La battaglia di Tagliacozzo del 1268 vide Carlo d’Angiò correre in difesa del pontefice Clemente IV, contro il nipote di Federico II Corradino, che era alla guida dei ghibellini. Nonostante venisse proclamata a Roma la vittoria dei guelfi, i ghibellini sconfitti continuarono a perseguitare i loro rivali inseguendoli fino a Lucca, dove presero possesso del castello di Ulignano presso San Gimignano.

I comuni circostanti con Colle Val d’Elsa e San Gimignano in testa, decisero allora di attaccare il castello sconfiggendolo e inseguendo i fuggitivi che si stavano dirigendo a Pisa, a Poggibonsi e a Siena.

Nel 1269 il capitano Provenzano Salvani (il nipote odiato di Sapìa) e il podestà conte Guido Novello uscirono da Siena con un esercito di 1.400 cavalieri e 8.000 fanti formato da senesi, pisani, tedeschi, spagnoli, fuoriusciti fiorentini e altri toscani, per accamparsi nei pressi dell’Abbazia di Spugna. I Colligiani che non si aspettavano un assedio, si rinchiusero a Colle Alta mandando dei messaggeri a Firenze per chiederne l’aiuto. Il giorno successivo giunsero le truppe francesi del maresciallo Jean Britaud (conosciuto come Giambertoldo), vicario di Carlo d’Angiò insieme ad un altro contingente di 400 fiorentini, che però non giunse in tempo per partecipare alla battaglia. Il maresciallo schierò durante la notte i francesi sulle mura di Colle Alta riuscendo a conquistare il castello ghibellino. La mattina seguente i ghibellini atterriti sentirono avvicinarsi le truppe inviate da Firenze. Queste in realtà erano ancora a Barberino, ma le loro trombe suonarono talmente forte e gli uomini gridarono così tanto a squarciagola, da far credere ai ghibellini che le truppe fossero ormai vicine e assai numerose. I ghibellini allora intimoriti si ritirarono verso San Marziale, sulla collina di Poggio ai Berci.

Il maresciallo Britaud diede allora ordine alle milizie colligiane di aggirare la collina e di rimanere nascoste fino al momento in cui fossero giunti i rinforzi fiorentini. Durante l’ avanzata il maresciallo fece abbattere il ponte di S. Marziale per impedire un eventuale ritirata dei suoi e costringerli così ad impegnarsi a fondo nella lotta. Contemporaneamente questo espediente avrebbe impedito anche l’auspicata fuga dei senesi.

Arrivato in vista dei ghibellini, Britaud diede inizio alla battaglia, intanto i colligiani sbucavano alle spalle dei senesi gridando e brandendo le armi per far credere che truppe numerose fossero in procinto di attaccare.

Davanti a questa preoccupante situazione il capitano Salvani minacciò, promise compensi, gridò, ordinò, incoraggiò, ma i soldati ghibellini intimoriti combatterono con poco impeto e slancio, dapprima ritirandosi, poi dandosi alla fuga, inseguiti e poi uccisi dai guelfi. Il Salvani, che non voleva tornare da sconfitto a Siena, si gettò nella mischia venendo ucciso da Regolino Tolomei, un suo nemico giurato.

Il Britaud, con soli 800 cavalieri e circa 300 fanti aveva sconfitto con l’astuzia un esercito di ben 9.400 uomini.

Riccardo Massaro
La battaglia di Colle
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Un pensiero su “La battaglia di Colle

  • 12 Ottobre 2024 alle 16:44
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    Sempre interessante. Grazie. 🇮🇹🇮🇹🙂

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