Firenze e la Toscana sono sempre stati un passo avanti; per secoli e secoli da questa piccola cittadina sono partiti innumerevoli esempi in campo politico, artistico, economico. Inutile vergare elenchi, troppo lunghi, basta ricordare la Repubblica Fiorentina, l’abolizione della pena di morte e su tutto il rinascimento culla dell’arte.
Potevamo essere secondi verso i bimbi?
Prima del 1400 gli spedali presenti a Firenze erano moltissimi, spedali intesi come luoghi d’accoglienza, dove curarsi o essere aiutati. Si dice che in via Romana, dopo la porta fino a piazza Pitti erano presenti addirittura nove spedali atti ad assicurare le cure a tutti coloro che dalla Porta Romana entravano in città dopo lunghi e spesso pericolosi viaggi.
Gli Spedali fiorentini, prima del 1400, che si dedicavano anche ad accogliere bambini erano solo due, uno lo Spedale di San Gallo fuori dalle mura e l’altro lo Spedale di Santa Maria della Scala che Cione Pollini aveva assegnato all’amministrazione dei frati Serventi di Siena. Erano spedali che accoglievano i bimbi per le cure assieme ad adulti e morenti, tutti in un unico salone, come usava allora, con rischi altissimi di contagi e prostrazione psicofisica.
L’idea di uno spedale per piccoli abbandonati ed orfani scaturì dalla mente di Francesco Datini che non realizzandola in vita la rese possibile nella morte (1410) imponendo nel testamento un lascito che aveva lo scopo di creare un istituto per l’infanzia. Questo determinò che nel 1419 si iniziarono a mettere su carta i primi accordi per realizzare uno spedale per gli orfanelli, cioè un luogo solo per i bambini orfani o abbandonati che potesse prendersene cura.
Stava nascendo Lo Spedale degli Innocenti.
Questo spedale era il primo in tutta Europa, da qui sono partite tutte le opere a favore dell’infanzia.
Fondamentale per la realizzazione del progetto fu “L’Arte della Seta” in quanto investita dell’uffizio della cura dei trovatelli su incarico dalla Repubblica fiorentina. L’Arte della Seta ottenne nel 1421 il benestare del Comune e l’equiparazione di tutti i privilegi goduti dagli altri enti ospedalieri cittadini per il nuovo Ospedale che fu intitolato a Santa Maria degli Innocenti.
L’Arte della Seta aumentò il denaro donato molte volte e questo denaro assieme a quello offerto dai fiorentini, fra cui nomi illustri come i Medici e gli Albizzi, oltre l’aiuto della Repubblica Fiorentina, permise di comprare un podere degli Albizzi sulla Piazza Santissima Annunziata ed affidare il progetto dello Spedale a Filippo Brunelleschi.
Lo Spedale fu progettato ed edificato tra il 1419 ed il 1444, i lavori ebbero inizio ufficialmente nel 1421 e rimasero sotto la direzione del Brunelleschi fino al 1427 ed affidati dopo a Francesco della Luna.
L’architettura dell’Ospedale degli Innocenti si basa sul progetto iniziale del Brunelleschi e della Luna apportò modifiche successive senza però svilire il progetto iniziale. Tutto il progetto era fatto con il pensiero primario rivolto ai piccoli ospiti, il refettorio, i dormitori, l’infermeria, i chiostri, le camere, erano progettati in maniera che i bimbi potessero svolgere la loro principale attività, crescere e studiare, crescere e pregare, crescere e correre. Ne è un esempio il chiostro di forma rettangolare realizzato di questa geometria, invece che quadrato come usava all’epoca, proprio per permettere ai fanciulli di correre all’aperto e se la giornata era piovosa di poter stare all’aperto ma sotto il porticato.
In questo Spedale Brunelleschi fece della funzionalità il suo obbiettivo modulando equilibrio e geometria; è dirimente in questo il portico esterno, lungo 71 metri il quale presenta le arcate a tutto sesto e al disopra di esse sono presenti le finestre che permettono una perfetta illuminazione del piano superiore e sopra ancora sono presenti dei tondi in terracotta che rappresentano i putti, cioè gli innocenti, e sono realizzati da Andrea Della Robbia.
Il 25 gennaio 1445 l’ospedale fu inaugurato e l’11 aprile 1451 fu consacrata la chiesa. Nella realtà delle cose i lavori proseguirono per buona parte del 1500 ma i bimbi cominciarono ad affluire nel grembo spedaliero già dal 1445. L’Arte della seta finanziava lo Spedale tramite il versamento obbligatorio di un contributo da parte degli iscritti e affidava la gestione ad un eletto “spedalingo”, affiancato da tre “operai”. Il primo spedalingo fu Lapo di Piero Pacini.
Lo Spedale accoglieva tutti i bimbi abbandonati sia lasciati ufficialmente che abbandonati presso la famosa ruota. In un primo tempo i fanciulli potevano essere abbandonati deponendoli in una pila cioè una conca posta sotto il porticato. In seguito fu sostituita da una finestra che poi nel 1660 fu spostata all’estrema sinistra del portico. Le madri lasciavano i loro figli e suonata la campanella questi venivano portati all’interno il tutto senza che le madri fossero viste e riconosciute. I bambini molto spesso venivano dotati segni di riconoscimento come una medaglietta spezzata di cui una parte era tenuta dalla madre e l’altra parte lasciata con il figlio, questo poteva permettere in un futuro un riconoscimento e un ricongiungimento. Nel 1875 la ruota fu murata.
Già nel 1448 si contavano 260 bambini cresciuti grazie allo spedale e nel 1560 arrivarono a 1320 e a più di 3000 nel 1681. Il numero dei bambini era divenuto tale che il latte che le balie potevano fornire cominciò a scarseggiare tanto che nel 1577 si attuò per la prima volta nel mondo l’allattamento artificiale usando latte di mucca mediante dei rudimentali biberon cioè dei bicchieri con un beccuccio detto pippio.
Lo spedale nei secoli ha permesso a innumerevoli bambini di crescere e poter avere una vita. Le ragazze cresciute spesso entravano nelle fila dei tessitori e affini o si facevano monache o ancora restavano nello spedale a prestare il loro aiuto. I bambini spesso diventavano ragazzi di bottega e imparavano un mestiere. Sia i bambini che le bambine frequentavano la scuola interna ed imparavano a leggere, scrivere e far di conto.
Lo Spedale degli Innocenti e l’impegno dell’Arte della Seta hanno permesso di salvare e inserire nel mondo bambini che avrebbero avuto un ben triste destino ed infatti ancora oggi i cognomi Innocentini o degli Innocenti o ancora Nocentini sono cognomi diffusi a Firenze e testimoniano che almeno un antenato di quella famiglia è stato cresciuto all’interno dello Spedale.
Oggi lo Spedale degli Innocenti è anche un museo visitabile.
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