Tanto tempo fa, nel territorio dove in seguito sorsero Fiesole e Firenze, c’erano soltanto poche capanne di pastori e cacciatori, circondate da prati e fitte boscaglie.
La leggenda di Fontelucente vuole che in quei tempi il colle di Fiesole fosse abitato dalle fate, potenti e magiche creature che avevano il dominio sull’intero territorio.
A capo del Regno delle fate vi era una regina che aveva il particolare compito di istruire e sorvegliare le altre fate in modo che restassero vergini e pure, come ordinava la legge.
Un giorno, un cacciatore di nome Mugnone, addentrandosi nella foresta, incontrò una giovane fata intenta a lavare nel torrente il suo mantello. La ragazza era talmente bella che il giovane se ne innamorò all’istante.
La fanciulla spiegò al cacciatore che il loro sarebbe stato un amore impossibile, che ad entrambi sarebbe costato la vita, ma fu inutile, tale era la passione che travolse i due ragazzi che completamente perduti l’uno nell’altra iniziarono una relazione consumando il loro amore incontrandosi ogni giorno nel punto dove si erano conosciuti.
Proprio sulla riva di quel torrente vennero infine sorpresi dalla regina delle fate, la fanciulla vide la sua figura riflessa nelle acque del torrente e dalla paura svenne fra le braccia dell’amato. Subito dopo le frecce reali trafissero Mugnone insieme alla sua amata.
Mugnone, con le poche ultime forze si trascinò al torrente per attingere un po’ d’acqua provando così a rianimare la fata oramai esanime, ma purtroppo cadde morente ed il sangue si perse fra l’erba e i sassi portandosi via anche la sua vita.
La fanciulla, oramai esangue teneva la mano protesa verso quella del ragazzo in un ultimo gesto di amore e nel vedere questa scena la Regina delle fate si impietosì.
Fu così che fece in modo che l’acqua del torrente conservasse la vita del cacciatore ed il torrente prendesse il suo nome, Mugnone. Del corpo della fata la regina ne fece una bellissima sorgente e la pose a monte del torrente vicino all’amato donandole il nome di Fontelucente …