Via Vacchereccia prende il suo nome dalla famiglia dei Della Vacca, un potente casato ghibellino, imparentato con gli Uberti, che aveva le sue case proprio lì dove sarebbe sorto Palazzo Vecchio.
Esiste però una leggenda che narra che il nome sarebbe derivato dalle vicende vissute da una megera e da sua figlia, bellissima ragazza.
La megera in realtà non era la madre della bella fanciulla, l’aveva rapita da piccola per indurla alla prostituzione, quando fosse stata sufficientemente grande.
La ragazza, buona e virtuosa, stava tuttavia osteggiando i piani dell’arpia essendosi innamorata di un giovane di buon cuore come lei.
La vecchia strega tentò di convincere la fanciulla ad interrompere la relazione e quando la giovane rispose con un tassativo no, con un sortilegio la trasformò in una giovenca, che ogni giorno veniva sottoposta a sevizie.
Il fidanzato, nel frattempo, non capacitandosi della scomparsa dell’amata e soprattutto nutrendo una naturale diffidenza nei confronti della vecchia, iniziò ad indagare. Approfittando di un momento in cui la vecchia si era allontanata da casa, il giovane entrò nella dimora e chiamò la fanciulla, per tutta risposta sentì un muggito.
Di nuovo la chiamò e nuovamente un muggito fu la risposta. Incuriosito dalla strana coincidenza, chiese alla giovenca di rispondergli con tre muggiti se per caso comprendeva le sue domande.
Ovviamente la giovenca rispose positivamente e, continuando a far domande e ricevere muggiti, pian piano il giovane riuscì a ricostruire l’accaduto. Si rivolse a quel punto ad un famoso mago e seppe che la giovane era stata stregata con un giogo fatato.
Per poterla liberare dal maleficio, doveva portarla in una chiesa, dove soltanto un sacerdote avrebbe potuto esorcizzare la fattura.
Correndo trafelato, tornò dalla giovenca, la liberò e la stava portando via quando sulla porta apparve la strega che stava rientrando.
Sconcertata dall’inaspettata scena che le si parava davanti, la strega non riuscì a reagire prontamente con un nuovo sortilegio e l’animale prima la incornò, poi la calpestò e la lasciò riversa sul pavimento.
La singolare coppia raggiunse San Giovanni dove, grazie all’intervento di un prete, la ragazza tornò ad essere la bellissima fanciulla di prima. Il giovane, sul momento, non pensò ad abbracciare e baciare la ritrovata fidanzata, ma afferrò il giogo fatato e si precipitò dalla vecchia strega, che si stava riprendendo, e prontamente le mise il giogo al collo.
La vecchia megera si trasformò immediatamente in una vacca tignosa, folle di rabbia e di terrore.
Con strazianti ed infiniti muggiti girovagò per le vie di tutta Firenze, fin quando la terra le si aprì sotto gli zoccoli, facendola precipitare all’inferno. Naturalmente, i due giovani innamorati si sposarono e vissero felici e contenti.