Il “mio bel S. Giovanni” è il famoso appellativo con cui Dante Alighieri si riferisce al battistero di Firenze, intitolato al Battista, santo patrono della città fin dai tempi della dominazione longobarda. Ed in effetti parlando di S. Giovanni a Firenze viene subito alla mente il bellissimo edificio ottagonale.
Stranamente però sono poche – si contano sulle dita delle mani – le chiese dedicate al santo patrono. In particolare ce n’è una che si trova fuori città (tecnicamente in comune di Campi Bisenzio) e che non pare essere molto popolare tra i fiorentini forse proprio per questa sua posizione decentrata, in una zona non particolarmente gradevole della piana. O forse perché in realtà tutti la conoscono con un altro nome: la “chiesa dell’autostrada”. Non solo perché si trova effettivamente a pochi passi dall’autostrada del sole che le scorre accanto ma anche perché la sua costruzione fu commissionata dalla società Autostrade.
Ne parliamo anzitutto perché si tratta di un capolavoro unanimemente riconosciuto di quella ’architettura contemporanea che oggi, anche per le tristi vicende legate al ponte Morandi di Genova, non gode di grande popolarità, specialmente se, come in questo caso, costruita con largo utilizzo del tanto vituperato calcestruzzo armato. Poi perché crediamo che nonostante l’enorme ricchezza di arte antica di cui è dotata Firenze sia giusto anche rivalutare e riscoprire le tante emergenze architettoniche ed artistiche dei secoli più recenti, specie quando si tratta di opere pubblicate in tutti i manuali e che rappresentano quindi un punto di riferimento.
La chiesa fu progettata negli anni ‘60 dall’architetto Giovanni Michelucci, uno dei più importanti architetti italiani del ‘900 già autore di molti opere famose in italia e soprattutto in Toscana, a cominciare dalla stazione di Firenze. Gli fu commissionata dalla Società Autostrade che inizialmente aveva incaricato un altro professionista di minore fama, poi sollevato – non senza qualche imbarazzo – dall’incarico.
Il progetto unisce elementi della tradizione, sia nella forma che nei materiali, con altri propri dell’architettura contemporanea, soprattutto nella famosa copertura e nella struttura che la sorregge, che richiese all’architetto una lunga progettazione durante la quale produsse molti studi e disegni.
Ovviamente, come tutti gli edifici “moderni” (o meglio contemporanei) la chiesa fu oggetto di polemiche e dopo i recenti fatti di Genova è stata accostata, nel mare magnum di commenti compulsivi postati sui social network, al ponte Morandi come esempio di architettura brutta, fallimentare nonché espressione dell’ego smisurato delle cosiddette “Archistar” (termine e concetto che fra l’altro al tempo non esistevano)
Si tratta ovviamente di giudizi un po’ superficiali che, al di là dei legittimi gusti personali, non tengono conto del valore sia simbolico che formale dell’opera (riconosciuto dalla critica e dagli storici dell’architettura) e scaturiscono da un accostamento tra due manufatti completamente diversi per forma, funzione e significato.
Se volete saperne di più su questa chiesa così particolare, sabato 28 settembre alle ore 10.30 ho organizzato una visita guidata. Obbligatoria la prenotazione
info sull’evento: http://www.mattinatefiorentine.com/tourautostrada.html
Per preontazioni: https://chiesaautostrada.eventbrite.it
Strano come negli stessi anni Michelucci possa aver realizzato un capolavoro assoluto come la chiesa sull’autostrada e una bruttura come il palazzo delle poste di via Pietrapiana.