Fin dalla sua costruzione intorno al 1550, la Loggia del Mercato Nuovo, meglio conosciuta come “Loggia del Porcellino” per via della famosa fontana in bronzo di Pietro Tacca che raffigurava un cinghiale (ma per i fiorentini restò sempre un porcellino!), venne adibita a mercato e quindi sempre affollata di venditori e di clienti.
I mercanti che subivano una condanna di insolvenza dal Tribunale del Bargello e che pertanto venivano dichiarati “falliti”, venivano tradotti in catene all’interno della Loggia nell’ora di maggiore affluenza di pubblico. I soldati provvedevano pubblicamente e materialmente a “rompere il banco” sul quale il condannato abitualmente svolgeva il suo lavoro.
Questa operazione veniva chiamata “bancarotta” e serviva appunto a sancire in maniera definitiva che il condannato, in quanto ormai “fallito”, non aveva più diritto di trattare alcuna attività commerciale in città.
(da “Adagi ma non troppo” di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore).
La bancarotta