Come sappiamo dal 1353 al 1777 furono istituiti a Firenze gli Otto, prima definiti di Balia, cioè cittadini che si occupavano del controllo giudiziario del territorio, poi nel 1378 furono creati gli Otto di Guardia che avevano potere di polizia giudiziaria.
Questi guardiani di Firenze facevano rispettare le leggi e le regole all’interno della città e soprattutto nella nottata diventavano estremamente guardinghi. Dopo i vespri la cosi detta “ora di notte” era caratterizzata da un coprifuoco e i fiorentini non potevano più uscire di casa. La regola era ferrea e potevi circolare solo con un particolare permesso chiamato “polizzino”.
Questa breve introduzione per parlare di un argomento scabroso, l’amore notturno a Firenze. Immaginate la difficoltà di giovani messeri e delle giovani donzelle di potersi incontrare per amoreggiare in santa pace. Una difficoltà unica, la Firenze di allora non era canti e divertimenti la notte, anzi le strade erano buie e illuminate solo dalle candele dei tabernacoli e da poche fiaccole. Non era certo la città dei bagordi. Inoltre le donne trovate a girare di notte venivano severamente punite come peccatrici mediante frustate oppure calandole per tre volte, come bustine da tè, nelle fredde acque dell’Arno mentre dal ponte e dalle spallette la gente sghignazzava; una gogna.
I giovini avevano come alternativa le donne di mal’affare, presenti in tutti i secoli conosciuti, ma anche queste avevano vita difficile in quanto non in tutti i quartieri gli era consentito abitare e comunque dovevano sempre essere raggiunte dai giovani messeri con prurito irrefrenabile. Un esempio di come gli Otto erano all’erta è una targa in via Guelfa, (ma anche in via del Fico e alla Volta dei Girolami) vicino alla chiesa di Ognisanti, posizionata nel 1635 che minacciava le donne “di malavita” di veder le “robe buttate nella strada” e di ricevere lo sfratto per almeno due anni.
Oggi è molto più facile imbroccare e concludere bene la serata.