Tra le immagini devozionali preferite dai fiorentini c’è senza ombra di dubbio la Madonna dell’Impruneta, che ancora oggi si trova nella basilica di Santa Maria all’Impruneta.
A questa tavola viene attribuito un potere immenso, in virtù della leggenda che da secoli la circonda. In momenti di particolare difficoltà per i fiorentini, che si trattasse di calamità naturali, di guerre o di pestilenze, quando le preghiere si rivelavano inefficaci, si faceva ricorso alla Madonna dell’Impruneta, il cui aiuto era ritenuto infallibile. Succedeva anche che venisse consultato un astrologo per stabilire il giorno esatto in cui la Madonna avrebbe dovuto essere portata in processione in città.
Da metà del Trecento a tutto il Cinquecento la tavola attraversò in diverse occasioni la Porta di San Pier Gattolini per portare il suo aiuto ai fiorentini in difficoltà. Matteo Villani assicura che “mai la cittadinanza ebbe a lamentarsi del mancato soccorso della Madonna”.
La Madonna venne invocata negli anni 1354, 1444 e 1509 per porre fine ad una prolungata siccità: ebbene, in ognuno dei tre casi, dopo poche ore, cominciò a piovere.
La cessazione della peste del 1633 dopo la traslazione della venerata Immagine a Firenze, accrebbe la popolarità della Vergine dell’Impruneta alla quale furono profondamente devoti anche i Medici.
Nel 1711 si ebbe un’altra processione voluta dallo stesso Granduca Cosimo III, con la speranza che la Vergine scongiurasse l’imminente fine della dinastia medicea, concedendo la guarigione all’erede al trono, il Gran Principe Ferdinando. Questa traslazione si protrasse dal 20 maggio al 3 giugno e fu una delle più spettacolari; splendidi furono i doni tributati alla Vergine, tra i quali un Paliotto in argento di Giovan Battista Foggini, donato dai Medici per l’altare della Madonna.
Ma com’era arrivata all’Impruneta quella sacra immagine?
La fonte scritta ci è stata tramandata dai Capitoli della Compagnia della Madonna dell’Impruneta, composti verso il 1375 da messer Piovano Stefano, che afferma di aver attinto ad una scrittura più antica, della prima metà del XIV secolo. Messer Piovano Stefano narra che una prima comunità cristiana usava riunirsi in un luogo boscoso; questo gruppo di devoti si radunava attorno ad una tavola rappresentante la Madonna col Bambino, dipinta da uno dei quattro Evangelisti, San Luca, che venne portata in Toscana da San Romolo e dai suoi seguaci, i quali, a causa delle persecuzioni, la seppellirono per nasconderla.
Abbandonato il piccolo oratorio che il gruppo di cristiani aveva costruito nel bosco, per secoli la tavola di Maria rimase sepolta e dimenticata.
Nell’XI secolo all’Impruneta venne deciso di costruire una chiesa con il fonte battesimale; il popolo si accorse con stupore che le mura innalzate durante il giorno, durante la notte cadevano in rovina. Si decise dunque di affidare la scelta del luogo per l’erezione del tempio ad una specie di “giudizio divino”, ricorrendo all’espediente di mettere sotto il giogo due buoi, attaccandoli ad un carro che portava le pietre per la costruzione, e lasciarli vagare finché non si fossero spontaneamente fermati nel luogo prescelto da Dio.
I buoi si inginocchiarono nel punto in cui sorge l’attuale chiesa; quando si cominciò a scavare nel punto indicato dai buoi, un operaio con la zappa urtò qualcosa di duro e si udì il lamento della Vergine, che meravigliò ed impaurì tutti i presenti. Scavando con le mani, affiorò la tavola della Madonna dell’Impruneta con una scalfittura sulla fronte, dovuta proprio al colpo di zappa.
E da quel momento iniziarono i miracoli.
Queste antiche storie hanno il fascino infinito del mistero, oscillando dal “vero” al non “vero”, raccontano fatti veramente accaduti modificati dalla fede e dalla fantasia popolare. Bellissimo racconto ,complimenti!
Avevo già saputo di questa storia, ma non ricordavo bene tutti i particolari. Grazie di averla ricordata. San Luca Apostolo ed Evangelista, pur essendo medico, secondo tradizione è stato il primo pittore a ritrarre la Vergine. Infatti è il patrono degli artisti e alla SS. Annunziata fu fondata la Compagnia di San Luca.
Affascinante il racconto, bellissima l’esposizione,(ricorda una leggenda etrusca) grazie speriamo che l’immagine sacra possa intercedere anche in questa orrenda pandemia. Complimenti
Alma Berni