In passato abbiamo pubblicato un articolo riguardante la finestra sempre aperta, la storia d’amore e di attesa che si svolse in piazza Santissima Annunziata. Esiste però a Firenze anche una finestra sempre chiusa, tanto che è proprio stata murata. Se per la finestra sempre aperta si raccontava una storia d’amore imperituro anche dopo la morte il caso della finestra sempre chiusa racconta un tradimento e il tentativo di un attentato. Le due finestre non sono poi cosi lontane fra loro.

La finestra di cui parliamo è in via dei Servi all’angolo con via de’ Pucci proprio di fronte alla chiesa di San Michele Arcangelo Visdomini e riguarda proprio il palazzo Pucci. La famiglia Pucci è una storica famiglia fiorentina, di antenati nobili e tenacemente legata alla famiglia Medici. La vicinanza fra le due famiglie era tale che la famiglia Pucci aveva ricoperto innumerevoli cariche pubbliche e traeva grandi guadagni dalla stretta alleanza con i medici.

Al tempo di Cosimo I la vicinanza con Pandolfo de’ Pucci era giornaliera, i due erano amici tanto che Scipione Ammirato in “Istorie fiorentine” esplicitamente scrive: “costui nondimanco, per esser festoso e d’assai garbata maniera dotato, era stato sempre dal Duca accarezzato; intantoché nelle più segrete camere poteva ad ogni sua posta penetrare”. Cioè talmente amici che la fiducia era massima.  Tutto questo nonostante Pandolfo avesse un carattere dissoluto, tanto che nel 1541 finì anche in carcere “per causa infame di vituperevole vizio” (Cesare Trevisani, La congiura di Pandolfo Pucci).

La frattura fra i due avvenne nel 1555 quando a seguito della caduta di Siena Cosimo I ordinò la decapitazione di Bertoldo Corsini  che era zio da parte di madre di Pandolfo. Pandolfo decise che Cosimo doveva essere ucciso optando per un attentato, la storia la ricorda come la congiura dei Pucci.

In realtà l’attentato era uno dei tre possibili modi per uccidere Cosimo I, un altro era che Pandolfo lo pugnalasse nelle sue stanze, dove aveva facile accesso e un altro era una bomba presso una sua residenza. Fu scelto l’attentato e i congiurati, contattati dal Pucci, decisero che la miglior possibilità l’avevano quando Cosimo I si dirigeva alla Santissima Annunziata per assistere alla messa, dato che la strada che percorreva passava proprio davanti a palazzo Pucci.

Ecco la finestra sempre chiusa era la finestra da cui gli archibugi dovevano fare fuoco e uccidere il duca. Cosimo I però ebbe modo attraverso la sua rete di spie di venire a conoscenza dell’attentato e i sicari assoldati, il Pucci e i tutti i congiurati furono bloccati ed arrestati. I congiurati furono identificati attraverso il lavoro d’indagine di Lorenzo Corboli di Montevarchi ed oltre Pandolfo de’ Pucci furono arrestati Astoldo Cavalcanti, Puccio Pucci e Bernardino Corbinelli ai quali poi se ne aggiunsero altri come Ricciardo del Milanese.

Pandolfo finì impiccato nel 1560 a una delle finestre del Bargello, mentre Astoldo e Puccio furono decapitati. Ricciardo del Milanese e Bernardino Corbinelli riuscirono a dileguarsi sfuggendo alla cattura.

Il palazzo della famiglia de’ Pucci fu donato a Lorenzo Corboli per l’ottimo lavoro fatto ma con la disposizione che la finestra da cui Pucci e i due sicari dovevano, con un fuoco incrociato, ucciderlo venisse murata per sempre ed infatti ancora oggi è murata e per i fiorentini (grazie a Franco Ciarleglio che ha coniato il termine) è diventata la Finestra sempre chiusa.

Jacopo Cioni
Jacopo Cioni

 

La finestra sempre chiusa.

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