Come tutti sappiamo, in passato a Firenze si tenevano varie corse di cavalli: il Palio dei Cocchi, la Corsa dei Barberi giusto per ricordarne qualcuna.
Per preparare i giovani al maneggio dei cavalli, un contributo fondamentale fu dato dalla Cavallerizza Medicea, in Piazza San Marco, nel palazzo oggi in uso all’Università.
In una lettera di Scipione Ammirato a Cristina di Lorena, moglie di Ferdinando I, lo scrittore si compiace con la Granduchessa per avere assistito agli esercizi dei suoi paggi nelle stalle di San Marco, premiandoli ed onorandoli. L’Ammirato tesse lodi di “quella nobile invenzione” tramite la quale, giocando e quasi scherzando si impara l’arte “di difendere i regni e di conquistarli”.
I cavalli da maneggio venivano custoditi nelle scuderie di San Marco fin dal 1515, in un locale appositamente costruito per questo scopo da Lorenzo de’ Medici Duca di Urbino.
Nel 1512 Lorenzo di Piero de’ Medici, tornato da Roma assieme alla madre, vide che Giuliano aveva creato la Compagnia del Diamante; anche lui ne volle creare una e le dette il nome di Compagnia del Broncone.
Entrambe le Compagnie avevano un forte richiamo alle “imprese” di Lorenzo il Magnifico e si dedicarono all’organizzazione del carnevale del 1513. I Medici non avevano mai disdegnato di partecipare alle feste che coinvolgevano tutti i cittadini e in cui sacro e profano, fin dal Medioevo, venivano costantemente mischiati. Sacre rappresentazioni e feste a tema mitologico, composizioni musicali e poetiche dotte, ricercatezza ed eleganza nei costumi e negli allestimenti si univano ed espressioni più spontanee e a spunti popolari. Per la realizzazione di questi apparati festivi venne coinvolto Andrea del Sarto, come pittore e architetto di uno dei carri della compagnia del Diamante; nella stessa occasione Jacopo Carucci fece il suo esordio pubblico impegnato nella realizzazione di gran parte dei dipinti che ornavano i carri. Il tema scelto per decorare i carri della Compagnia del Diamante fu quello delle tre età dell’uomo. Anche la Compagnia del Broncone si ispirò a temi antichi, facendo rappresentare nei trionfi figure mitologiche e personaggi della storia romana, che avevano come scopo quello di celebrare l’Età dell’oro, allusione non troppo velata alla rinascita di Firenze grazie al ritorno dei Medici.
Le due Compagnie festeggiavano e gareggiavano onorevolmente insieme.
Quando salì al governo di Firenze Cosimo I, fece rinnovare le scuderie, istituendovi una “scuola di cavallerizza”. Si deve poi a Francesco I lo sviluppo della scuola: fuori dalle stalle fece costruire una Nizza (recinto) per le esercitazioni ippiche e specialmente per “correr la lancia”.
Toccò poi a Ferdinando I ampliare la cavallerizza, ingrandendo i portici, gli stanzoni e tutti gli altri annessi e facendovi dipingere da Alessandro Allori “i sei più pregiati cavalli, che allora vi si trovassero, di vario pelame e delle più nobili e famose razze”.
Tutto questo lo si può leggere nelle “Notizie istoriche delle chiese fiorentine” di Giuseppe Richa:
“Sono le Stalle de’ Cavalli di rispetto del Serenissimo Gran Duca, che sono in gran numero, e servono per il
solo esercizio della Cavallerizza, e per le Feste solenni nelle Cavalcate; in faccia di un Corridore, che vi è coperto per poter fare gli esercizi in tempo di pioggia, sono dipinti al naturale sei cavalli di mano di Alessandro Allori, i quali sono oltremodo vaghi, mostrando ognuno di loro diversa attitudine e varia movenza; e fuori di quelle stalle una Nizza, ove si esercita la gioventù nel correre la lancia.»
Sin qui il Cinelli, tralasciando parecchie notizie necessarie a fare il giusto concetto di sì famoso luogo. Avrebbe adunque dovuto dire, che i Cavalli di rispetto già quivi stavano fino dal 1515, avendo murato quello luogo Lorenzo de’ Medici Duca d’ Urbino, prima che il Duca Cosimo I v’istituisse la scuola di maneggiar cavalli, ingrandendo col ricetto capace di 150 cavalli alcuni stanzoni in volta retta da 64 colonne di pietra serena d’ ordine dorico , ed altre appartenenze utilissime. Ha pure tralasciato di riportare due iscrizioni, che sono le seguenti :
La prima, posta alla Nizza.
FRANCISCUS MEDICES MAGNUS
ETRUSCO. DUX II. QUOD NOBILISSIMO
ADOLESCENTIUM QUI EQUESTRI
SPLENDORE SE ORNARI CUPIUNT
IN PRIMIS
1° ANNIS FRATRIS COMMODO
FIERET HUNC IN EQUO SE EXERCENDl
LOCVM EXTRII IUSSIT
RUSTICO PICARDINIO EQUOR. MAGISTRO
ANNO . D . CIO . IO . L . XXXVI.
La seconda, sotto la Loggia.
FERD. MED. M. D. ETRURIAE III. UMBRATILE
CURRICULUM AD EXERCENDAM IOVENTUTEM FLOR.
EQUESTRIS MILITIAE STUDIOSAM
ET AD DIRIGENDA CORPORA EQUORUM
AEDIFICANDUM PINGENDUM ORNANDUM
CURAVIT AN. D. MDLXXXXII
Sono andata non so neppure io quante volte all’Università di S. Marco che, ai tempi di quando frequentavo l’Università raccoglieva le segreterie di tutte le facoltà esistenti a Firenze.
Mai una volta che mi sia caduto l’occhio sulle iscrizioni riportate, non solo, ma neppure mai saputo, neppure lontanamente, che quella costruzione avesse un tempo ospitato cavalli!!!!
Brava Gabriella, bravi tutti!