(NdR) Per Cittadini di ex città fortificate fuoriporta significa abbandonare la città per una escursione nei dintorni della città stessa. Un significato adatto a questa categoria di articoli che parlano di qualcosa che esula da Firenze. Un’altra città o un’altro argomento, qualcosa che non ha niente a che vedere con Firenze ma che ha stimolato l’editore o gli autori nel narrarlo.

Vissuto nel XII secolo, Galgano Guidotti era un nobile cavaliere di Chiusdino, antico borgo situato nelle vicinanze della famosa Abbazia che ha poi preso il suo nome.
Galgano era abile con la spada, era arrogante e autoritario, normalmente si faceva giustizia da sé e spesso, quando non era chiamato a guerre o battaglie al fianco dell’esercito senese, amava gareggiare con altri cavalieri in giostre e tornei.
Stanco di questa vita che gli appariva sempre più vuota e inutile, Galgano si ritirò in solitudine sulla collina di Montesiepi per un lungo periodo di riflessione e pentimento, nel quale cercava il contatto e la comunicazione con Dio.
La leggenda vuole che intorno al 1180 Galgano decise di abbandonare per sempre la sua spada, come mezzo di combattimento e di morte, per trasformarla in “croce”, simbolo di pace e amore e così fece.
Galgano conficcò miracolosamente la sua spada in una roccia come un coltello arroventato affonda nel burro; l’elsa e l’impugnatura della spada presero così la forma di una croce e per il cavaliere divenne un altare personale sul quale poter pregare.
Oggi si può ammirare la spada nella roccia nella Rotonda di Montesiepi, a pochi metri dall’Abbazia di San Galgano.
A Siena si trova il Palazzo di San Galgano, fatto costruire nel ‘400 dai monaci cluniacensi, gli stessi che hanno fondato l’Abazia di San Galgano; particolarità di questo palazzo sono delle spade in ferro, poste sotto le eleganti bifore, che sembrano affondare nelle pietre del bugnato della facciata e che ricordano la spada nella roccia di Montesiepi.
Molte sono le similitudini di questa leggenda con quella di Re Artù; entrambi gli episodi sono avvenuti nel XII secolo e anche in quel caso c’era una spada nella roccia, la celebre “Excalibur”.
Pochi sanno invece che uno dei cavalieri della Tavola Rotonda di Re Artù si chiamava Galvano (Sir Gawain)!
(da “Lo Struscio Toscano” di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)

Franco Ciarleglio
La spada nella roccia.
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