Un grande amore di Ferdinando I è stata Livorno, boni non bofonchiate, parlo di Firenze non di Livorno, ma questo cappello necessita. Dicevo, Ferdinando I era un estimatore di Livorno e sulla scia del grande impegno dei suoi predecessori che attraverso il Buontalenti avevano curato molto la città labronica vi pose lo stesso impegno. Addirittura per meglio sviluppare la città di Livorno la rese porto franco attraverso la “legge livornina”.
Come abbiamo ricordato in questo articolo, La conta delle api, Ferdinando I aveva perorato la costruzione delle galene di Santo Stefano che proprio dal porto livornese salpavano per custodire le rotte mediterranee dai pirati. Insomma Livorno era, insieme a Firenze, nei pensieri del terzo Granduca di Toscana. Come scordare il monumento presente davanti al Porto Vecchio di Livorno (del Tacca) eretto proprio per ricordare le imprese contro i pirati da parte di Ferdinando I e che oggi tutti conoscono come i “4 mori” a causa dei quattro schiavi di colore posti ai suoi piedi.
Tutto questo per dire che oltre i vari interventi il Granduca aveva avuto anche l’idea di confezionare delle opere d’arte per Livorno dato che ne era davvero sguarnita rispetto alle altre città toscane. Due opere in particolare furono cominciate, due fontane in bronzo realizzate da Tacca su progetto di Bernardino Raddi, due fontane che però non hanno mai raggiunto Livorno. Ferdinando I morì (1609) prima del termine della realizzazione e il suo successore Cosimo II decise di trattenerle a Firenze.
Il conio del nome “Le fontane del Cacciucco” lo dobbiamo a Bargellini che le chiamò cosi sia perchè finemente ornate di ogni specie di pesce o mollusco che erano perfetti, appunto, per la famosa zuppa livornese. Una scelta artistica che ha poco a che vedere con Firenze, ma pensata per la città che le doveva ospitare regina della pesca in Toscana.
Queste due fontane non sono andate molto lontane dal loro committente Ferdinando I, infatti si possono osservare in piazza Santissima Annunziata alle spalle, una a destra e una a sinistra, dell’equestre monumento a Ferdinando I.
I fiorentini pagarono ammenda in realtà e per compensare il mancato invio nel 1963 fecero fondere due copie perfette delle fontane e le spedirono a Livorno e oggi sono visibili nella piazzetta all’inizio di via Grande.
Ultima curiosità è che la fontana di destra ha uno scarico particolare che attraverso un condotta sotterranea in cotto raggiunge il giardino del palazzo Griffoni, oggi palazzo Budini Gattai, o meglio il suo giardino alimentando a sua volta una fontana. A proposito di palazzo Griffoni, conoscete la storia della finestra sempre aperta?
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