Firenze prima di essere romana fu un insediamento Villanoviano. Nella zona tra via Pellicceria, via Porta Rossa, via del Campidoglio e via degli Strozzi, fu rinvenuta nell’Ottocento, a sette metri sotto il livello stradale, una grande necropoli Villanoviana. All’interno furono recuperati numerosi vasi di terracotta e ritrovati alcuni scheletri.
La zona in cui si insediarono i primi Fiorentini era piuttosto fertile e ricca di selvaggina anche se paludosa. A quel tempo l’Arno era suddiviso in tre bracci, poi con il tempo, a causa dell’accumulo di sedimenti divenne come lo conosciamo oggi.
Il primo insediamento Fiorentino fu trovato proprio dove oggi c’è la chiesa di Orsanmichele, mentre la necropoli era più vicina al Mugnone. Le loro capanne erano realizzate in legno, paglia e fango, avevano una forma ellittica o circolare, probabilmente a causa del vicino fiume e quindi delle sue piene, erano costruite su delle palafitte.
I Fiorentini si procacciavano il cibo grazie alla caccia, ma anche all’allevamento, alla pesca e all’agricoltura. Lavoravano la ceramica disegnata con motivi geometrici grazie ad una tecnica che prevedeva l’incisione. Lavoravano molto bene anche i metalli; ad attestarlo il rinvenimento di rasoi, fibule e spilloni di pregevole fattura.
Grazie all’Arno le merci si spostavano agevolmente sul fiume. La ricchezza dovuta agli scambi commerciali intanto andava formando vari strati sociali.
A partire dal VI secolo sul Monte Ceceri a nord di Firenze, appaiono i primi insediamenti etruschi. Fiesole fu un’importante roccaforte, dotata di mura ciclopiche ancora oggi visibili; ma era anche un importante centro commerciale, con tanto di magazzini di stoccaggio. Gli Etruschi portavano le loro merci a valle sul dorso degli animali, poi grazie alle loro barche con il torrente Affrico arrivavano sull’Arno, da lì giungevano al mare e scambiavano i loro prodotti con altre popolazioni antiche quali: Greci, Galli, Fenici, Egizi, Romani. Per questo nei musei si trovano numerosi reperti chiaramente prodotti da queste popolazioni, e che ne attestano gli intensi scambi commerciali. Il loro punto di forza era il commercio del ferro, molto richiesto all’epoca e che gli Etruschi estraevano dalle miniere dell’Isola D’Elba.
In seguito Fiesole o Fiesulae, si scontrò con Florentia a causa delle rivalità commerciali. Una rivalità che avrà il suo epilogo nel 1125, quando i Fiorentini riusciranno a radere al suolo la città in seguito al suo indebolimento dovuto alla morte di Enrico V.
Tra le tante cose che gli etruschi hanno lasciato ai Fiorentini c’è probabilmente proprio la “C” aspirata… Secondo alcune teorie questo avvalorerebbe la provenienza del popolo dall’Asia. Le popolazioni anatoliche infatti scambiano la lettera “K” con la “C” aspirando quest’ultima nel pronunciarla. Anche il detto toscano “Governare i polli” proverrebbe dalla parola etrusca “Klebai” che significa appunto “governare”, “dare del cibo”, “alimentare”.
Gli Etruschi bonificarono la zona e dall’oriente importarono moltissime specie di piante tra cui: il melograno, l’alloro, l’acanto, il dattero, la palma. Ed il cipresso, albero caratteristico delle campagne toscane, utilizzato allora come ora come frangivento. Gli etruschi curarono molto l’agricoltura, coltivavano la vite da cui venivano ricavati vini pregiati di cui parla anche Plinio. Altre culture praticate furono l’ulivo, il farro e la soligo, un grano tenero di ottima qualità.
Producevano in oltre ottimi formaggi fatti con latte di pecora, gli antenati del nostro attuale pecorino. Gli Etruschi amavano anche la cacciagione come lepri, cinghiali e cervi, ma allevavano anche ovini, suini e bovini, non disprezzando il pesce, sia esso di mare, che di lago proveniente dal lago di Vico di Bracciano e di Bolsena.
Piatti tipici della cucina Fiorentina sono tramandati proprio dagli Etruschi, che amavano particolarmente il buon cibo come i fegatelli con l’alloro, e l’uso del finocchio da cui deriva la finocchiona.
Da loro deriva il detto “infinocchiare”. Quando gli osti volevano vendere un vino non particolarmente buono, facevano assaggiare ai loro clienti il finocchio, che ne alterava la percezione del gusto, confondendo il reale sapore. Tra le varie ricette: la schiacciata con l’uva, le pappardelle alla lepre, i crostini di fegatini.
Grazie per questo bellissimo articolo Sig. Massaro. Devo dirle che mi ha fatto conoscere molte cose che ignoravo come quello della C aspirata di provenienza etrusca…..e quello della provenienza dell’alloro e del cipresso da tanto lontano, anzi credevo che fossero endemici toscani.
Quando ho riferito a mio marito che i fegatelli con l’allloro che gli piacciono tanto sono di provenienza etrusca si è ringalluzito in quanto di origine toscana/piemontese.
Le ricette invece le conosco bene, e quando posso o è la stagione le faccio spesso per la gioia mia e dei miei familiari.
Quando può scriva su Florence City, mi piacciono quesi sempre i suoi articoli interessanti! A presto!
Signora Lucia, la ringrazio di cuore! Pur essendo romano e vivendo nell’Urbe, sono comunque molto legato affettivamente a Firenze, alla Toscana e alla sua storia,. soprattutto nella ricerca di cose in comune. Mi prodigo nella ricerca continua di “chicce” sia per mia cultura personale, che per condividerla con voi tutti. Queste parole mi lusingano e mi spingono a prodigarmi sempre di più alla ricerca di curiosità legate alla vostra città. Così da sentirmi un “fiorentino adottato”. Grazie