo con nessuno!”
GABRIELLA: Ti ringrazio dal profondo del cuore… ho bisogno di un attimino per riprendermi dallo stupore, ma ho diverse cose da chiederti.
DANTE: Vieni, sediamoci lì su quel sasso e fammi tutte le domande che vuoi… ho tutta la mattinata libera, Virgilio aveva degli impegni e rientrerà solo dopo pranzo.
GABRIELLA: Virgilio… ma è ancora con te?
DANTE: Sì, dopo l’avventura vissuta all’Inferno e in Purgatorio tra noi si è creato un legame indissolubile; è stato il mio maestro ma adesso posso dire che è davvero un amico fraterno.
GABRIELLA: Ma all’uscita dal Purgatorio, Virgilio ti ha lasciato nelle mani di Beatrice, dov’è lei adesso?
DANTE: Beatrice è in Paradiso, ci sentiamo spesso e la vado a trovare appena posso, ma la vita in Paradiso è troppo tranquilla, ho bisogno di emozioni più forti, e con Virgilio la suspance non manca mai!
GABRIELLA: ma per tutta la vita hai cantato l’amore per Beatrice, fin da bambino ne eri perdutamente innamorato e adesso che potresti star con lei per l’eternità te ne stai a spasso per i boschi?
DANTE: Beatrice è il mio amore, come dicevi tu un amore nato in tenera età che niente e nessuno mai potrà scalfire… l’amore ideale, quello che chiunque porta ad esempio, quello che il mondo intero conosce… Beatrice è la mia musa, il calore del mio cuore, il furore della mia passione ma, come saprai, tra me e lei non c’è mai stato un amore carnale, ed è forse per questo che ancora conservo intatto il mio ardore per lei. Lei è l’idealizzazione del sentimento, l’elevazione dello spirito, la leggerezza del pensiero… se stessimo accanto ogni istante, per l’eternità, tutto questo si perderebbe, ed io non voglio che accada.
GABRIELLA: Di fronte alle tue parole, non posso che apprezzarle. Cambiando argomento, come ti venne l’idea di scrivere la Commedia? Dalle tue descrizioni, il tuo viaggio nell’altro mondo è così vivido che sembra tu lo abbia affrontato veramente! Certamente, la fantasia non ti faceva difetto…
DANTE: Ti sembrerà banale come risposta, ma non so bene come l’idea mi sia venuta. Ricordo di aver fatto un brutto sogno, popolato da diavoli e creature fantastiche, che mi ha solleticato la fantasia. Forse si potrebbe dire che l’idea mi è nata per aver mangiato pesante la sera prima. E man mano che il racconto si sviluppava, prendeva sempre più corpo in me la voglia di togliermi dei sassolini dalle scarpe…
GABRIELLA: Direi che con i sassolini che ti sei tolto ci si poteva lastricare una strada…
DANTE: Ovvia su, un mi fare la moralista! D’altronde, anche oggi un vu fate la stessa cosa? Certo, un vu scrivete la Divina Commedia, questo no, ma vu siete sempre sui social a dir male di questo e di quello!! Almeno una cosa a Firenze la unn’è cambiata, dai mi’tempi… i’fiorentino n’ha sempre per tutti!! (E scoppia a ridere con soddisfazione)
GABRIELLA: Ma mentre la scrivevi, avresti mai pensato che sarebbe diventata “IL” capolavoro di tutti i tempi?
DANTE: Che la fosse una cosina fatta parecchio benino e lo sapevo… insomma, un son mica riportato dalla piena, io! Però se immaginavo che l’avrebbe avuto tutto questo successo, magari mi sarei accordato con l’editore per avere una percentuale sulle vendite!
GABRIELLA: Visto che si parla di piena… ma che lo sai che t’hanno anche messo ni’mezzo in una canzone in occasione dell’alluvione del 1966? Hai mai sentito parlare di Riccardo Marasco e della sua canzone “L’Alluvione”?
DANTE: Sta zitta, vai… o un l’ho sentita proprio l’altro giorno su YouTube!! Mi son sganasciato dalle risate!! E poi, qui lo dico e qui lo nego… se c’ero, avrei detto proprio quelle parole! Eeeehhh… a me questa storia dell’esilio la un m’è mai andata giù, via!
GABRIELLA: Dante, senza offesa, per carità… ma un tu sei stato tanto scaltro in occasione dell’esilio… tu ti sei schierato apertamente coi Guelfi Bianchi, e va bene… ma tu te lo dovevi immaginare che a dare addosso a i’Papa qualcosa gli avrebbero fatto per metterti a tacere… tu ci sei cascato con tutte le scarpe, dai!
DANTE: Eh, sì, facile chiacchierare co i’senno di poi! Ora un m’esilierebbero, stai tranquilla… que’brutti musi sudici…!! Guarda, parliamo d’altro che sennò mi vien l’acidità di stomaco!
GABRIELLA: Senti, ma ora che s’è fatto amicizia e ho il tuo numero, che ti posso chiamare qualche volta?
DANTE: Avoglia, quando tu vuoi! Un te la pigliare se a volte un ti rispondo, ma quando con Virgilio si va a fare qualche zingarata all’Inferno, lì i’cellulare un piglia!
GABRIELLA: O come, o che andate ancora a fare le zingarate? Vu siete peggio di quelli di “Amici Miei”!
DANTE: O che li conosci anche te? Ogni tanto ci si trova co i’Conte Mascetti, i’Perozzi, i’Necchi, i’Melandri e i’Sassaroli e s’organizza qualche scherzo… roba dell’altro mondo!! Guarda, quando s’esce con loro ci s’ammazza da i’ridere!
GABRIELLA: Dante, questa chiacchierata con te mi è piaciuta parecchio. E soprattutto mi ha rivelato un uomo diverso da quello che ci descrivono sui libri di scuola, insomma tu mi stai parecchio simpatico!
DANTE: Ma icchè tu voi ne sappiano sui libri di scuola di chi son io… lasciali dire, a noi che ce ne frega? Oh, chiacchierando chiacchierando s’è fatto tardi, Virgilio tu vedrai tra pochino gli arriva!
GABRIELLA: Allora ti saluto, un voglio disturbare… solo vorrei che tu mi facessi un autografo per ricordo! Ma non ho né carta né penna, porca miseria, son uscita di corsa e non ho preso nulla…
DANTE: Dalle mie parti si dice: “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”.
E con ultimo saluto, sorridendo, scompare nella selva oscura.
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